Che è pur vero che sui social ci sono persone perennemente arrabbiate, in grado di intristirmi duro in un solo colpo con i loro commenti acidi e odiosi, ma, in egual misura, c’è pure gente dal cuore grande, che magari dal vivo non ho visto mai, ma con cui nel tempo sono diventato amico nel vero senso della parola, volendoci bene e sostenendoci negli urti della vita, in quella distanza della rete che a volte porta a una vicinanza vicinissima libera e sognante. Tra queste anime belle c’è la Sigo, Silvia Sigorini, una ragazza di Provaglio d’Iseo, con cui ogni tanto mi scrivo, confrontandoci, va detto allegramente, sui principali temi delle rispettive esistenze, l’amore, i figlioli, i padri, le madri, i nonni, la sinistra e la destra, i progetti e il lavoro, il sonno, la fatica, la fame e la sete. Ecco, oggi in redazione è arrivato un pacchetto piccino picciò della Sigo, una scatolina che ho subito aperto, dentro c’erano un biglietto giallo, “Per Vale, spesso i tortellini sono una cura. Buona guarigione”, e un portachiavi di cuoio, appunto a forma di tortellino. Che dire di un gesto così? Sicuramente il titolo di un vecchio film, al cinema nel 1946, “La vita è meravigliosa”, e altre due cosine. Innanzitutto che non ricordo un dono tanto azzeccato fatto a mia madre, che si gioca il primato di tortellinaia migliore della cucina italiana con mia nonna, la Pina, che però in questo momento è fuoriclassifica perché due anni fa è passata nella cucina del Paradiso, a far da mangiare divinamente al Bambin Gesù, alla Madonna, a San Pietro e al Santo Padre. Poi che domani all’ospedale darò il regalino della Sigo alla mia mami che starà ancora meglio di ieri perché il bene si passa, col pensiero o di mano in mano, mentre il male, invece, resta lì.
Matteo Bonfanti
giovedì 11 Dicembre 2025

