Serie A 2a giornata – Parma, stadio “Ennio Tardini” – sabato 30 agosto (ore 18.30)
Parma – Atalanta 1-1 (0-0)
PARMA (3-5-2): Suzuki 6; Delprato (cap.) 7, Circati 7, Valenti 5,5; Lovik 6,5, Bernabé 7 (47’ st Estevez sv), Keita 5,5 (36’ st Cutrone 7), Sorensen 6,5 (36’ st Ordonez sv), Valeri 7; Almqvist 5,5 (12’ st Oristanio 6,5), Pellegrino 6,5. A disp.: 40 Corvi, 66 Rinaldi; 3 Ndiaye, 4 Balogh, 19 Begic, 37 Troilo, 27 Britschgi, 7 Benedyczak, 65 Plicco, 30 Djuric. All.: Carlos Cuesta 7.
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi 7; Scalvini 5,5 (43’ st Brescianini sv), Hien 6,5, Djimsiti 6; Bellanova 6, De Roon 6, Pasalic 6,5, Zalewski 6 (20’ st Zappacosta 6); De Ketelaere 6, Maldini 5,5 (19’ st K. Sulemana 5,5); Scamacca 5,5 (19’ st Krstovic 7). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello; 3 Kossounou, 69 Ahanor, 94 Bonfanti, 47 Bernasconi, 6 I. Sulemana, 10 Samardzic. All.: Ivan Juric 6.
Arbitro: Mariani di Aprilia 6,5 (Bindoni di Venezia, Tegoni di Milano; IV Ferrieri Caputi di Livorno. V.A.R. Aureliano di Bologna, A.V.A.R. Pairetto di Nichelino).
RETI: 34’ st Pasalic (A), 40’ st Cutrone (P).
Note: tardo pomeriggio soleggiato e serata tardo estiva, terreno in buone condizioni. Spettatori 17.212 di cui 12.757 abbonati (rateo 173.510,05 euro) e 1.500 ospiti per un incasso complessivo di 259.586,05 euro. Ammoniti Hien e Valenti per gioco scorretto, Oristanio e De Roon per reciproche scorrettezze. Tiri totali 7-11, nello specchio 3-3, parati 2-2, respinti/deviati 2-4, legni 0-1. Var: 1 (check gol fuorigioco Hien sul gol dell’Atalanta). Corner 1-2, recupero 1’ e 4’.Parma – Prevedibile, lenta, senza uscire veramente dal guscio al rientro dal tunnel a differenza dell’esordio da punticino col Pisa. L’Atalanta, che riesce a tirare in porta la prima volta al settantaquattresimo, la seconda mica la sbaglia ma alla successiva del Parma vede uscire dalla stampante a colori slavati la fotocopia del pari striminzito della prima giornata. La gioia dura il palpito dell’illusione, lancione di De Roon spondato di testa da Hien, scarico di Krstovic (duello vinto con Valenti) e Super Mario Pasalic (sessantesimo gol – quinto di sempre nel club insieme a Josip Ilicic – alla trecentesima – ottavo posto nella storia – presenza) di collo esterno a pelo d’erba a fil di primo palo non troppo da fuori area. I Crociati, più brillanti, ci mettono la primizia di Cutrone sulla ribattuta generata dalla punizione crossata di Valeri per il grande ex Enrico Delprato e il professor Ivan Juric viene rimandato al Lecce dopo la pausa per le Nazionali, il 14 settembre, tre giorni prima di salire al Parco dei Principi contro i campioni d’Europa. La ciabattata di Valeri nella punizione a due toccata da Bernabé, accordata per la gamba alta di De Roon su Pellegrino su palla dentro dell’argentino, apre le danze delle mezze chances a spezzare una fase di studio lunghetta e a ritmi bassini, anche quando Scamacca non coglie il 13 su scarico dal fondo di Bellanova in linea con la catena di destra per via della marcatura asfissiante di Circati. Primo angolo senza esito, mentre al quarto d’ora Zalewski spezza la trama pericolosa tra Almqvist e l’inserito Lovik. Due lancette e De Roon, di seconda, non chiude l’angolo sull’azione tra il polacco e il terminale unico atalantino, girato di spalle e recuperato da Valenti con una diagonale comunque seguita da un rinvio corto. A 18’34”, Scalvini borseggia Keita che lo scalcia, palla ancora al ragazzo di Fidene che scavalca Suzuki in lob cogliendo il palo interno alla destra del portiere di casa. Alla mezzora, scollinato lo sterile forcing parmente sulla trequarti offensiva, l’uscita dell’italo-polacco ex Roma e Inter palla al piede sfocia nell’angolo controcrossato e rimesso dentro di testa da capitano bergamasco, nella mischia che rimbalza Maldini e nella girata debole di Djimsiti da fuori area preda facile dei guantoni nemici. Nessuno ne parli come di una conclusione nello specchio.Intorno al 38’, il botta e risposta Valenti-Pasalic nel nulla, il secondo lamentando un corner non assegnato dopo una conclusione difficoltosa di prima intenzione un metro più in qua dal vertice sinistro dell’area in chiusura di triangolo col figlio d’arte e il primo dal lungolinea mancino potente ma a lato del primo palo sull’onda di un flipper da rimessa laterale innescato da Valeri coi rispettivi capitani protagonisti di alleggerimento di testa e riallungo verso l’area col braccetto palazzolese ad appoggiarla di fronte all’avversario. Al 44’, Hien libera il cross del pendolino mancino ex Cremonese e sempre di sinistro stavolta è Bernabé a provarci di collo esterno obbligando Carnesecchi al salvataggio in tuffo. La ripresa ricomincia sempre sul filo dell’imprecisione, vedi passaggio di Scalvini lungo per Bellanova dopo il cross respinto del medesimo lungo la manovra De Ketelaere-Scamacca (gomito alto su Delprato poco prima, occhio) da destra a centro area culminata nel rituale scarico per mancanza di spazi. A ruota, Pasalic, comunque non in grado di combinare alcunché, è in offside (7’) sulla palla dalla destra di Maldini, rimpallato favorevolmente sul disimpegno di De Roon, mentre di là strizza allo stato puro per il doppio miracolo carnesecchiano su Oristanio e Pellegrino, tutto però viziato dal mani netto dell’ex Venezia, ultimo ducale insieme a Cutrone, su un anticipo di Djimsiti che deve tagliare tutto il reparto per cucire la pezza. Scollinato il ventesimo della seconda metà, i pericoli finalmente anche grazie ai cambi davanti, due terzi del tridente rivoluzionato, arrivano anche dalla Bergamo del pallone e, spentosi fuori misura il girello alto di Pellegrino in scia a un Oristanio nuovamente ribattuto, Krstovic spara dritto davanti all’area piccola a correzione del la di Bellanova. Il contropiede dello stesso serbo per CDK e Kamaldeen Sulemana per rintuzzare uno schema di casa sfocia nel recupero di Keita, colui che aveva perso il boccino, sul crossetto del ghanese, molliccio come tutta la Dea (23’). Murati il fiammingo e Bellanova, è del Lecce il primo tiro in porta, occasionissima non sfruttata sganciando un destro centrale sul rientro del perno locale dopo aver agganciato il lancio mancino del jolly croato dalle retrovie. Sedici al novantesimo e non si cava un ragno dal buco, quindi i fuochi d’artificio finali col rimpianto della marcatura saltata sul tap-in da zero metri sotto la traversa con De Roon uomo più vicino del rimorchio esausto Krstovic-Pasalic, frenato dal rientro di Lovik, sul rilancio di Charlesone dalla trequarti difensiva. Qualcosa non va, anzi molto di più. SF
sabato 30 Agosto 2025

