PIRLOdi Luca Del Monte Van den Berg
“Dateceli da cinque a dieci anni e saranno nostri per sempre”. E’ quanto sosteneva il filosofo gesuita Joseph De Maistre riguardo l’indottrinamento religioso dei bambini. Ora possiamo dirlo con certezza: nessun giocatore della nostra nazionale di calcio è stato lasciato nelle mani dei gesuiti per ricevere una formazione religiosa. Mi spingo oltre: sono tutti atei. Da ateo non la considero affatto una brutta cosa, anzi. Da tifoso della nazionale invece è un dramma. Se infatti i nostri azzurri avessero anche solo frequentato di tanto in tanto i campetti spelacchiati e pialla ginocchia dell’oratorio, avrebbero sicuramente imparato a giocare “alla viva il parroco” e il risultato della partita di venerdì sera con la Costarica sarebbe stato diverso. Certamente migliore. Quantomeno dal punto di vista del gioco. Una ventina di palloni calciati lunghi in avanti alla cieca (alla viva il parroco appunto) sarebbero risultati più efficaci dei 100/120 passaggi di 3 metri tutti all’indietro. Per quanto tutti a bersaglio. Record dei mondiali… Certo avevamo di fronte la Costarica. La loro formazione faceva certamente paura: Ignoto 1, Ignoto 2, Ignoto 3… e così via, in attesa di esami del DNA. Dal telecronista Rai abbiamo appreso però che uno degli uomini più rappresentativi dei centroamericani ha giocato l’ultima stagione nel prestigioso campionato russo. Ma solo 11 partite. Non da titolare comunque ma subentrando a partita in corso. Un altro gioca invece nel Cartaghenis o qualcosa del genere. Considerando che Cartagine mi risulta essere stata rasa al suolo dall’esercito romano circa duemila e duecento anni fa vedete un po’ voi che considerazioni fare in merito. La loro stella è recentemente balzata agli onori delle cronache per essere rimasto traumatizzato non avendo trovato figurina Panini di sé medesimo nonostante ne avesse acquistati 100 pacchetti. Torneremo sui panini più tardi. Pensavo di aver visto il peggio del peggio con Italia-Nuova Zelanda di 4 anni fa (parlo di calcio, non di rugby). Un indegno pareggio contro una delle squadre più scarse della storia dei mondiali. Tanto scarsa che nel loro Paese erano così amati da venir diffidati a furor di popolo dall’usare le maglie nere per non rovinare l’immagine degli All Blacks. Difatti si presentarono All Whites. Con delle striscette nere però perché il Real Madrid li diffidò dal presentarsi… insomma s’è capito. Comunque mi sbagliavo. Non avevamo ancora toccato il fondo. Dopo essere passati in svantaggio beccando un gol fotocopia di quello subito dagli inglesi (unica differenza l’uso di una testa costaricana in luogo di un fettone destro inglese) sul finire del primo tempo siamo riusciti nell’impresa pressoché impossibile di non tirare nemmeno una volta in porta nell’arco dell’intera seconda frazione. Neanche per sbaglio. Il nulla, il vuoto assoluto dell’universo profondo. Un buco nero. A questo proposito non bisogna neppure prendersela con Balotelli, anzi, forse è stato il meno colpevole di tutti. Certo se avesse finalizzato una delle due solari occasioni del primo tempo forse staremmo parlando d’altro. Ma ci sta che un attaccante possa fallire un paio di occasioni prima di inquadrare la porta. Gli avessero passato un pallone giocabile in 45 minuti forse Mariolone l’avrebbe impattata. Ma nisba. Ora l’Uruguay. Loro ne han presi 3 dal Costarica ma senza Suarez e ora hanno il morale a mille. In fondo al cuore sappiamo tutti come andrà a finire. Gigi “Casillas” Buffon papererà invece di parare; Mariotto si farà espellere e Chiellini provocherà un rigore per un fallo molto brutto (l’avete visto in faccia?). E cominceremo coi processi, con le accuse all’arbitro, a Prandelli, ai club che non danno i giocatori alle nazionali, alla stagione stressante, agli infortuni, agli avversari dopati, ai troppi stranieri, ai rom, etc etc. Guarderò il mio bimbo, che è del 2008 e non ha mai visto la nazionale vincere un mondiale mentre io già due volte (tiè) e noterò che non gliene frega niente. Che è contento e felice lo stesso mentre gioca coi trattorini. Farà finta di interessarsi al calcio e mi chiederà cose tipo quella dell’altra sera vedendomi rotolare per terra durante la partita che ho giocato al campo di Longuelo: “Papi, ma se un giocatore fa lo sgambetto a un altro e lo fa cadere cosa succede?” “L’arbitro da un calcio di punizione a quello che è caduto” “Ah sì!? E perché lo prende a calci?” In ogni caso mi preme sottolineare che resto determinato a promuovere una class action nei confronti della Federazione Italiana Giuco Calcio per farmi restituire i soldi del panino n°8: salsiccia pomodoro senape + coca zero consumato nel locale (che non cito per non fare pubblicità) dove ho visto la partita (a casa non ho la tv). Danni materiali e morali. 12 euro. Chi si vuole unire lasci generalità in calce previo invio fotocopia carta d’identità.

NELLA FOTO VALEP: Tobia Del Monte Van den Berg a cui ora l’Italia di Prandelli interessa poco o nulla