di Giacomo Mayer
Complici tutti i media di Bergamo e provincia, si è aperto un dibattito senza precedenti. Sulla crisi economica sempre più devastante? No. Sul futuro di Bergamo capitale della cultura? No. Sulla violenza sulle donne? No. Su Calderoli, la Lega razzista e vari carriarmati? Nemmeno. Sul 4-3-3 della nuova Atalanta? Sì, proprio su quello. E non è un tema di poco conto. Il futuro della squadra nerazzurra e di Colantuono passa da qui. Dopo lunghe stagioni di moduli e schemi convincenti e, magari vincenti, sicuri e consolidati, prima con Colantuono, poi con l’ideologo Delneri e quindi di nuovo con Colantuono, si passa al nuovo, almeno per quanto riguarda l’Atalanta. Sono trascorsi cento e più anni dalla piramide di Cambrige (schema usato dal Blackburn Rovers agli albori del calcio) ad oggi. Tanti cambiamenti ed evoluzioni, poi negli anni Settanta il 4-4-2 di Rinus Michels, inventore dell’Ajax e del calcio totale, infine, in Italia, la rivoluzione copernicana di Arrigo Sacchi con seguaci e avversari. Una scossa per il calcio italiano, sempre in ritardo sulle evoluzioni tattiche e, oggi, ecco le varie modifiche di schemi e moduli che sono infinite.
Dal punto di vista tattico un po’ di oscurantismo e altrettante rigidità ideologiche hanno rallentato la modernizzazione del nostro calcio. Finalmente adesso gli steccati sono caduti e ogni allenatore è libero di far giocare la sua squadra senza, per forza, appartenere ad una precisa corrente di pensiero calcistica. Vige l’eclettismo senza mai dimenticare che moduli e schemi devono adeguarsi alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. A parte il 3-4-3 di Zaccheroni, nella penisola calcistica il principale assertore del 4-3-3 è Zeman con i recenti successi del Pescara e quelli più datati del Foggia e del Licata. Mentre il 3-5-2, secondo molti osservatori, è uno schieramento di gioco adatto per le nazionali perché è più facile da mettere in pratica con il giocatore che ha una sola zona del campo da coprire. Il 4-3-3, secondo gli ammodernati sacri testi del gioco del calcio, “rispetta tutti i principi di tattica offensiva (scaglionamento-penetrazione-ampiezza-mobilità-imprevedibilità) ed è per sua struttura moltiplicatore di movimenti offensivi. E poi lavorano tutti: i due difensori esterni con corse e sovrapposizioni, i centrocampisti con veloci inserimenti in attacco, il regista attestato davanti alla difesa ma non statico, e gli attaccanti, soprattutto gli esterni, larghi e veloci e pronti, insieme al centravanti, a non offrire punti di riferimento alle difese avversarie. E a proposito di attaccanti esterni, con questo schema spesso gli allenatori mettono a sinistra un destro e a destra un sinistro. Poi, nell’Atalanta oltre a Denis, si potrebbe giocare con una punta centrale mobile e veloce. Nel tridente d’attacco, oggi, Colantuono ha già due punti fermi: Denis al centro (Ardemagni come riserva se non parte) e Bonaventura a sinistra (o a destra). E l’altro chi può essere? Livaja, che comunque è considerato l’alternativa al Tanque, però è un attaccante che si muove e con un po’ di sacrifico magari si può adattare. Perplessità. De Luca, per ora, sembra il principale candidato per velocità, agilità e imprevedibilità ma il campionato di serie A è tosto e difficile. Marilungo ha già dato prova di muoversi a suo agio ma deve ancora smaltire il grave infortunio al ginocchio, Giorgi sarà utile quando il 4-3-3 può trasformarsi in 4-4-2, e poi ci sono due giocatori che sarebbero perfetti nel tridente: Maxi Moralez e Franco Brienza. Ma devono rinascere: il primo da una stagione opaca e svogliata, il secondo da un serio infortunio. Per adesso solo interrogativi.
Una curiosità: un paio di settimane fa il nostro direttore Matteo Bonfanti, che quando gioca al calcio è un “farfallone amoroso” incurante della tattica, in un articolo ha proposto a Percassi, per sognare l’Europa, una formazione nerazzurra ricca di “vecchie glorie”, tra cui il trentasettenne Mario Yepes. L’abbiamo sbugiardato non poco, poi il difensore colombiano è approdato all’Atalanta. Non si può mai scherzare col calcio.