di Federico Biffignandi
E adesso, tutti a tavola ad abbuffarsi per le feste. Anzi no, l’11 ritorna il campionato. Lo spirito con cui affronteremo la sosta invernale dei campionati sarà un po’ questo, un pensiero a tirare il fiato dopo i primi 4 mesi di fatiche reso meno gradevole non appena abbiamo preso consapevolezza col fatto che, assurdamente va detto, i campionati riprenderanno subito. Due calcoli per capire che tra una festa e l’altra tempo per allenarsi ce ne sarà gran poco, per capire che ancora una volta bisognerà fare un piccolo sforzo togliendo tempo a famiglia e tempo libero per dedicarsi al pallone, alla propria squadra, ai propri compagni. Chi non ce la fa è meglio che lasci perdere, conclusione drastica e crudele ma tremendamente vera. Non è facile perché quando ci si allena dopo l’abbuffata di Natale e Santo Stefano in una sera gelata di fine dicembre calpestando magari un manto bianco fiabesco ma poco adatto al calcio e con Capodanno alle porte (pericoloso, non tanto per la festività quanto per l’altra abbuffata e la baldoria del 31 notte) concentrarsi sull’allenamento è complicato. Soprattutto perché c’è la preparazione invernale, quella simile all’estiva quando corsa, scatti, fatica e pochissimo pallone sono il menù fisso (simile a quello del cenone per quantità ma non altrettanto godurioso, indigesto semmai). Ma bisogna farlo anche perché poi è tutta benzina che si mette nel serbatoio fino a maggio. Cinque mesi durissimi, lunghi e complicati che quasi sempre decidono le sorti di una stagione, il ritorno si sa che è altra cosa rispetto all’andata perché mercato, ruota della fortuna che gira, allenamenti duri, mentalità diversa e altri fattori possono rovesciare le gerarchie. Se ne sono visti di ribaltoni e noi siamo in una di quelle posizioni in cui possiamo essere protagonisti di uno nuovo. Lontani ma dai playoff che comunque non saranno irraggiungibili, obbligatoriamente motivati dall’arrivo di squadre dietro di noi che di mollare non ne vogliono sapere. E poi, per tradizione, lo sappiamo che il ritorno lo facciamo sempre più lanciati. Già, la tradizione: nel calcio conta e a Loreto pare che sia un copione recitato tutti gli anni allo stesso modo, qualunque sia il campionato, qualunque siano i giocatori. E, ovviamente, quest’anno non ci siamo fatti mancare nulla. Siccome la pausa è anche un modo per tirare le somme ci siamo soffermati a guardare risultati e classifica e a tirare le nostre somme, con un sorriso amaro in conclusione. Settimi in classifica con 20 punti, 27 gol fatti e 23 subiti, 5 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte. Nello specifico con le prime sei del campionato non abbiamo mai perso sul campo, solo una sconfitta a tavolino col Comonte che significa aver fatto 12 punti (13 ufficiali) con le grandi impreziositi da 6 punti in due partite con Zanica e Brignanese, le regine del girone. Il disastro è se ci guardiamo indietro: 7 punti in 9 partite con una vittoria sola a referto. Incredibile, ma è nel Dna. Così come è nel Dna il fatto che su 15 partite abbiamo vinto 10 primi tempi, poi negli spogliatoi ci addormentiamo e non entriamo più in campo. E poi, come sempre, siamo un po’ Zemaniani: 50 i gol che si sono registrati nelle nostre partite, cioè una media di 3,3 gol a partita. Quarto miglior attacco del campionato, una delle poche squadre ad aver sempre segnato (coppe comprese). Settima difesa, solo una volta siamo riusciti a tenere la porta inviolata. Siamo sempre noi, i soliti. Chiediamo a Babbo Natale un po’ più di equilibrio, un po’ più di maturità in campo, un po’ più di continuità, consapevolezza dei nostri mezzi, concentrazione con le “piccole” e, soprattutto, di tornare a divertirci davvero.