Il caso di Ademola Lookman non scompone affatto l’Atalanta, che non si piega all’offerta insufficiente dell’Inter e non asseconda le recriminazioni a mezzo Instagram dell’attaccante circa le promesse secondo lui non mantenute. “La situazione oggi è ben diversa da quella dell’estate scorsa. Siamo una società credibile e di persone per bene – la precisazione dell’amministratore delegato Luca Percassi -. C’eravamo ripromessi di cederlo in questa sessione di mercato, sulla base di due presupposti: consentirgli di raggiungere un super top club europeo e che in Italia lui non si sarebbe mai visto con una maglia diversa da quella dell’Atalanta, per quello che ha dato e ricevuto”.
 
La questione, comunque, è quella messa sul piatto già mercoledì scorso. “Nell’agosto del 2024, verso gli ultimi giorni del calciomercato estivo, a fronte di un’offerta di 20 milioni del Paris Saint-Germain, Lookman ci aveva chiesto di essere ceduto. Uno dei due presupposti, appunto, era di cederlo in un top club europeo, all’estero. Oggi questo presupposto è cambiato, ma ma ribadisco che il club è sempre attento a valutare e poi a decidere in ultima analisi tempi e valori dell’uscita dei giocatori tesserati”.
 
A Zingonia c’era Marco Sportiello, il figliol prodigo, da (ri)presentare. “So bene che sono qui per fare il secondo a Marco Carnesecchi, ma anche che il portiere è un ruolo delicato e particolare, in cui anche se non giochi da tempo sai che anche con due partite da giocare dovrai essere subito pronto e performante. Tra 2014 e 2016 ero titolare e in rampa di lancio, è vero, ma non avevo la stessa testa e la stessa maturità che ho acquisito negli ultimi 3-4 anni”, la dichiarazione programmatica del numero uno nativo di Desio, primi calci nello Zibido San Giacomo “prima di tesserarmi in nerazzurro per la prima volta nel 1999, ne parlavo giusto oggi col presidente Antonio Percassi.
 
137 presenze tra 2013 e gennaio 2017 e poi tra 2021 e 2023, da secondo nelle tranche gasperiniane di Etrit Berisha, Pierluigi Gollini, Juan Musso e lo stesso Carnesecchi, il ragazzone del 1992 cresciuto a Nese e prestato, a cavallo delle due esperienza in prima squadra, a Seregno, Poggibonsi, Carpi, Fiorentina e Frosinone, è considerato una chioccia dalla società: “Un bentornato a Marco da parte di tutti noi. Siamo contenti, perché è un figlio di Zingonia che ha scelto di tornare a casa nonostante avesse altre possibilità di scelta. Nello spogliatoio porta grande dedizione al lavoro e grande professionismo”, il benvenuto del CEO atalantino. 

“Ho ritrovato l’Atalanta come l’avevo lasciata. Una squadra forte dal punto di vista tecnica e morale, un ambiente sano e umile che ha raccolto grandi risultati in tutti questi anni. E’ una bella sfida e non vedo l’ora di cominciare coi miei compagni: ci sono stati dei cambiamenti.

I due anni al Milan sono stati importanti, ho conosciuto un alto ambiente e un grande club storico. Quest’anno, non avendo le coppe e avendo un portiere di un certo spessore davanti a me, non sarei stato agevolato nel fare qualche presenza in più. Maignan è stato un grande esempio a cui rubare qualche segreto: in genere rispetto all’ambiente rossonero questo, che sento mio perché conosco praticamente tutti, ha meno pressioni mediatiche addosso. 

Ivan Juric è un allenatore che già conosciamo, è stato un allievo di Gasperini e l’impronta è quella. Lui conta di dare il massimo, ma è una persona e un allenatore diverso: stiamo lavorando su piccoli dettagli in cui migliorare. E’ difficile dopo tanti anni ad altissimi livelli: non c’è molto da ritoccare, ma bisogna pur sempre migliorare.

Non sono più giovanissimo ma nemmeno a fine carriera. So quello che posso dare. Trovo calciatori di livello e di spessore: credo che l’ossatura già ci sia. Posso e devo dare una mano perché ci sono parecchi giovani e com’è normale che sia sono pronto ad aiutare tutti anche fuori dal campo.

In questi anni con Rossi e Carnesecchi ci siamo sentiti spesso, con Francesco ho fatto anni insieme con le giovanili e siamo amici. Il rapporto non è cambiato. Marco invece era tornato nel 2020, poi era diventato titolare il mio ultimo anno e l’ho rivisto più maturo e con qualche esperienza importante. La scorsa stagione è stata quella dell’esplosione.

Cosa mi manca? Con questa società direi un trofeo, sarebbe la ciliegina sulla torta, dopo aver vinto la Supercoppa Italiana col Milan. Delle competizioni europee conservo ovviamente un gran ricordo anche in maglia Atalanta, in Champions. Valencia fu una cosa particolare, c’era il covid. Bella gara e grande passaggio del turno dal punto di vista calcistico, in un periodo che ha scombussolato tutto e tutti. Col PSG arrivammo vicinissimi alla semifinale, vincevamo 1-0 al 90′. Fu un grande percorso perché non si vedeva la differenza con squadre e campioni più quotati a livello internazionale. Il vero successo fu quello.

La carriera del preparatore dei portieri Marco Savorani parla da sola, ha alenato Alisson, Szczesny, Lloris al Tottenham e anche in Nazionale. Ha una metodologia unica: fa cose che non abbiamo mai fatto noi tre portieri, ma ci stiamo facendo l’abitudine anche con qualche difficoltà. Parlando coi colleghi che l’hanno avuto mi hanno detto che ha cambiato loro la vita.

Rimpianti ci sono sempre nello sport, perché si può sempre fare meglio. Credo che magari non avessi ancora la testa giusta, matura, come negli ultimi anni. Negli ultimi 3-4 sono sicuramente cresciuto. Sono qua per fare il secondo di Marco ma senza sentirmi un secondo: sono a disposizione. Magari farò una o due partite, ma so che potrebbero essere decisive e che dovrò farmi trovare pronto. Il portiere è un ruolo in cui quando giochi, magari dopo essere stato fermo per tanto, devi performare subito.

Che l’Atalanta abbia tutti e tre i portieri passati dal settore giovanile è significativo. La scuola italiana parla già da sé, ma a Bergamo sono cresciuti e passati talenti importanti. Merito della società che ha scelto le persone giuste per far crescere e sviluppare tutti i ruoli” (Marco Sportiello).

Esseffe

IL TEST – Tra le due amichevoli in chiave Bundesliga di Lipsia (vinta 2-1 sabato scorso) e Colonia (9 agosto, ore 15.30), spunta il test di mercoledì 6 agosto al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia contro il Monza dell’ex Paolo Bianco, neo retrocesso in serie B. Partita a porte chiuse per mancanza di tempo per organizzazione logistica. L’ultimo sabato di luglio era trascorso in famiglia a Clusone nell’1-0 all’Under 23; il terzo di agosto, all’indomani di Ferragosto, sarà speso nel Trofeo Bortolotti contro la Juventus in notturna al Gewiss Stadium di Bergamo.