Si chiude un 2016 carico di sorprese, soddisfazioni, gioie, ovviamente anche amarezze, per lo sport bergamasco. E non solo. Dalla A alla Z, ecco un piccolo condensato dei momenti cruciali vissuti lungo quest’anno, ormai giunto al capolinea.
Albino Gandino: stagione da incorniciare per i ragazzi di mister Radici. Prima un favoloso salto di categoria, ottenuto attraverso le “Forche Caudine” dei playoff. Poi un autorevole girone di andata in Eccellenza, con tanto di platonico titolo di sorpresa del campionato. Ora servirà confermarsi, ma mai come nel caso della compagine seriana, programmazione e innovazione fanno rima con competitività.
Bergamo Longuelo: un successo dietro l’altro, in un 2016 che chiamava la società cittadina ai primi frutti, dopo le premesse intavolate con “Calcio con Stile”. Dopo il secondo posto della scorsa stagione, la squadra gialloverde si è confermata chiudendo, alle spalle della Tritium, un convincente girone di andata, ma soprattutto proseguono i segnali di crescita di un settore giovanile apparso tutt’altro che sprovveduto, dinanzi all’approdo in tornei di respiro regionale. Sempre più società di grido, nel panorama dilettantistico di casa nostra, forte di idee chiare e di un impianto complessivo rodato e appassionato.
Caironi (Martina): sempre più certezza dell’atletica italiana, nonché fiore all’occhiello per lo sport bergamasco. Dopo l’oro di Londra 2012, ecco servito uno storico bis con Rio, al termine di una finale mozzafiato che porta di diritto l’atleta nata ad Alzano Lombardo nel gotha dello sport paraolimpico. Monumento alla perseveranza, da far conoscere a ragazzi e ragazze, perché siano la forza del sorriso e della battuta a prevalere sulle disgrazie e la commiserazione. E infatti Martina ci va eccome nelle scuole, per parlare di sport e disabilità.
Di Costanzo (Salvatore): un’immane tragedia, agli albori dell’estate e del matrimonio celebratosi tra il “Dico” e una piazza tutta passione ed entusiasmo come il Casazza. Se ne è andato uno degli allenatori più apprezzati, capace di vincere, stravincere, ma anche di prodigarsi in avventure sportive senza eguali, come la parentesi vissuta da allenatore nel campionato moldavo. Dal luglio scorso, tutto il calcio bergamasco è più povero.
Erba (Nicola): l’uomo-copertina per un Monvico che strappa successi e consensi, verso la definitiva consacrazione. Passano gli anni ma non l’appetito. E la formazione di Ottavio Mazzola, che ha chiuso il 2016 in piena zona-playoff, gongola.
Fiorente Colognola: l’ottima stagione delle cittadine (vedasi i trionfi di Antoniana ed Excelsior, oltre al salto di categoria operato dal Loreto) passa per la performance dei gigliati, capaci di far un solo boccone dello scorso campionato di Prima, e poi di ben figurare da matricola in quello di Promozione. Garantisce per tutti mister Luca Castellani, mentre il corso indetto dalla società nel segno dei giovani si è rivelato subito convincente.
Gasperini (Giampiero): il vero volto nuovo del 2016, capace dopo le iniziali difficoltà di portare nuovo smalto e un entusiasmo persino impensabile, nella piazza atalantina e, più in generale, in tutto il calcio bergamasco. Caparbio, autorevole, ma anche lucidamente folle nel portare avanti un’idea di calcio tutta brio e freschezza quale quella imperniata sui tanti giovani lanciati sulla ribalta (Kessiè e Caldara, ma anche Conti, Gagliardini e Petagna). Brava la società a puntare su di lui, da gennaio ci aspettiamo conferme e consacrazioni. La smobilitazione, almeno per ora, può attendere.
Handicap (partenza ad): mai come lungo quest’anno si è assistito al boom di attenzioni rivolte al mondo delle disabilità, specialmente in ambito sportivo. Incoraggiante, come primo passo. Ma non deve venire meno il sommo precetto: la diversità è insita nell’occhio di chi guarda, non in chi viene guardato.
Instagram: preso atto, una volta di più, dello strapotere dei social, specialmente in ambito di comunicazione di massa, resta da chiedersi cosa ne sarà di una lingua, bella e ultra-celebrata in tutto il mondo, come l’italiano, prigioniera di finestre e cancelletti, muri e bacheche, caratteri contati e parole-chiave. Auguri. Riprendiamoci la libertà di scrivere come, e soprattutto quanto, ci pare.
Juventina Covo: sempre più specialista nella scalata delle categorie, dall’alto del trionfo nel campionato più tirato della scorsa stagione, vale a dire quello di Prima categoria. L’idillio, a ben vedere, prosegue anche in Promozione, nonostante le battute a vuoto più tipiche delle matricole.
Kessiè (Franck): una vera forza della natura, il mix più idoneo a raccontare la caratura della giovane Atalanta di Giampiero Gasperini. Portentoso con la palla tra i piedi, glaciale dal dischetto e in numerose circostanze atte a sottolineare la personalità, a dispetto del dato anagrafico. Semplicemente imprescindibile.
Lecco (Calcio): dallo squadrone “made in Bergamo” capace di tenere testa alla corazzata Piacenza, fino ai guai extra-sportivi culminati nell’allestimento di una prima squadra imbottita di elementi della juniores. Difficile chiedere la luna, tantomeno la salvezza in Serie D, con le condizioni in essere. Riuscirà l’attuale esercizio provvisorio a porre fine all’agonia bluceleste riportando logica e serenità in un progetto sportivo che da troppi anni si circonda di enigmi?
Michela Moioli: l’ennesima dimostrazione che lo sport andrebbe coniugato più spesso, per oneri e onori, al femminile. Regina indiscussa delle nevi, dall’alto della Coppa del Mondo vinta nello snowboard cross. Insieme a Caironi, l’Atalanta e la rampante Goggia, la faccia che ride dello sport bergamasco: tutte donne (o se vogliamo dee) di successo.
Nuova Colognese: cambia la denominazione, ma non l’ambizione di riportare una delle piazze più blasonate del calcio nostrano nelle categorie che le competono. Il lavoro si presenta lungo e meticoloso, ma l’approdo ai playoff dello scorso anno e la granitica tenuta della difesa lasciano ben presagire.
Okyere Gullit: trascinatore indiscusso nella salvezza raggiunta dalla Grumellese targata Robi Bonazzi, si è guadagnato a suon di gol la salita tra i pro- dispensando pieno agio anche con la maglia del Giana Erminio. Pochi mesi son passati e la “Pantera Nera” è già una certezza nello scacchiere di mister Albè
“Papu” Gomez: il fiore più pregiato, nella stuzzicante vetrina atalantina. L’uomo di punta, in un 2016 che ha goduto appieno del suo estro e della sua costanza di rendimento. Con l’ormai imminente apertura del mercato invernale, trattenerlo appare missione quanto mai ardua. Ma il grazie di tifosi e addetti ai lavori suona comunque doveroso.
Quarantini (Edoardo): uomo-simbolo di un Villongo votato a riprendersi il meglio, dopo la fine dell’esperienza Villongo Sarnico e la ripartenza dalla Prima categoria. Gol a grappoli, un organico valevole comodamente una Promozione o un’Eccellenza e tante buone sensazioni per l’avvenire: per lo stratosferico Villongo, i record sono dietro l’angolo.
Rigoli (Aronne): il terminale perfetto per una squadra in evidente ascesa come il Mozzo di Stefano Gatti. Bomber intramontabile, dall’alto dei gol a raffica che hanno suggellato la vittoria del campionato di Seconda. In Prima i gol si sono diradati, ma resta la nomea di uomo-squadra, pronto a farsi in quattro per l’interessante mix rossoblu, fatto di elementi ultra-celebrati e giovani di prospettiva.
Scanzo: il capolavoro con la C maiuscola, sul palcoscenico dilettantistico del 2016. Passi la connotazione favolistica, ma c’è molto di più del prodigio, nel salto in Serie D operato dai giallorossi del presidente Oberti. Cuore, passione, attenzione al vivaio, organizzazione esemplare: questi i termini più utili a raccontare l’impresa sportiva di uno Scanzo che, proprio all’ultima curva, ha fatto suo il campionato di Eccellenza, bagnando il naso a contendenti che, almeno sulla carta, apparivano più attrezzate e accreditate dei favori del pronostico. Ora sotto con la Serie D e con l’obiettivo-salvezza: traguardo difficile, ma non impossibile.
Team Colpack: tra titoli mondiali, europei e italiani, e la ciliegina rappresentata dalla partecipazione dei suoi corridori più rappresentativi alle Olimpiadi di Rio, va in archivio una stagione da record. I 66 successi conseguiti nell’arco della stagione (58 su strada e 8 su pista) si sommano ai 7 titoli iridati raggiunti da Ganna e compagni. Per il sodalizio di patron Beppe Colleoni, un’annata che profuma della consacrazione internazionale.
Uso Calcio: la più importante novità dell’estate di mercato porta dritto alla nascita del Calcio Romanese, nato dalla fusione tra due realtà di blasone e tradizione, quali l’Uso Calcio e la Romanese. Ecco bella che servita la più salutare delle iniezioni di fiducia con l’accesso alla finale di Coppa Italia di Eccellenza, ma per colpa della nebbia il verdetto è rimandato ai primi giorni dell’anno nuovo. In bocca al lupo.
Virtus Lovere: relegata ai margini della Provincia bergamasca, eppure in grado di indire una forsennata marcia culminata nel trionfo in Terza e nel titolo di campione d’inverno in Seconda. Realtà da categorie superiori, pronta a tradurre sul campo le intenzioni della vigilia.
Yuri Cortesi: uomo-simbolo del rinascimento targato Tritium. Capitano nonché leader indiscusso, capace di regalare e regalarsi, alla penultima giornata di andata, il gol più bello del 2016: una fantastica rovesciata, nel corso di Tritium-Paladina, che ha mandato in estasi l’esigente pubblico abduano. Nella ripartenza dei trezzesi, c’è anche tanto orgoglio bergamasco.
Zaza (Simone): l’attaccante cresciuto a Zingonia passa dalle stelle alle stalle in pochi mesi. Prima il gol-scudetto, che manda in paradiso la sua Juve, rispedendo al mittente le velleità del Napoli. All’apice del successo, in coincidenza con un ruolo di primo piano nella Nazionale di Antonio Conte, quella grottesca rincorsa, culminata nel rigore calciato alle stelle e valso l’eliminazione ai quarti dell’Europeo. Da lì la repentina discesa, fino all’anonimato che ha contraddistinto la sua parentesi inglese al West Ham. Per il 2017 una più prudente via di mezzo sarebbe già un bel passo avanti.

A cura di Nikolas Semperboni