Bergamo – Lasciamo perdere il 3-4 della scorsa stagione. Questa Inter-Atalanta  è un’altra partita, più complicata e decisamente più difficile. Innanzitutto i nerazzurri milanesi non sono una squadra allo sbando come quella del  7 aprile 2013 allenata da un allenatore giovane ed inesperto. Oggi l’Inter è una formazione solida, compatta e in crescita, guidata da un tecnico che magari non si cura tanto dello spettacolo ma che punta con caparbietà all’organizzazione di gioco. Infatti l’Inter, dopo la fase di maturazione, i cambi societari e qualche titubanza, in questa parte finale della stagione sta prendendo il largo. E’ al quinto posto ed ha nel mirino la Fiorentina, davanti con un solo punto  di vantaggio, che gioca contro il Napoli.  Insomma un’Inter forte e pericolosa.  Eppure l’Atalanta sta benone e adesso anche le trasferte non fanno più paura. I progressi sono evidenti e, soprattutto, suffragati dai risultati che nelle ultime quattro partite hanno portato nel carnet nerazzurro dieci punti, sette gol realizzati e due subiti. Non male rispetto ai balbettii di qualche mese fa. Mazzarri conferma il 3-5-2  con un solo dubbio a sinistra: D’Ambrosio per Nagatomo. E con tutto il rispetto per l’ex torinista di fronte a lui  può starci, e comodamente, la coppia Raimondi-Estigarribia. Perché proprio questa dovrebbe essere la novità tattica dell’Atalanta sul prato di San Siro. Per il resto verranno confermati i baldi giovani che hanno strapazzato la Sampdoria . Tra i tanti argentini tra campo e panchina  spicca la sfida tra attaccanti: da una parte i nostri Denis e Moralez, dall’altra il giovane Icardi e Palacio, una punta che alla difesa atalantina ha sempre creato grattacapi.
Giacomo Mayer