E’ impossibile non pensare a Giorgio Pesenti, il re dei re, che recentemente ha appeso le scarpette al chiodo, scrivendo questo articoletto modesto e senza pretese per celebrare l’immensa impresa della nuova Tritium. Il Peso ne ha fatto la storia passata, rinunciando persino al professionismo per i biancazzurri. Immaginiamo quante emozioni abbia sentito domenica mentre gli abduani si laureavano campioni del girone E di Promozione, tornando nella categoria che compete a una piazza entusiasta e appassionata qual è da sempre quella di Trezzo d’Adda.

Cosa c’è di bomber Pesenti in questo bellissimo salto in avanti? Consultando l’almanacco si direbbe non ci sia nulla. Eppure non è così, c’è l’idea della sua meravigliosa rovesciata, ossia il calcio quando è spettacolo, divertimento, voglia di vincere e di stupire, tutte le cose in cui crede Juri Camoni, presidente e capopopolo nella favolosa rinascita biancazzurra, club che in due stagioni è passato dalla Prima all’Eccellenza, polverizzando le avversarie. “Volevamo vincere alla grande e così è stato. Sono contentissimo e porgo i complimenti a tutti i ragazzi e ai collaboratori che hanno meritato di scrivere questa pagina di storia. Quando l’estate scorsa avevo detto che volevo vincere, in tanti hanno pensato che per dire una cosa del genere ci voleva una certa dose di coraggio. Detto fatto. Siamo i campioni, meritatamente…”. Di chi sono le frasi? Ovviamente di Camoni, ma sembra una nostra vecchia intervista a Pesenti: la medesima voglia di spaccare il mondo, una vita all’attacco, appunto segnando in rovesciata.

Capitolo nostalgia chiuso, parliamo d’altro, che c’è tantissimo da dire. Tritium stellare, prima con mister Paolo Rizzi, poi dalla nona giornata con Marco Sgrò, un lusso per la categoria. Sessantatre punti in ventinove partite giocate, diciotto vittorie, nove pareggi e appena due sconfitte, formazione giovincella, a riprova che l’età media è di 25 anni, granitica in difesa e straordinaria in attacco, un reparto offensivo che vanta – come da tradizione Tritium – due dei bomber più forti del decennio del calcio bergamasco: Matteo “Toro” Galbiati, prima punta, tantissimo gioco di sponda per i centrocampisti, ma pure grandissimo finalizzatore, con sedici centri all’attivo fino a qui, e Franco Franchini, imprendibile negli spazi stretti, rapinatore d’area abbonato alle promozioni, quattordici golassi in questa stagione nonostante spesso sia entrato a gara in corsa. Dietro di loro uno dei talenti più cristallini della Lombardia, Marco Musella, fantasista dal piede caldissimo, arrivato nel mercato di dicembre per trasformare una formazione già forte in una banda di invincibili. Leader in campo, ma pure fuori, l’inossidabile Yuri Cortesi, mediano col vizietto del gol, altro grande nome del calcio orobico, un altro abituato a far fare grandi salti ai gruppi di cui fa parte.

Detto dei big, parliamo di tutti gli altri ragazzi imprescindibili per la spumeggiante formazione allenata da mister Sgrò. Portieri super: Lorenzo Benaglia, talentuosissimo classe 1997, prelevato dal Caprino, e il coetaneo Matteo Ghirardelli, un gatto. Difesa rocciosa con Lorenzo Caferri, pure lui giovanissimo, è un 1999, da tenere d’occhio, poi un gigante come Romolo Legrati, che non ha certo bisogno di presentazioni, la quantità e la qualità di Riccardo Serrano, Riccardo Bertaglio, che è un prodotto del florido (e gigante) vivaio, Luigi Pavesi, esperienza da vendere, quindi Luca Tasca, colpo estivo di mercato, 1998 strappato al Città di Dalmine, e Lorenzo Bestetti, ventenne dal futuro assicurato scuola Verdello. In mediana non solo Yuri Cortesi, tanta roba è Mattia Mapelli, quattro gol e decine di assist, così come Matteo Marinoni, che come Marco Musella è un ex della Cisanese. Stella del centrocampo Matteo Gabellini, sceso di un paio di categorie per assicurare ordine, disciplina e talento nel punto nevralgico del campo trezzese. Mirko Moriggi,  Simone Bonassi e Lorian Loffredo i lussuosi rincalzi di una rosa stellare.

Che dire? Aspettiamo al varco, con grande interesse, le mosse estive del diesse Leo e del presidente Camoni. Arrivare in D con tre promozioni consecutive sarebbe qualcosa di leggendario. E sappiamo per certo, conoscendo i due al timone biancazzurro, che l’idea li stuzzica parecchio.

Matteo Bonfanti