Non voglio fare la morale ad alcuno, solo esprimere la paura e la tristezza che sento per l’odio che leggo o che ascolto, sentimento incastrato nelle pieghe di parecchie persone, nei loro cuori induriti dalle delusioni che a loro ha riservato la vita. Tralascio chi commenta sarcastico, o addirittura trionfante, ogni volta che c’è una strage di bambini a Gaza, sperando che non sia opera di umani, ma di un malefico computer gigante magari di Trump o di Netanyahu, comunque costruito da Elon Musk. Vi invito invece a leggere i commenti su Facebook alla notizia riportata da L’Eco di Bergamo riguardo all’uomo morto sul Brembo dopo avere ingerito della cocaina per sfuggire a un posto di blocco a Treviolo. Gente che è tra noi, non militari israeliani, che scrive “evviva meno uno” oppure “non mi dispiace nemmeno un po’” o, ancora, “oggi solo belle notizie”, decine e decine di frasi del genere, con emoticon imbarazzanti, quelli della festa, col solito razzismo di fondo, perché il protagonista dell’episodio era di origini nordafricane. Detto che eliminerò dalle mie amicizie chi ha scritto parole tanto inquietanti, mi chiedo dove siamo e cosa sia successo nel nostro Paese negli ultimi anni se dei cittadini “normali” si definiscono felici per un fatto tragico. Non sono cattolico, ma apprezzo grandemente la pietà crociana, che è poi la pietas romana diventata all’inizio del medioevo la misericordia cristiana, l’idea giusta che non possa esserci gioia per un lutto, ma che si debba invece riflettere tutti insieme sui motivi del fallimento di una società che ha portato un uomo nel pieno della sua vita a morire in un modo atroce. Parlo alla mia parte, quella civile, ci indigniamo giustamente, e io sono il primo, per il genocidio in Palestina e per l’immobilismo del nostro governo, silente di fronte alla squallida deriva del sionismo, non possiamo accettare che anche da noi ci sia chi ha comportamenti disumani. Se lasciamo che sia, se restiamo in silenzio, se non li facciamo vergognare, se non li portiamo a ragionare, siamo complici della violenza verbale o fisica nei confronti del diverso, il disperato, quello in difficoltà, facendo un altro passo verso il brutto mondo che i potenti della Terra stanno già provando a creare e che io non voglio vivano i miei figli, Vinicio e Zeno, che amo.
Matteo Bonfanti
Nella foto: il luogo dove è morta la persona che ha ingerito la cocaina


mercoledì 10 Settembre 2025
