Al fuoco di fila di domande sui protagonisti della serata col Club Brugge, prima vittoria personale assoluta e prima di squadra in Champions League nell’edizione 2025-2026, Ivan Juric non si limita a rispondere mettendo Mario Pasalic sul piedistallo. “Siamo entrambi di Spalato, non siamo tipi da arrenderci. Lui incarna lo spirito dell’Atalanta: corre a recuperare palla, a prendersi il rigore, a segnare di testa sull’ultimo corner utile. Ma i giovani usciti dalla panchina, Samardzic e Sulemana, oltre ai titolari Ahanor e Bernasconi, ci hanno dato quella spinta in più”, la premessa del tecnico nerazzurro.

“La mia prima vittoria in Champions è stata un’emozione enorme. Eravamo in difficoltà numerica ma abbiamo reagito bene. La dedica è a tutta la gente che tifa Atalanta, ci stanno dando veramente tanto. A proposito, per Bellanova e Kossounou sembra poca cosa, del resto è un periodo in cui stiamo spingendo moltissimo – prosegue il mister spalatino -. Ederson e Lookman a tratti hanno fatto vedere quello che sono, hanno giocato un’ora ma non sono ancora brillantissimi. Contiamo di recuperarli al cento per cento a breve”.

Sulla partita, non è un Juric da bicchiere pienissimo: “Abbiamo concesso un gol evitabile. Non dico che fossi scontento nel primo tempo, solo non avevamo la ferocia che volevo vedere. Nel secondo, invece, abbiamo alzato i ritmi e il Bruges faticava a tenerci. I cambi ci hanno garantito una marcia in più per rimontare”.

“Non so se Ahanor sia una certezza, essendo alla terza partita da titolare (dal 27′ per Hien col Torino, in realtà, NdR) a tempo pieno. Sta crescendo molto bene, è precoce. Bernasconi è una bellissima storia, arriva dall’Under 23 dove l’anno scorso ha fatto un lavoro strepitoso con Francesco Modesto. E’ un ragazzo del settore giovanile, la società l’ha fatto crescere con pazienza.

Pasalic è di Spalato come me, abbiamo la caratteristica di non arrenderci mai. Ci capiamo. Ha uno spirito favoloso, quello di tutta la squadra: si guadagna il rigore, corre a recuperare palla e segna nel finale il gol della vittoria. 
Ho avuto sempre la sensazione che dovessimo aumentare i giri il prima possibile. Ho avuto la sensazione che nel secondo tempo andassimo comunque il doppio: eravamo molto sul pezzo. 

Il ruolo ideale di Lookman e Sulemana è lo stesso, lì ad attaccare da sinistra, ma Kamaldeen gioca anche a destra. Possono giocare insieme, è una soluzione. Non è che Dino a Southampton abbia avuto tutte queste occasioni. Di Samardzic si parla poco, ma sta facendo un grande inizio di stagione, l’avevo visto benissimo già in ritiro” (Ivan Juric).

 

“Una partita perfetta a livello personale tra rigore procurato e 2-1, ma conta la vittoria dell’Atalanta. Abbiamo dato una risposta forte alla brutta sconfitta di Parigi. Godiamoci questa vittoria senza dimenticare che sabato c’è la partita di campionato col Como.

L’errore nel primo tempo c’è costato il gol preso, ma non è che avessimo fatto male nel primo tempo. All’intervallo abbiamo concordato di alzare il pressing rimanendo concentrati, al ritorno ci siamo riusciti perché il Brugge ha giocato praticamente sempre nella sua metà campo. Il 2-1 è meritato, abbiamo creato molte più occasioni. 

Il periodo è complicato per gli infortuni, provocati dal calendario fitto in cui ogni tre giorni si deve giocare. Abbiamo non poche assenze. L’importante è che chiunque scenda in campo dia il massimo, è questo che fa la differenza. Quando saremo a pieno organico potremo fare ancora meglio. Per adesso traiamo energie e fiducia da partite e da risultati come questo. 

Essere premiato come migliore in campo è bellissimo, questa è la competizione più importante. Voglio vivere tante altre serate così. In più, in tribuna sono venuti tanti amici dalla mia città, Kastela, vicino a Spalato: segnare e condividere con loro la mia gioia è stato emozionante. Ovviamente dedico a loro gol e tre punti, mi sostengono da sempre e vederli mi ha reso felice. L’esultanza con mister Juric e tutta la panchina al mio gol dimostra che ci teniamo tantissimo e abbiamo fatto subito gruppo (Mario Pasalic).

“Sul dischetto la palla pesava, l’importante è essere riuscito a segnare. Il momento più bello è aver festeggiato con la Curva Nord. Sono entrato e ho aiutato la squadra come potevo, tra rigore e cross. Ti alzi dalla panchina e vuoi fare tutto questo. L’ha fatto anche Musah, l’assist del 2-1 sul mio cross è suo. Siamo una squadra vera, con giocatori che subentrano e incidono. E siamo una squadra forte: in serie A due pareggi subito, poi siamo cresciuti e siamo ancora imbattuti. 

La partita comunque è stata molto complicata, ci ricordavamo dei due precedenti nei playoff a febbraio quando fummo eliminati dallo stesso avversario. Conoscevamo il loro modo di giocare, sono molto compatti e riescono a sviluppare bene le azioni ripartendo. Nel calcio di oggi, però, si gioca in quindici o in sedici, le riserve devono saper dare la scossa ed è così che è andata stavolta, ribaltando il punteggio. Era fondamentale vincere (Lazar Samardzic). 

 

“Il Brugge è bravo con la palla tra i piedi, dà pochi riferimenti e trova sempre giocate di prima per le punte, sempre molto veloci, tecniche e pericolose. Riuscivano a essere sempre davanti ai nostri difensori. Avevamo di fronte un collettivo che si muove molto per il campo per evitare il pressing con qualità, mettendo sempre in difficoltà l’avversario come è stato con noi anche stasera. Non è stato per niente facile vincere, un imperativo per noi che sentivamo la sfida come un classico dentro o fuori dopo la sconfitta col PSG.

Spero per Raoul Bellanova che il suo fastidio muscolare non sia nulla di grave, lui come gli altri è un giocatore importante per noi. Dispiace sempre dover entrare perché un compagno si fa male. La speranza è che lui e Kossounou possano recuperare in breve tempo. Quanto a me, se ce n’è bisogno, mi sposto dalla fascia alla difesa, nessun problema… (Davide Zappacosta).