E’ il paese più pacifico della Terra. Non dispongono di alcun esercito o forza armata dal 1949. Sono un crogiolo di messicani, cileni e guarda un po’, anche italiani. Parlano uno spagnolo misto al siciliano e ovviamente il loro sport principale è il calcio. Venerdì ci affronterrano a Recife in una partita tutt’altro che semplice come poteva apparire alla vigilia del Mondiale. Si pensava che Inghilterra e Uruguay fossero più forti di quel che si è visto, mentre la squadra allenata da Pinto ha sorpreso tutti, suonandole con un 3-1 alla Celeste di Suarez e Cavani. Tra Italia e Costa Rica c’è un solo precedente, del 1994, un amichevole prima che iniziasse il mondiale in USA, terminata 1-0 per noi con gol di Beppe Signori. Per il resto nessuno li conosce. O meglio, nessuno se ne è mai interessato. In Italia di costaricani ce ne sono stati ben pochi. Il primo è Anco Marcio Vargas, che nel lontano 1948 veste la casacca della Carrarese per due stagioni e in serie C, in 51 presenze realizza ben 36 reti. Passa poi in serie B al Pisa e con i nerazzurri realizza solo 9 reti in 34 partite. Dopo di lui approda in Serie A nella stagione ’92-’93, Hernan Medford, acquistato dal Foggia di Zeman in vista di una rifondazione. L’attaccante colleziona solo 12 anonine presenze con un solo gol in un 4-1 al Brescia. Il costaricano è un giramondo, prima del Foggia aveva militato nel Rayo Vallecano in Spagna, nella Dinamo Zagabria e nell’Austria Vienna. Famoso per essere il primo e unico costaricano ad aver partecipato a due competizioni mondiali, 1990 in Italia e 2002 in Corea e Giappone. Il terzo e ultimo costaricano ad aver solcato i campi della Serie A è Gilberto Martinez, ora in Serie C al Lecce, ma compagno di Baggio e Guardiola al Brescia di Mazzone. Se dovessimo attenerci a questi 3, sembrano una nazionale materasso. Non lo sono assolutamente, anzi. La vittoria nella prima partita ha galvanizzato Pinto e tutta la combriccola. In porta hanno l’estremo difensore del Levante Keylor Navas. In Spagna è considerato il più forte, secondo solo a Courtois. Giocano con il 5-4-1. Sono molto umili, sanno di doversi difendere e poi ripartire per fare male. E fidatevi che fanno male. In mezzo al campo sono guidati da Celso Borges dell’AEK Atene, 58 presenze e 14 reti in nazionale, ma per corsa e inserimenti il più pericoloso è senza dubbio Cristian Bolanos, conosciuto dagli juventini, gioca infatti nel Copenaghen avversario dei bianconeri nell’ultima Champions League. Davanti sono davvero pericolosi. Il capitano Bryan Ruiz , ora in forza al PSV, ha fatto le fortune del Twente, ben 36 gol in 65 apparizioni ma poi passato al Fulham in Premier ha relativamente steccato con solo 8 gol in 68 partite. Detto ciò è da tenere d’occhio, soprattutto quando tira e quando corre palla al piede. L’unica punta è la stella della selezione Joel Campbell. Classe ’92 ha una personalità straripante e coinvolgente, scuola Arsenal, è cresciuto al Lorient in Francia e nell’ultima stagione all’Olympiakos, chiedere ai giocatori del Manchester United. È velocissimo nel lungo e nel breve, ha un sinistro micidiale e un dribbling fulmineo. Autore dell’ 1-1 contro l’Uruguay ha poi guidato i compagni alla vittoria con l’assist a Ruiz. L’allenatore è il colombiano Pinto, attento a costruire la fase difensiva, è bravo a creare squadre veloci nei contropiedi. Sulla carta sono davvero una squadretta, ma sul campo il gruppo e la voglia di stupire galvanizzano i centramericani. L’Italia è più forte, ma il caldo delle 13 (ora in cui si giocherà la partita in Brasile, qui le 18) e il tifo costaricano, attesi in oltre 10 mila, possono destabilizzare i ragazzi di Prandelli. Staremo a vedere. Pirlo non dovrebbe essere marcato a uomo ma ne avrà addosso due Balotelli. Loro ci hanno studiato e si sono preparati in funzione del nostro gioco. Prandelli non è uno scemo e sa come vincere. Forza Italia.
Daniele Mayer