Bergamo – E’ il 3 febbraio 2001, sabato sera, il Comunale presenta il tutto esaurito, 23 mila spettatori, è in programma Atalanta-Juventus. Da una parte la neopromossa, rivelazione del campionato, guidata da Vavassori, dall’altra la squadra di  Ancelotti  che lotta con la Roma per lo scudetto. Succede tutto in un quarto d’ora: 28′ cross di  Zidane,  Inzaghi sfiora di testa, intercetta  Paganin  che, sempre di testa, spedisce il pallone alle spalle di Pelizzoli. Reagisce l’Atalanta e due minuti dopo pareggia: su calcio d’angolo Lorenzi, appena entrato al posto di  Carrera, di testa infila  Van der Sar; al 36′ il gol della vittoria,  Ventola sfrutta un errore difensivo della difesa bianconera e batte il portiere bianconero. La Juve non ci sta e nel finale prima con  Kovacevic e poi con  Inzaghi cerca il pari. Inutilmente. Sarà l’ultima vittoria al Comunale dell’Atalanta contro la Juventus. Sono trascorsi dodici anni e dieci mesi, sembra un’ eternità. Oggi la Juventus è l’incontrastata dominatrice del campionato italiano, quasi un’armata invincibile che non concede illusioni: quattordici vittorie, un pari con l’Inter e una sconfitta a Firenze. L’Atalanta, invece, è in mezzo al guado, forte in casa, debole in trasferta anche se le recenti prestazioni al Bentegodi e a Marassi non hanno deluso.
Domani pomeriggio è tutta un’altra storia. Amicizia e rivalità legano da sempre le due società. Dal dopo guerra ad oggi, salvo una breve interruzione, tra Bergamo e Torino è sempre stato un incessante andirivieni di giocatori. E anche per quanto riguarda il tifo Bergamo è un forte feudo bianconero e, dopo l’Atalanta, è la squadra con il maggior numero di sostenitori. Secondo una certa leggenda la passione bergamasca per la Juve sarebbe da attribuire ai preti degli oratori la cui fondazione è opera di San Giovanni Bosco, torinese. Eppure i salesiani non ebbero particolare influenza sui seminaristi orobici. Ma questa è la leggenda. Non dilunghiamoci oltre.
Per l’occasione l’Atalanta si presenterà in campo con una maglia natalizia: rossa. Serve alla coreografia della partita ma per contrastare la Juve ci vuole altro, tanto altro. Probabilmente per non soccombere contro i bianconeri, bisogna attaccarli, aggredirli, giocare su ritmi altissimi e non commettere errori. E l’Atalanta è in grado di giocare così? Al Comunale, a parte la partita col Toro peraltro vinta, ha sempre giocato con intensità, cuore e determinazione. Non tragga in inganno il pari con la Roma perché nel primo tempo i giallorossi hanno lasciato giocare l’Atalanta senza contrastarla granché. La Juve, invece, concede spazi e di solito aggredisce dal primo minuto. A meno che i giocatori nerazzurri riescano ad imitare i colleghi del Copenaghen che la sera del 17 settembre imposero il pari alla squadra di  Conte. Fantasticare non costa. Che belle feste sarebbero per il popolo nerazzurro con la vittoria dell’Atalanta sulla Juventus. Il sogno di Natale. L’ha scritto perfino Pirandello.
Giacomo Mayer