Bergamo – Dopo aver ospitato il Congresso Nazionale A.N.C.I. la fine dello scorso anno, la nostra città sarà ancora sede di un evento nazionale quale il Congresso della SLC-CGIL Nutrito il programma dal titolo “Cambiare il presente, costruire il futuro”: il focus riguarderà il modello di rappresentanza e della trasformazione in atto nei processi produttivi dei settori di competenza dell’Organizzazione.
SLC (Sindacato Lavoratori della Comunicazione) è il sindacato di categoria della CGIL nato nel 1996 dall’accorpamento tra la FILPT (Federazione Italiana Lavoratori Poste e Telecomunicazioni) e la FILIS (Federazione Italiana Lavoratori dell’Informazione e dello Spettacolo).
La costituzione del SLC ha rappresentato l’approdo finale di un progetto di omogeneizzazione, decisamente complesso ma sicuramente lungimirante, che ha consentito di realizzare, in ambito CGIL, la rappresentanza univoca di tutti i lavoratori che operano nel mondo della comunicazione, in senso lato.
Oggi sono circa 40 i CCNL di riferimento per i vari settori che fanno capo al SLC ed oltre 100.000 gli iscritti fra i lavoratori delle rispettive aziende. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che appartengono a:
• Aziende postali e bancoposta
• Aziende di telecomunicazioni
• Aziende di emittenza radiotelevisiva
• Aziende cartarie, cartotecniche, grafiche e editoriali periodiche
• Aziende editrici e stampatrici di giornali quotidiani e agenzie di stampa
• Aziende del settore della pubblicità, informatica
• Aziende videofonografiche, aereofotogrammetriche e di fotolaboratori
• Aziende cinematografiche
• Enti teatrali
• Enti musicali.
Inoltre, lavoratrici e i lavoratori che svolgono:
• Attività dello sport e del tempo libero, Ippica e Case da Gioco
• Attività audiovisuali e multimediali
• Attività di produzione, di distribuzione e di esercizio cinematografico
• Attività teatrali e musicali
• Attività letterarie e di traduzione editoriale;
Lavoratrici e i lavoratori della Società italiana autori e editori (SIAE). Fa altresì riferimento al SLC-CGIL, attraverso un patto di affiliazione, il SINAGI (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia).
Ampia, dunque la platea di lavoratori rappresentati dai numerosi delegati che saranno ospiti nella prestigiosa cornice del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII. Il giorno 7 febbraio è prevista la presenza di Laura Di Raimondo (Asstel), Paolo Chiriotti (Tim), Sebastiano Sonza (Openfiber), Francesco Angelo Siddi (Confindustria Radio Tv), Lorenzo Poli (Assocarta), Emilio Albertini (Assografici), Maurizio De Carli (Cna), Francesca Reich (Poligrafico e Zecca dello Stato), Matteo Del Fante (Poste Italiane), Antonio Nervi (Fondoposte), Francesco Rutelli (Anica), Fulvio Macciardi (Anfols), Umberto Calcagno (Assocalciatori), Mario Petito (Uni Europa).
Il giorno seguente, mercoledì 8 febbraio, si terrà la tavola rotonda “Parliamo di futuro”, in cui si discuterà dell’impatto della digitalizzazione sui settori telecomunicazioni; emittenza radiotelevisiva pubblica e privata; industria della carta, grafica ed editoriale; servizi postali; sport e spettacolo. Parteciperanno Karen Nahum, Francesco Rutelli, Stefano Balassone e Fabrizio Solari, moderati da Luca Telese.
Al Segretario Generale, Fabrizio Solari, abbiamo chiesto alcune riflessioni sull’imminente impegno congressuale.
Dottor Solari, la scelta di Bergamo immaginiamo non sia stata casuale. Qui si festeggia, come a Brescia, la Capitale della Cultura 2023. Con quale spirito affrontate questa importante “tre giorni”?
“La scelta di Bergamo è stata motivata da plurime ragioni. Una tra tutte, la coincidenza tra il suo titolo di Capitale della Cultura 2023 e i risultati significativi che, come Slc-Cgil, abbiamo conseguito nel settore della Produzione culturale negli ultimi anni. Come ricorderà, allo scoppio della pandemia il governo riscontrò difficoltà nell’individuare le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo e dello sport a cui destinare un aiuto. Difficoltà dovute da un lato allo scarso riconoscimento del loro ruolo all’interno del mondo del lavoro, dall’altro alla vaghezza della loro figura giuridica. È stato allora che abbiamo tracciato un iter complesso, ma efficace, fatto di alleanze strategiche e forte determinazione, culminato nella proposta di legge di riforma del settore. Il testo approvato non è esattamente ciò che avremmo voluto, però è un ottimo risultato. E contiene, tra le altre, una misura rivoluzionaria: il reddito di continuità per tutti i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, riconosciuto proprio in virtù della natura discontinua della loro professione”.
Il vostro movimento raggruppa un consistente numero di lavoratori della comunicazione. Oggi più che mai rappresenta un settore nevralgico per la Nazione, chiamato a gestire l’informazione e l’utilizzo dei media con attenzione e con professionalità. In tale contesto quali sono gli obiettivi che vi prefiggete per i vostri iscritti?
“I nostri iscritti nel settore dei media sono riconducibili a due comparti specifici, quello dell’emittenza radiotelevisiva (pubblica e privata) e quello dell’editoria. Le questioni sono diverse per ciascuno, ma entrambi hanno in comune un fattore cruciale: i cambiamenti profondi che la digitalizzazione ha impresso e continuerà ad apportare nella produzione, distribuzione e fruizione dei contenuti. Per chi opera nel broadcasting si tratta di garantire l’acquisizione di nuove competenze; per il digital publishing, invece, la sfida è delineare un contenitore contrattuale per le nuove figure professionali (content creator, digital strategist, social media manager ecc.), affinché godano dei diritti e delle tutele già conquistati per altri. Una tendenza da contrastare, comune ai due ambiti, è l’esternalizzazione: dobbiamo impedire che le nuove tecnologie rilancino vecchie pratiche lesive della dignità di chi lavora, quali il ricorso agli appalti e le forme di cottimo”.
Nel motto del Congresso, avete indicato il presente per costruire il futuro. La “base di partenza” è dunque già una piattaforma su cui operare cambiamenti, prefigurandola elemento essenziale per guardare avanti con maggiore fiducia. Il programma è sicuramente impegnativo…
“Impegnativo e ambizioso, certo. Ma commisurato alla realtà che abbiamo di fronte. Dobbiamo cambiare il presente perché la condizione attuale, fatta di precarietà diffusa e bassi salari, non è più sostenibile. D’altronde, intervenire sulla causa di questi fenomeni, ossia l’assenza di una politica industriale, implica proiettarsi nel futuro. Nei prossimi anni le trasformazioni a cui accennavo prima nel modo di produrre, di commerciare, di fruire dei servizi pubblici e – più in generale – di vivere non faranno che accelerare. Dobbiamo contribuire a definire i confini di questi nuovi paradigmi. Costruire il futuro, in tal senso, non vuol dire limitarsi a ricoprire una funzione di regolazione, ma anche esercitarne una di programmazione. Dobbiamo provare a immaginare il futuro, a porre le nostre condizioni senza farci sorprendere”.
Avete voluto sottolineare l’importante momento congressuale anche con la presenza di Poste Italiane che curerà la sottolineatura filatelica. Una scelta che già dice quanto desiderate lasciare un segno importante in questo 2023. Il mezzo postale rappresenta ancora un modo di “comunicare” ed in tal senso la filatelia continua ad essere un patrimonio della nostra cultura. Concorda?
“Sì, la filatelia resta un patrimonio da custodire e promuovere. A questo impegno, tuttavia, va affiancato quello di declinare il compito storico di Poste Italiane, a servizio del Paese, nel moderno contesto sociale ed economico. Pensiamo al progetto Polis, annunciato di recente. L’idea che la capillarità degli uffici postali dovesse essere sfruttata non solo per vendere prodotti finanziari, ma anche per garantire ai cittadini l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione era stata avanzata proprio da noi alcuni anni fa. Ben inteso che lo sportello non si sostituisce alla pubblica amministrazione, bensì consente di utilizzarne i servizi anche nei piccoli comuni a rischio spopolamento, dove altrimenti l’esigibilità dei diritti di cittadinanza sarebbe assai limitata. Ora, per garantire la buona riuscita del progetto, occorre una rete internet veloce e stabile. Ecco perché con la presenza di Poste Italiane intendiamo pure richiamare l’attenzione sull’intreccio tra il ruolo che il Gruppo ha e avrà nel Paese e il tema dell’infrastruttura generale. Chi la costruisce, chi e come la gestisce è una questione democratica. Avere un collegamento in fibra veloce oggi è un diritto di cittadinanza”.
Segretario, un’ultima domanda. Il futuro vedrà ancora il Sindacato come elemento cardine per disegnare un futuro roseo per la classe lavorativa, nonostante l’innovazione che sembra lasciare sempre meno spazio all’elemento umano?
“La tecnologia non rappresenta di per sé un nemico dell’elemento umano. Dipende dall’uso che se ne fa e dagli scopi che ci si prefigge di conseguire con essa. In quest’ottica, come dicevo pocanzi, l’innovazione non può che rilanciare il ruolo del sindacato, rendendolo ancora più centrale nell’imprimere allo sviluppo una direzione sostenibile, egualitaria e solidaristica”.

Come ricordato con il Segretario Solari, in occasione del Congresso, verrà emesso da Poste Italiane il giorno 7 febbraio uno speciale annullo filatelico che sarà disponibile al pubblico dalle ore 08,30 alle ore 13,00 presso l’Ufficio Postale di Bergamo Centro – Via Locatelli 11 e dalle ore 11,00 alle ore 18,00 presso il Centro Congressi Papa Giovanni Viale Papa Giovanni XXIII (solo con accesso su invito). L’annullo, in formato quadrato, riporta il logo del Congresso ed il motto “Cambiare il presente, costruire il futuro” e sarà disponibile per i successivi 60 giorni sempre presso lo sportello filatelico di Via Locatelli 11.
Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, diventerà per due giorni anche Capitale della Cultura … del lavoro, abbracciando idealmente il mondo della comunicazione, oggi sempre più connesso e veicolo di diffusione e di digitalizzazione ma con un focus sull’elemento umano, dove i lavoratori dovranno continuare a svolgere un ruolo essenziale nel processo produttivo.
Giuseppe De Carli