«Più di tutto conta la solidarietà, sono qua per questo». Firmato Cristian Chivu, uno degli eroi del triplete interista, l’impresa dei nerazzurri di José Mourinho che nel 2010 scrissero la storia. L’ex difensore romeno, che in Italia ha vestito anche la maglia della Roma, ha «debuttato» al Tennis 2018, ospite per la prima volta dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà nel torneo di Cividino: «Per queste iniziative, noi sportivi dobbiamo sempre metterci la faccia. Il tennis? Un po’ diverso dal mio sport, ma mi sta prendendo: certo, col rovescio me la cavo come col destro nel calcio», sorride Chivu, classe 1980, un mancino fatato capace di essere spesso micidiale su calcio di punizione. Una carriera di alto livello, che un domani proseguirà come allenatore (a dicembre ha ottenuto il «patentino» Uefa A): ma quali sono, sul campo, i ricordi oggi ancora più forti? «Tra Olanda (all’Ajax, ndr) e Italia ho trascorso quindici anni meravigliosi – sottolinea l’ex calciatore -. Tutti i club mi sono rimasti nel cuore, forse l’Inter un po’ di più: ho vissuto momenti bellissimi, vittorie importantissime (tre scudetti, tre Coppe Italia e una Coppa del mondo per club oltre ovviamente alla Champions, ndr), e anche le mie figlie sono nate a Milano. L’Inter oggi? Per quella che è la storia e per quello che rappresenta il brand Inter nel mondo, c’è l’obbligo di vincere». A proposito di nerazzurro, c’è anche un elogio per l’Atalanta: «I risultati dei bergamaschi fanno piacere, è un club che ammiro e che stimo per il progetto che porta avanti, soprattutto a livello di settore giovanile, dove svolge un lavoro meraviglioso. Non a caso hanno puntato su Gasperini, un allenatore bravo con i giovani, capace di lanciare spesso i giocatori cresciuti nel vivaio: è così che si ottengono i risultati».