di Manuel Lieta
La tradizione dell’inno ufficiale del Campionato Mondiale di Calcio non è antichissima, anzi si può dire che solo da Italia ’90 sia diventata un’abitudine. Diciamolo subito: quell’inno, la sempiterna “Notti Magiche”, firmata da Gianna Nannini, Edoardo Bennato e dal maestro dell’elettronica Giorgio Moroder, continua, a quasi trent’anni di distanza, a essere la più bella e la più ricordata delle canzoni scritte per questa occasione. Comunque, andando indietro nel tempo, è un altro gigante della musica italiana ad aprire la nostra carrellata: si tratta nientemeno che di Ennio Morricone, che per l’edizione 1978, in Argentina scrisse “El Mundial”: molto amata tutt’ora dagli aficionados di quel Paese, non si può certo ricordare come il più grande capolavoro del buon Ennio. Quindi ci tocca fare un bel salto nel tempo, fino a Usa ’94, edizione per cui l’inno fu commissionato a Daryl Hall, che compose la tamarrissima “Gloryland” (onestamente, chi se la ricorda?). Quattro anni dopo, in Francia, le canzoni furono addirittura due: Youssour N’Dour e Axelle Red cantarono “La cour des grands”, ma forse il mondo si ricorda di più “La copa de la vida” di Ricky Martin. La tradizione del doppio inno, uno più pop e uno più solenne, venne mantenuta per la noi italiani triste edizione del 2002: il mondiale nippo-coreano venne accompagnato dalla voce soul di Anastacia (“Boom”) e dai sintetizzatori di Vangelis. I mondiali del 2006 in Germania meritano un discorso a parte: se l’inno ufficiale era “The time of our lives” de Il Divo & Toni Braxton (salvateci…), e al termine di ogni gara si ascoltava “Stand up” di tale Patrizio Buanne (un rifacimento di “Go West” dei Pet Shop Boys), in realtà furono l’edizione in cui tutte le curve cantavano il mitico “po-po-poppo-po-po-po”, il riff di “Seven nation army” dei White Stripes (da noi diventata nazional-popolare dopo che la canticchiò Francesco Totti al Festival di Sanremo). Siamo quasi ai giorni nostri: Sudafrica 2010 venne celebrata dalla colombiana Shakira e dal suo “Waka-waka” (molto più divertente la versione di Elio & Le Storie Tese, va detto). E quest’anno? L’edizione brasiliana si candida a essere quella con le canzoni più brutte (sì, anche più brutte di quella de Il Divo), visto che sia “We are one” di Jennifer Lopez e Pitbull, che “We will find a way” di Wyclef Jean e Santana sono state abbondantemente stroncate da moltissimi appassionati in tutto il mondo. Va detto infine che, oltre agli inni ufficiali, spesso le singole Nazionali hanno avuto inni propri, e da questo punto di vista, Inghilterra e Usa sono molte spanne sopra tutti: in ordine sparso hanno regalato brani alle loro rappresentative i Weezer (“Represent”, 2010), i Lightning Seeds (“Three Lions”, 1998), i New Order (“World in motion”, 1990). E noi? Beh, noi abbiamo i Negramaro che rifanno “Un amore così grande”, un classico di Claudio Villa, e prima avevamo Claudio Baglioni (“Da me a te”). Poi uno si stupisce che non vinciamo i Mondiali che ogni vent’anni…