Geppetto voleva che Pinocchio diventasse ingegnere e Pinocchio fece tutto quanto era nelle sue possibilità per non deludere il padre, ma senza successo. Quando era ancora un burattino prendeva la vita come fosse una vacanza, consapevole del fatto che, come tutte le vacanze, sarebbe prima o poi finita. Anche Pinocchio studiava, ma studiava la maniera di godersela il più possibile. Per i tipi come lui la scuola non aveva nessuna considerazione, perché, come nel calcio, per comodità, si “insegna” ai ragazzi già bravi, nella scuola si preferisce insegnare agli studenti modello.
Alla fine Pinocchio si diplomò a fatica, dove per “fatica” si intende quella che fecero Geppetto e gli insegnanti; lui, invece, non si sentiva affatto stanco e non capiva perché loro lo fossero così tanto.
Dopo il padre, anche grilli, fate e merli cercarono invano di dare un orientamento alla vita di Pinocchio. Pinocchio era considerato uno di quelli  che “chissà cosa faranno da grandi”, ma lui semplicemente voleva poter scegliere cosa fare dell’unico bene di cui disponeva: la vita. Ma siccome “tutto è bene, quel che finisce bene”, un giorno Pinocchio e Geppetto trovarono fuori dall’uscio un famoso illusionista dell’epoca di nome Gesù che cercava un Giuseppe che di lavora faceva il falegname. Una volta chiarito l’equivoco, fu proprio Gesù a trasformare il bambino di legno in un bambino in carne ed ossa. Quella della fata turchina è invece una delle tante balle che gli autori raccontano per rendere credibili alcune improbabili trasformazioni.
Oggi, dopo qualche decennio e a dispetto di tutte le nere previsioni sul suo conto, Pinocchio possiede diverse aziende da lui stesso fondate, che operano nel settore dell’arredamento e in una di queste Geppetto svolge ancora con passione il lavoro di falegname. Nelle sue fabbriche la famiglia Pinocchio produce tutti quegli oggetti che si possono ricavare dal legno, ad esclusione dei burattini.
L’ex bambino difficile è oggi un uomo che lavora con soddisfazione, non ha rimpianti, ma a volte solo un po’ di nostalgia dei bei tempi passati in compagnia di Lucignolo.
Geppetto, invece, lo potete incontrare in qualsiasi parco della vostra città quando, nel tempo libero, porta a passeggio i nipotini,  veri questa volta e non ricavati da un pezzo di legno preso
dal Ciliegia.
La meravigliosa mamma dei piccoli nipoti del falegname è, manco a dirlo, la fata turchina. Lei sì che ha fatto un vero miracolo trasformando un monellaccio in una persona di buon senso. Anche Lucignolo ha una bella famiglia e un bel lavoro, mentre il grillo, il gatto, la volpe e mangiafuoco sono in attesa di poter di nuovo recitare nella favola che nessuno scriverà mai più.
Odio la morale finale di un racconto, ma questa è una favola e non voglio deludere i più piccini, quindi, eccola: solo i miracoli e gli incantesimi possono dare un orientamento alla vita di un ragazzo, noi adulti per loro non siamo né fate né profeti.
Evro Carosi