Un cuore col profilo di Bergamo Alta e il motto dei motti per ogni bergamasco che si rispetti: “Mola mia”. Josip Ilicic, dopo il colloquio con staff e dirigenza ai piani alti del Centro Sportivo Bortolotti, da fuoriclasse ritrovato per l’Atalanta e i suoi tifosi ha ricevuto l’affetto dei presenti e anche un dono di quelli che non si dimenticano. Un incoraggiamento a riaprire la parentesi chiusa con la comparsata dell’11 luglio scorso in casa della Juventus. Ma anche un regalo da condividere prossimamente coi compagni, ai quali non si è ancora riunito per via dei problemi personali da superare: “Ce ne sono pronti altri 24, personalizzabili, che voglio consegnare di persona fuori dai cancelli”, promette Laura Capella, supertifosa nerazzurra e figlia di una delle troppe vittime del Coronavirus.
Una falcidie che ha fatto perdere l’equilibrio anche a un fuoriclasse come Josip, profugo e orfano di guerra, piombato in un buco nero da cui sta provando a riemergere. Nel post lockdown San Giuseppe non ha potuto ripetere i miracoli di prima, quando era rimasto a lungo il bomber incontrastato della squadra, a quota ventuno sui tre fronti, con cinquina in Champions e poker soltanto a Valencia. La sua stagione era finita virtualmente quel 10 marzo ricordato da uno dei tre striscioni appesi all’inferriata: una fotografia ben presente nei ricordi del pubblico bergamasco, quella col pallone in mano, al “Mestalla”, teatro del suo poker personale nel 4-3 degli ottavi di ritorno di Champions League, sormontata dalla scritta “Josip mola mìa (non mollare, in dialetto bergamasco, ndr), Bergamo è con te”.
Gli altri due? La gigantografia di una sua tipica esultanza dopo un gol scivolando sul campo e quello più compiutamente atalantino, col profilo di Bergamo Alta e il sottopancia “Folle amore nostro”. È assolutamente probabile che Ilicic nel suo lunedì del rientro alla base abbia conferito con lo staff tecnico e con la dirigenza, alias l’allenatore Gian Piero Gasperini e l’amministratore delegato Luca Percassi, e che gli sia stato sottoposto un programma di recupero personalizzato. Il regalo di Laura, a nome di tutta una comunità che si sente vicina alle sofferenze del suo campione, vale più delle tabelle di marcia e dei percorsi di rinascita sul campo di un ragazzo sensibile che nei sentieri oscuri della vita ha lasciato il cuore troppe volte. Oggi, però, vuoi mettere, ne ha ritrovato uno.






lunedì 7 Settembre 2020


