Nella domenica della partita più bella in trasferta dell’Atalanta ci ha lasciato Ezio Bertuzzo, classe 1952, conosciuto dal popolo nerazzurro come “Ezio-gol”. E’ rimasto nel cuore dei bergamaschi per trentotto anni e rimarrà ancora fino all’ultimo giorno durante il quale si giocherà l’ultima partita di calcio. Dunque, un’eternità. Il solito terribile male lo aveva colpito l’estate scorsa, sembrava debellato. Invece poche settimane fa l’assalto mortale che lo ha portato via. Improvvisamente. Lo scrivo al presente: Ezio-gol è un mito. E in quanto tale indelebile e leggendario. La “curva”, ma non solo, ha amato e ama gli dei del momento, quelli che esaltano la squadra. Spesso sono effimeri, caduchi e, purtroppo, mercenari. Non così Ezio Bertuzzo. Proprio un amore senza fine. Perfino incomprensibile questo eterno idillio. Perché lui, baffetti da sparviero, quando giocava calzettoni “alla cacaiola”, secondo la definizione di Gianni Brera, è stato un buon giocatore, un’ala sinistra, come si scriveva in quegli anni, che segnava gol ma senza esagerare. Tredici ne aveva realizzati nella stagione gloriosa 1976-77 terminata con la promozione in Serie A di un’Atalanta targata Titta Rotta e culminata con gli spareggi di Genova e Bologna. Comunque tredici gol decisivi perché in quella stagione giocava da solo. Non aveva una spalla, gli attaccanti Chiarenza e Marco Piga giustamente relegati tra le riserve, ma aiuti da giocatori come Fanna, Scala e Rocca. Ezio però faceva da solo e a Titta Rota uno così bastava, eccome. Dunque, non un campione, né un divo ma un umile, serio professionista, comunque capace di risolvere le partite con i suoi gol. Dopo la stagione gloriosa della promozione, il Cesena, appena retrocesso fra i cadetti, lo volle a tutti costi per poter risalire nella massima serie. Achille Bortolotti lo cedette al club romagnolo ma rischiando grosso perché il popolo atalantino si ribellò. Come si può giocare in serie A senza Bertuzzo? Sono arrivati Libera dall’Inter e Paina dalla Spal. Chi? Non scherziamo, Ezio-gol è Ezio-gol. Fu un mormorìo che durò mesi anche perché i due segnarono un gol a testa. Così quando si aprì il calciomercato dell’ottobre 1977 il presidente Bortolotti mise una mano al cuore, ascoltando la richiesta del popolo nerazzurro e “riacquistò” Bertuzzo mandando in Romagna Antonio Percassi. Così il 30 ottobre Ezio-gol tornò in campo con la maglia nerazzurra tra il tripudio del Comunale. Ospite di turno il super Lanerossi Vicenza, guidato da Gibi Fabbri, e con Paolo Rossi attaccante. Finì con una batosta 2-4 per i biancorossi con doppiette di Rossi, Guidetti e Tonino Rocca. Per Bertuzzo non sarà più come prima. Resterà in nerazzurro fino alla stagione 81-82, quella del ritorno in serie B. Finirà la sua carriera calcistica nella società che lo aveva lanciato, l’Asti Ma.Co.Bi. Ha vestito per 150 partite la maglia nerazzurra, ha segnato 33 gol. Ma rimarrà nel cuore degli atalantini fino all’eternità. Ezio-gol ti sia lieve la terra.
Giacomo Mayer