Sulla terra rossa di Cividino sfilano i bomber, nel segno dell’Atalanta. Bianchi e Rossini: «Stagioni
impressionanti» Il gol dell’Accademia dello Sport? La solidarietà, ovviamente, incisa nel nome di un’associazione che da anni fa tanto per il territorio bergamasco. Il Tennis 2018 riparte allora nel segno dei grandi attaccanti: dopo il venerdì inaugurale, Cividino ha accolto il solito via-vai di grandi nomi, mettendo in campo un «roster» all’insegna del pallottoliere.
Lo chiamavano «El segna semper lü» non per caso. Maurizio Ganz a Bergamo è a casa, e a Cividino ancor di più: «Sono sempre contento di esserci, credo sia la mia venticinquesima partecipazione al torneo, sempre in coppia con papà: tre finali perse e una vinta, ma quest’anno purtroppo non riuscirò a giocare con continuità». Perché il bomber s’è seduto in panchina, «sanguigno e con la passione di sempre»: il centravanti friulano, 50 anni a ottobre, ora allena l’Ascona, club svizzero, e il suo campionato finirà il 9 giugno.  A Bergamo, con Ganz, non si può non parlare di Atalanta: «I preliminari di Europa League sono il coronamento dell’ennesima grandissima stagione, perché non era facile ribadire quanto fatto l’anno scorso: in coppa, l’Atalanta può primeggiare». Chiusura sugli attaccanti, col giudizio di chi vive per il gol: «Musa Barrow? Ha grandi qualità, è molto rapido, sembra esperto nonostante la giovane età: sa già cosa deve fare, aspettiamolo sulla sua strada. Petagna? Fa reparto da solo, è migliorato tantissimo, porta sempre via due-tre giocatori: sì, con Barrow può giocare insieme, un po’ come facevo con Saurini», sorride Maurizio.
Di gol in gol, ecco altri professionisti dell’esultanza. Al Tennis 2018 c’è Fausto Rossini, perché «fare del bene fa sempre piacere». Oltre cento le presenze in carriera con l’Atalanta, una storia rimasta nel cuore: «Di questa squadra mi impressiona sempre la condizione fisica. I preliminari di Europa League sono insidiosi, serve una rosa ampia».

E poi c’è Rolando Bianchi, il puntero di Albano, partito da Zingonia e arrivato sino al City: «Tutti gli anni cerco d’imparare a giocare a tennis ma non ci riesco: l’importante è comunque fare solidarietà», premette sorridendo. Lo sguardo è ampio, dal «pubblico» al privato: «L’Atalanta ha fatto un campionato pazzesco, merito del grande progetto societario. Il mio futuro? Sono a un bivio, intanto sto studiando da allenatore».
Il grande passo lo ha fatto ormai due anni fa Gianpaolo Bellini, l’uomo dei record nerazzurri, il ragazzo di Sarnico che s’è cucito addosso la maglia dell’Atalanta da bambino e mai se l’è tolta: dopo una vita sulla fascia, nell’ultima stagione s’è messo alla prova come viceallenatore della Primavera atalantina. Martedì 22 maggio, si metterà invece in gioco per beneficenza, calcando la terra rossa del Centro
«Mongodi»: oltre al «Bello», tra i tanti «big» attesi ci sono anche Piero Fanna, Alberto Almici, Massimo e Antonio Paganin e Ottavio Missoni jr.