Il calcio dà e il calcio toglie. Primo turno playoff del girone E di Terza: il Bonate Sotto trova il pareggio al 92′ contro l’Aurora Terno e festeggia il passaggio alla finalissima (affronterà il Capriate). L’Aurora Terno, che fino a pochi secondi dal termine cullava il sogno promozione, si ritrova con un pugno di mosche in mano. Pubblichiamo le parole di Angelo Verga dell’Aurora: una domenica nera, il ginocchio che fa crac e l’eliminazione dai playoff all’ultimo secondo. Ma il calcio è bello anche perché regala sempre una possibilità di riscatto. Che sia la domenica dopo o la stagione successiva, poco conta.
“Ciao, scrivo per condividere il mio pensiero in questa notte.. buia e fresca fuori ma ancora più buia dentro di me.
In questa “maledetta domenica”, citando il famoso film, la mia squadra in campo ha davvero mangiato e lottato su ogni centimetro di erba come suggeriva il buon Al Pacino, tutti insieme, ma non è bastato.
Purtroppo la beffarda e spietata regola dei playoff si è abbattuta su di noi, implacabile.
In vantaggio di 1-0 abbiamo subito il pareggio a pochi passi dal nostro traguardo, un traguardo volante come si usa dire nel ciclismo, ma che ci avrebbe spalancato le porte di una meritata finale e non dico meritata a caso, lo dico perché quest’anno è stato un anno intenso e ricco di emozioni.
Ci sono stati momenti veramente difficili e più volte siamo stati dipinti come i cattivi, gli antisportivi, quelli che per raggiungere il risultato non rispettano gli altri.
Io oggi dopo 10 mesi di duri allenamenti mi sento di dire che non c’è nulla di più falso, noi sì, abbiamo cercato di raggiungere il nostro traguardo ma lo abbiamo fatto in modo leale, con il cuore di una squadra che lotta e con la sofferenza che soltanto un gruppo di amici e compagni può avere, tutto il resto sono chiacchiere. Da capitano dell’Aurora Terno sono orgoglioso di tutti i miei compagni, di tutte le persone che riempono e riempiranno in futuro questo progetto e voglio dire a tutti Grazie.
Oggi in campo quando il mio ginocchio ha fatto crac ho pianto, ma non per il dolore.. ho pianto perché non volevo lasciare i miei compagni in quel momento cosi delicato, mi è parsa una resa.
Stavamo lottando tutti insieme per raggiungere il nostro traguardo, e ce la stavamo facendo, qualcuno probabilmente starà sorridendo ora perché non sa che per noi piccoli calciatori questo mondo è tutto, è sacrificio, è amore, è passione.
Il calcio l’ho sempre vissuto come un hobby, un divertimento, ci sono stati anche momenti difficili dove ho pensato di mollare ma non l’ho mai fatto per amore di quella sfera.
Ora non so cosa mi riserverà il futuro, quale sarà l’esito della risonanza che farò, l’unica cosa certa è che tornerò su quel rettangolo verde e porterò, con i miei compagni, la squadra alla promozione, so che lo devo fare dopo aver visto le facce dei miei amici dopo l’eliminazione, tristi e in lacrime.
Voglio chiudere dicendo che quella sera di due anni fa, quando quasi per gioco io e altre 6 o 7 persone ridevamo e buttavamo giù con carta e penna una lista di giocatori e amici che avrebbero fatto parte della rosa della rinascita dell’Aurora Terno, quando passavamo i pomeriggi post lavorativi a entrare in ogni tipo di attività del paese per chiedere una mano, una piccola sponsorizzazione, nessuno si sarebbe immaginato dopo cosi poco tempo di essere a questo punto. Una squadra formata sì da 27 giocatori validissimi ma soprattutto formata da un gruppo di amici che si vuole bene, questo è quello che conta… e poi si sa.. dove non arrivano le gambe, arriva il cuore.
Grazie”.
Angelo Verga, capitano dell’Aurora Terno