A tu per tu con Marzio Viscardi, tecnico del Medolago dei record.
Mister, parlaci della tua carriera da allenatore.
“Ho 40 anni, come allenatore sono cresciuto nella società calcistica del paese. Ho cominciato allenando la formazione Dilettanti, poi la Juniores e alla fine sono approdato in prima squadra. Al primo anno siamo riusciti a fare il salto in Seconda Categoria, per poi restarci un anno. Poi sono approdato al Calusco, con la famiglia Mauri e il ds Sandro Zonca, arrivando alla promozione in Prima Categoria. Quindi sono tornato a Medolago, dove lo scorso anno lo abbiamo terminato con il record di punti e quest’anno stavamo facendo qualcosa di straordinario, prima che il virus fermasse tutto”.
Quanto ti manca il campo?
“Tantissimo. Manca la condivisione coi miei ragazzi e con lo staff, mancano tutti i momenti della partita alla domenica, partendo dall’ansia che sale prima del match e finendo con l’aperitivo post-gara”.
Le tue esperienze da calciatore.
“Preferirei parlare solo della mia esperienza da allenatore (ride…), comunque ho iniziato la carriera a Calusco, per poi avere una parentesi nel Lecchese e concludere a Medolago”.
La tua filosofia di gioco.
“Mi piace molto un gioco votato all’attacco. Il marchio di fabbrica? Diciamo il “triplo rombo”: nella promozione con il Medolago ci ha permesso di essere la squadra che ha segnato più reti. Generalmente in base a ciò che mi mette in mano la società a livello di giocatori e ruoli, mi adatto”.
Cosa ti ha portato a diventare allenatore?
“Faccio il mister più o meno da 10 anni. Una sfida nata per gioco, dopo aver rotto i legamenti. Per ora è un’avventura più che positiva. Altri ruoli? Il direttore sportivo no, ognuno nel Medolago ha le proprie mansioni da svolgere. Nella nostra società c’è una persona straordinaria, Virginio Ghisleni, che ricopre questo ruolo e ha grandi qualità di organizzazione. Colgo l’occasione per ringraziarlo di cuore per ciò che ha fatto in tutti questi anni”.
Il tuo pupillo.
“Ne ho uno ma non posso dirlo per non fare torti a nessuno dei miei giocatori. Al posto del pupillo nomino il mio staff al completo: Mauro Preda, Fabio Casali, Manuel Rotella, Davide Previtali e Claudio Arzuffi”.
Le persone più importanti della tua carriera.
“Ho incontrato tante persone straordinarie, ognuna delle quali mi ha dato qualcosa. Qualcuno l’ho gia nominato sopra, ma ne manca uno molto importante, un presidente, un tifoso, Luigi De Vecchi: anche se lo vediamo poco, si fa sempre sentire molto”.
Come si sta al Medolago?
“E’ un’oasi bellissima, piena di persone favolose. L’obbiettivo era quello di migliorare il campionato dello scorso anno e, almeno fino allo stop imposto, direi che l’avevamo raggiunto”.
Un messaggio ai giovani.
“Nel mio gruppo ci sono giovani molto validi, l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di continuare su questa strada: impegno costante e dedizione, anche se spesso si fa fatica, visto che la vita pone davanti molte altre priorità”.
E’ il momento dei saluti.
“Chiudo salutando tutti i lettori di Bergamo & Sport e i ragazzi della mia squadra. Mi mancano moltissimo. Speriamo di vederci presto per una bella partita con conseguente mangiata finale. Forza Bergamo!”.
Mattia Locatelli