Torino – Ieri sera non ci siamo di certo annoiati. Juventus e Bayern Monaco hanno disputato una partita emozionante per tutti i 90 minuti, dimostrando ancora una volta perché, quando parte l’ormai celebre musica della Champions League, tutti assistono in religioso silenzio.
I bavaresi partivano favoriti nonostante i numerosi infortuni che hanno decimato soprattutto il reparto difensivo di Guardiola, costretto addirittura ad arretrare Vidal davanti a Neuer. I bianconeri invece venivano da un ottimo periodo terminato con un pareggio a Bologna nell’ultimo weekend.
Come da prassi, il Bayern ha subito cominciato il suo “tiki taka”, con tanto possesso palla, tanti cambi di gioco repentini e tanti, tantissimi passaggi. Nel primo tempo i tedeschi si sono divorati un gol praticamente già fatto davanti a Buffon, hanno creato qualche occasione e infine hanno segnato nel finale con il solito Thomas Müller che infila in rete il vantaggio.
Molti prospettavano una caduta dei bianconeri, soprattutto dopo il 2-0 di Robben (che a dire il vero fa sempre lo stesso movimento a rientrare e lo stesso tiro dall’inizio della sua carriera, ma ancora i difensori di tutta Europa non lo hanno capito, chiaro che è più facile dirlo che farlo, però riguardare i match precedenti dell’olandese aiuterebbe). La caduta però non è arrivata: prima Dybala, alla prima rete europea, e poi Sturaro, che sembra averci preso gusto con le ottime prestazioni in Champions, regalano il 2-2 alla Juve, riportando le cose in parità.
Una reazione degna dei campioni d’Italia e finalisti dell’anno scorso, un team che non si ferma nemmeno davanti all’evidenza del tabellino.
Molti italiani non amano il tiki taka, perché addormenta troppo il gioco, perché è noioso da guardare e perché spesso trasuda supponenza. Alcuni distinguono due versioni, una del Barcellona fino al 2011 e ripresa in alcuni punti negli ultimi due anni, più verticale, più votata a far gol che a mantenere solo il possesso e l’altra dei catalani in mezzo a questi momenti e del Bayern di Guardiola, più orizzontale, più soporifera in un certo senso. Chiariamo: i gol non mancano, anzi, il Bayern ne segna persino di più della scorsa stagione, ma il gioco è cambiato e si vede.
Da qualsiasi punto di vista si veda la tattica, sta di fatto che il tiki taka è un sistema di gioco difficile da affrontare e ancora più difficile da spezzare, specie se si affronta una rosa superiore qualitativamente alla propria. Non è però impossibile fermarlo e la Juve ieri sera ci è riuscita solo a tratti, ma quando ci è riuscita ha segnato due gol e riacciuffato il pareggio, dimostrando ancora una volta che il possesso palla non porta necessariamente alla vittoria (vedi anche Napoli-Milan del giorno prima per altri esempi).
Questo è il punto principale da cui ripartire in vista del ritorno all’Allianz Arena: il gioco dei bavaresi non è inarrestabile e presta il fianco a ripartenze che, se sfruttate a dovere, potrebbero regalare ad Allegri e soci le reti decisive per passare il turno. Certo, l’atmosfera sarà ostile, l’Allianz Arena non è uno stadio facile in cui giocare ed è anche vero che i bavaresi hanno il mini-vantaggio dei gol in trasferta, ma la pratica è tutt’altro che chiusa, la Juventus ha ancora molte possibilità di passare il turno e di fermare il tiki taka.
Giovanni Sala
(foto juventus.com)