Col Gasp litigava di tanto in tanto, vedi rigore battuto e sbagliato col Bruges nell’eliminazione dall’ultima Champions nonostante toccasse a De Ketelaere. Con Ivan Juric non ha praticamente mai lavorato. La telenovela del calciomercato estivo è ormai giunta all’epilogo. Nessuno ha visto né confermato, ma nemmeno lontanamente subodorato, la presenza di Ademola Lookman al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia. Alle accuse social al club relativamente a “mancate promesse” e all’offerta “congrua ma inspiegabilmente rifiutata” dell’Inter (martedì scorso via PEC), l’amministratore delegato Luca Percassi nel primo pomeriggio ha risposto chiarendo la natura degli accordi risalenti all’agosto di un anno fa: il nulla osta alla cessione a un super top club europeo, dopo aver rigettato l’offerta di 20 milioni del Paris Saint-Germain, e l’altro presupposto, ovvero che “per quanto dato e ricevuto, Ademola non si sarebbe mai visto in Italia con una maglia diversa da quella dell’Atalanta.

Adesso, come controreplica, non sta più salvo smentita ottemperando agli obblighi contrattuali l’attaccante nigeriano classe 1997, Pallone d’Oro d’Africa in carica, re dell’uno contro uno e assurto a livelli di fuoriclasse agli ordini di Gian Piero Gasperini con 52 gol e 15 assist in 118 presenze impreziosite dalla tripletta in finale a Dublino il 22 maggio dell’anno scorso al Bayer Leverkusen valsa la conquista dell’Europa League.

Il resto della squadra è invece sceso in campo verso le 18 dopo aver cominciato la seduta alla ripresa in palestra nei pressi delle 17, causa caldo intenso nella Bassa (e non solo): rimarrà in ritiro, quindi anche a dormire, in sede, fino a giovedì mattina. Due giorni dopo, sabato 9 agosto alle 15.30, il test-bis in Germania a Colonia dalla neopromossa. Prima, però, mercoledì 6, alle 17 ma a porte chiuse, a Zingonia, il match ovviamente sempre amichevole col neo cadetto Monza. La sensazione, diremmo quasi una certezza, è che fino alla cessione all’Inter o a qualunque altro miglior offerente ‘Mola, che s’è visto ridurre a mo’ di manichino con una maglia a suo nome, la terza, quella gialla uscente, in città, con la scritta infame sotto il numero 11, non si rifarà più vivo. 
S.F.