Le cose non andavano affatto bene nel matrimonio di Fabrizio. Il declino era cominciato da qualche anno a dire il vero, ma c’era sempre la speranza che tutto si sistemasse: aveva due splendidi figli, una moglie bellissima e lui non voleva veder fallire un progetto sul quale aveva investito tantissimo in termini sentimentali. Un dì d’estate, forse spinto da un bisogno di fuga suggerito dalla mente, decise di star lontano da casa per qualche giorno, accettando la proposta di colleghi di lavoro in occasione di un concerto che si sarebbe tenuto in Romagna, più precisamente a Rimini. La proposta, quando lo comunicò alla famiglia, fu accettata con entusiasmo dalla moglie, la quale gli disse che un po’ di stacco avrebbe fatto bene a tutti e due, mentre fu accolta malamente dai suoi bambini, i quali erano molto attaccati al padre. Per lenire un poco il loro e il suo dispiacere per l’assenza gli disse di portare pazienza che quattro giorni sarebbero volati. Giunse il dì della partenza, salutò i figli e diede un bacio alla sua bellissima moglie, la quale si ritrasse quasi fosse imbarazzata. Fabrizio salì in auto con i suoi colleghi sgommando via alla volta di Rimini. Il viaggio fu divertente: la radio suonava musica a tutto volume e i suoi amici cantavano e ridevano coinvolgendolo. Sapendo della sua situazione gli dissero di lasciare quella faccia da funerale almeno per questi quattro giorni. L’uomo accettò di buon grado ed ecco delinearsi sul suo volto il primo vero sorriso della minivacanza. A questo ne seguirono altri durante la permanenza in terra di Romagna e, sebbene sentisse la fortissima voglia di chiamare casa per sentire i suoi pargoli, resistette perché non intendeva parlare con la moglie: voleva che questa esperienza fungesse da reset per ricominciare con tutti i buoni propositi. I quattro giorni, come aveva detto ai suoi bambini, volarono perché è sempre così quando ci si diverte giungendo il momento del ritorno. La notte, l’ultima notte, dormirono pochissimo e patirono poco prima dell’alba: alla guida stavolta Fabrizio, il quale non mollò il volante fino all’arrivo a casa. Giunto alla sua abitazione, in una cittadina nel lontano nord, non vi trovò nessuno siccome i suoi figli erano a scuola e la moglie al lavoro. L’uomo sorrise rivedendo l’ambiente famigliare, mosso dal proposito di rimboccarsi le maniche per aggiustare il matrimonio. Però era provato dalla lunga guida che, sommata all’assenza di sonno, gli suggerì di farsi una dormitina in attesa del rientro a casa della famiglia. Indi per cui si tolse i vestiti ed in mutande si gettò a corpo morto sul lettone tirando un profondo sospiro appagato: il suo viso affondò nel morbido cuscino ma proprio in quel momento avvertì una tremenda sensazione, una stretta micidiale al cuore perché sentì un odore diverso penetrargli le narici. Agitato si sollevò di scatto passando ad annusare il cuscino della moglie sentendo il profumo della sua pelle. Tremante tornò sul proprio ritrovando l’odore di un altro uomo, al che disperato si sollevò dal letto con le mani nei capelli perché non poteva e non voleva accettare l’idea che lei, Veruschka, l’avesse tradito. In un attimo l’uomo vide la fine del suo matrimonio, vide la perdita dei suoi amati figli, vide la fine di un progetto a cui era rimasto attaccato con le unghie. Fabrizio si appoggiò al muro con la schiena e pian piano scivolò a terra piangendo come un bambino. Più tardi mandò un messaggio alla suocera con scritto che sarebbe andato lui a scuola a prendere i bambini perché voleva fargli una sorpresa: ci mise molto tempo a scrivere perché le mani tremanti furono d’ostacolo. Nel pomeriggio si recò a prendere i suoi figli, i quali gli corsero incontro abbracciandolo e riempiendolo i baci: Fabrizio non ne perse nemmeno uno, assaporandoli tutti fino in fondo come fossero i suoi ultimi istanti di vita. Tornarono a casa e come solito si misero a giocare perché questo i bambini erano soliti fare con lui la sera quando tornava dal lavoro. Durante quel divertimento gli dissero che nel fine settimana erano stati a dormire dai nonni, al che Fabrizio avvertì un altro tremendo colpo al cuore. Ormai aspettava solo il colpo di grazia, la botta finale: la confessione della donna che aveva amato. La moglie rientrò a casa al solito orario mentre lui stava ancora in cameretta con i bambini: varcò la porta e vedendolo gli fece un sorriso chiedendogli com’era andata la “vacanzina”. L’uomo rispose “illuminante” al che Veruschka annuì contenta dicendo loro di continuare a giocare mentre lei avrebbe preparato la cena. Il pasto serale si svolse come al solito: i bambini tenevano banco con la loro ilarità e Fabrizio osservava in tralice la propria moglie cercando di cogliere delle inflessioni del viso, delle incertezze che avvalorassero la tesi che lui non voleva accettare. Giunse l’ora della nanna e, come da copione, se ne occupò il padre perché dopo “pigiama, denti, pipone e a letto” sarebbe scattato il momento “storia” in cui il papà avrebbe sciolinato l’ennesima narrazione fantastica ai propri figli. Tutto si svolse come da programma e finito il racconto, Fabrizio salutò le creature con un lungo bacio in fronte, uscendo e chiudendo la porta della camera con la morte nel cuore: sapeva che ora lo aspettavano i momenti più duri in cui avrebbe chiesto la verità alla moglie. E la vide distesa sul divano mentre guardava in televisione una puntata del Grande Fratello: il marito odiava quella trasmissione mentre la donna l’adorava. Fece un sospiro e si sedette al suo fianco, lei gli sorrise e per molto tempo nessuno dei due fece una parola. D’un tratto Fabrizio le chiese se poteva parlarle ed Veruschka gli rispose, un poco seccata, che avrebbe perso un momento fondamentale: sapere chi degli ospiti avrebbe dovuto abbandonare la Casa del GF. Gli disse di attendere e Fabrizio, in quel momento, sentì a sua volta la sensazione d’essere un ospite in casa propria. Trascorse dell’altro tempo, infine, approfittando di una pausa pubblicitaria, le porse la fatidica domanda chiedendole se vi fosse un altro uomo nella sua vita. Lei fece una smorfia come se avesse appena udito la castroneria più insensata del mondo. E rise di quella domanda ma… non rispose. Fabrizio ripropose il quesito esponendolo in altri termini e, date le insistenze dell’uomo, giunse la prima negazione, al che il marito sciolinò le sue ragioni parlando del colpo al cuore ricevuto buttandosi a letto. Intanto il Grande Fratello riprese e la donna, un po’ per interesse, un po’ per comodità, finse di non prestare attenzione alle parole di quell’uomo, ma lui sapeva lo stesse ascoltando seguitando ad incalzarla finché d’un tratto lei esplose sbattendogli in faccia tutta la verità, rivelando una relazione clandestina che durava da mesi. Veruschka non si fermò qui perché ormai non c’era più motivo di mentire, svuotando il sacco per l’intero, menzionando altri flirt prima di quello, deridendo il matrimonio, beffeggiando il marito come se volesse infliggere il massimo del danno per frantumare il castello costruito sul loro rapporto. Il maniero crollò miseramente. Da quella sera trascorse del tempo e la battaglia legale che ne seguì s’infuriò perché Fabrizio voleva vedere di più i suoi figli e non solo due weekend al mese. Trovare però un giudice che ascoltasse le sue parole fu cosa molto ardua perché affidare i bambini alla madre era ovvio, dimostrare invece che anche un uomo, un padre fosse in grado di fornire loro il giusto grado di affetto e insegnamento rasentava l’impossibile. Le lotte durarono tre anni fino a quando la tenacia di Fabrizio riuscì a spuntarla riuscendo ad ottenere giustizia. La vita con i propri figli tornò alla quasi normalità e questo perché, sebbene ottenne di averli con sé a settimane alterne, era ben diverso dal vederli tutti i giorni com’era prima della separazione quando, finito il lavoro, sfrecciava come un pazzo a bordo della sua bicicletta per tornare a casa il prima possibile. L’uomo si accontentò di quella mezza vittoria che, a conti fatti, non era altro che una totale sconfitta perché del magnifico castello da lui eretto non esistevano più nemmeno le macerie. Trascorsero gli anni e il dolore patito in quella brutta vicenda gli causò sfiducia nel genere femminile. Un giorno d’estate Fabrizio stava seduto in un grande salone pubblico assorto nella lettura di un libro: indossava le cuffie auricolari in cui risuonavano musiche di Giovanni Allevi per isolarsi dal resto dell’ambiente. D’un tratto vide due piedi davanti a sé che l’obbligarono a distogliere l’attenzione dal tomo. Alzando lo sguardo notò un’affascinante donna dalla chioma rosso acceso: il suo volto era luminoso e le sue labbra erano in tinta con i capelli. Fabrizio fu attratto particolarmente dal sorriso e fu in grado di coglierne le sfumature siccome intenso e triste al tempo stesso, nascondendo un velo di malinconia in quell’espressione smagliante. La donna si scusò per averlo distolto dalla lettura dicendogli fosse solo curiosa di capire cosa stesse sfogliando perché palesemente coinvolto. Lui le mostrò il volume, il secondo di una saga sul regno di Verania: un libro che definì “non il solito fantasy”. Lei ammise di non averne mai sentito parlare, lui fece una smorfia di ovvietà ed iniziarono a chiacchierare: parole su parole con naturalezza e confidenza come se fossero amici da anni, raccontandosi delle ferite inferte dalla vita, di speranze ed obbiettivi, di soluzioni per continuare a vivere e non sopravvivere. La giornata finì con un saluto ed un reciproco bacio sulla guancia, così, con la stessa semplicità con cui era avvenuto l’incontro fra due anime affini. L’uomo era felice: non aveva la minima idea di cosa fosse nato tra loro ma non gl’interessava darne una definizione. Da quel giorno non la rivide mai più ma ogni qualvolta pensava a lei, a Malena, sentiva nell’animo la stessa energia avvertita nel momento in cui salutò quella che nei suoi sogni definì la “donna dai capelli color del fuoco”, colei che grazie alla sua spontaneità seppe infondere nuova fiducia nell’animo ferito di Fabrizio.
Marcus Joseph Bax