Le pagelle di Francoforte premiano il tridente che aveva fatto sognare a Dublino il 22 maggio dell’anno scorso. L’Atalanta, già bella e combattiva a Marsiglia con Ivan Juric, stavolta è bellissima. 

Carnesecchi 6: pro forma anche su Cheibi nel primo tempo, figurarsi su Wahi a botti consumati.

Kossounou 7: fa rimpiangere la mancata titolarità di Napoli, quando su quella zolla c’era un maritirizzato Djimsiti. Due fasi, chiusure, recuperi e sostegno.
Hien 7: controlla Burkardt senza annullarlo finché la caviglia dell’avversario si gira dallo sfinimento.
Djimsiti 6,5: si cala l’elmetto e pazienza se Doan nella prima parte del primo tempo gliene combina di ogni, spesso a distanza (29’ st Kolasinac 6: mancava dal 13 aprile, rieccolo a pelo d’erba dopo un recupero molto delicato a ruota del ritorno ufficiale il 15 a Zenica in Bosnia-Romania). 

Bellanova 7: a furia di sovrapporsi fa venire il mal di mare alla catena sinistra dell’Eintracht. Sul pezzo, anche senza fare chissà cosa. 
De Roon 6: lavoro oscuro e sotterraneo guardando Cheibi a vista. L’avversario diretto dura un tempo in cui però fa certamente meglio di lui. Deve rifiatare.
Ederson 7: a sprazzi s’è rivisto il grande giocatore che attizzava i desideri di mercato. Inserimento-bomba per stendere i tedeschi e interdizione come si deve (24’ st Musah 6: l’ossigeno di ricambio).
Zappacosta 7: a 33 anni non esiste un pendolino bi-fascia così performante, che alza il muretto a secco e subito dopo costringe gli avversari a fare altrettanto (24’ st Zalewski 6,5: l’ampiezza richiede turnover anche in corso d’opera. Benino). 

De Ketelaere 8: illumina e rischiara il gioco, lo fa respirare e detta i tempi. Un regista offensivo che sa abbassarsi per inaridire le fonti di gioco altrui e sul tap-in da ko si ricorda di essere pure un attaccante.
Lookman 8: rendimento in crescendo tra una delizia e l’altra. Gol e assist a parte, e fosse poco, è da riempirsi gli occhi la danza del primo tempo sul palla per quel palo mancino così ingiusto, così ingeneroso. L’importante è che non abbia la testa altrove (37’ st K. Sulemana sv).

Scamacca 8: gli manca solo il gol, ma è un centro di smistamento postale su due gambe e 195 centimetri di qualità inusitata per una prima punta con quelle spalle e quelle leve. Due legni dicono che è sfiga e basta (24’ st Krstovic 6: nemmeno in un lago la metterebbe, ma vabbè, quisquilie, essere dentro la partita sul 3-0 è già qualcosa).

All. Palladino 8: le azzecca tutte e di più, rinunciando alla gioventù nella catena sinistra dietro e a tutta fascia a favore dell’esperienza e della concretezza. Dal tridente di Dublino cava quello che Juric, inspiegabilmente, non era riuscito a spremere, ma va detto che la condizione dei due terzi dell’attacco col croato era a metà del guado. Opta per partire quasi sempre da De Ketelaere, che sia a destra o accentrato, usando Scamacca da regista-bis per allargare lontano dall’area. Mossa giusta. Meno male che in Champions era un novizio.
Simone Fornoni