Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di un papà felice
Ci troviamo in provincia di Bergamo e precisamente a Brembate Sopra, a pochi chilometri dal paese natale di Papa Angelo Giuseppe Roncalli, un uomo che amava i bambini, a cui dedicava carezze la sera prima di dormire. Questa storia, è una storia di genitori che nel modo migliore che si possa fare, amore passione e umiltà collaborano con due mister, Gianni Schembri, siciliano di Licata, e Alessandro Centamore, lombardo di Bergamo, ma anche lui di sangue siciliano.
Ho sentito il bisogno di far sapere attraverso le vostre figure di cosa oggi ha bisogno il calcio nelle scuole calcio, attraverso questo mio pensiero vorrei lasciare un segno, una traccia che evidenzia e riconosca la figura dell’educatore-istruttore, riconosca il modo come viene fatto e che dia valore a quei risultati che non vedono solo vittorie in campo ma tant’altro. A questi due mister che ho avuto l’onore di conoscere e con cui ho condiviso un’esperienza in terra di Spagna, riconosco la conoscenza e competenza, elementi preziosi per chi deve accompagnare dei bambini in un percorso di crescita, che non è mai solo crescita per i bambini ma lo è anche per gli istruttori. Questa cosa la si vede e lo si sente con Schembri e Centamore.
In questa storia è fondamentale il rapporto di GRANDE GIOIA, GRANDE COMPOSTEZZA E COMPLICITA’ tra i genitori e i mister, tutto questo nasce da confronti costanti e periodici dove il rispetto delle figure in campo è a casa e vede i bambini sempre seguiti. In questa storia di vita e di sport (calcio giovanile) la professionalità, la complicità e la competenza di due uomini, due papà ma soprattutto due mister ci porta a esaltare il modo in cui questi bambini vengono portati al vivere e crescere esperienze esaltanti e deludenti che formano la crescita dell’uomo che verrà attraverso la disciplina sportiva del calcio.
Se poi l’uomo è anche campione, bene, ma qui si lavora per l’uomo, il campione è il risultato di un ottimo lavoro fatto sul bambino, adolescente infine uomo. “Ho visto bambini uscire dal campo di gioco, nonostante ci sono state anche delle sconfitte, soddisfatti e felici dopo la gara, consapevoli attraverso un confronto di dolcezza e di amore, riconoscendo gli aspetti da migliorare, senza mai parlare di colpe e di errori, consapevoli di aver fatto il massimo, felici di riproporsi dando di più”. A fine e durante ogni gara si manifesta quella complicità di confronto e collaborazione tra genitori-tifosi e i mister con un comportamento unico e speciale verso i propri figli e avversari che sono anche loro bambini.
Nel vedere tutto questo si avverte una forte emozione poi sentire dire dai genitori che sono felici e gioiosi e si divertono cercando di essere sempre presenti alle partite facendo sacrifici sia per i tanti impegni che hanno e sia quando il maltempo è il vero protagonista. E’ il loro unico obbiettivo quando i loro bambini giocano, il loro rapporto con i mister, Gianni e Alessandro, è un rapporto che richiama la grande forza e unità delle grandi famiglie, i genitori hanno voluto specificare che tutto questo è iniziato l’anno scorso con l’arrivo di mister Schembri e la collaborazione con mister Centamore, la coppia è stata capace in pochi mesi di produrre tanta fiducia. Concludo questa storia con ciò che vede i due mister e i bambini nella quotidianità degli allenamenti, una forte intesa tra i mister che pone i ragazzi ad avere sempre un forte interesse nell’ascolto. Il richiamo è quasi nullo, eppure come in tutti i gruppi di bambini ci sono tante teste, ci sono i rumorosi, i burloni, i timidi ma che seguono e ascoltano.
Cari mister Gianni e Ale un grazie infinito, in questa esperienza ho imparato tanto, vedere rispettare un’incompletezza fisica, affrontare le difficoltà, un risentimento tra compagni, un desiderio inespresso, il senso d’inadeguatezza, sempre con dolcezza, grazie. I bambini tutto questo lo percepiscono, hanno antenne infallibili, sono gi unici a capire il rispetto che gli altri hanno nei loro confronti, l’età che li vede ancora ingenui, veri e spontanei li porta a contraccambiare in un’infinità di modi.
Con l’ascolto, con l’impegno, con la puntualità, con il pianto, con l’esultanza… Ciascuno col proprio modo e ogni volta in maniera diversa. In questa storia di amore, rispetto e passione tutto questo non può sfuggire perché è un bene prezioso quanto difficile da scovare in ogni dove, per me è stata una piacevole sorpresa. Credo, come già detto in precedenza, che il vostro lavoro sia un esempio da proporre in tutte le scuole calcio perché è buon senso e impegno, costanza e dedizione.
Cari mister in cima ai vostri pensieri c’è la soddisfazione di ciascun ragazzino, la sicurezza di un riferimento per i genitori, la solidità del confidente quando gli scarpini stringono perché a questa età il piede cresce sempre, ecc… Avete saputo spargere educazione, far riconoscere quando è meglio il silenzio e quando invece c’è bisogno di unire le mani e gridare insieme “Brembate Alé”. Avete saputo dare qualche dritta di comportamento anche a noi grandi, noi genitori che a volte siamo invadenti e presuntuosi. Resteranno tanti ricordi indelebili, diversi momenti condivisi fra genitori e bambini in un posto dove il calcio viene fatto bene fin da piccoli. Il luogo? Barcellona. Ci siamo divertiti e siamo stati bene e anche questo ci ha aiutato senz’altro a svolgere i nostri ruoli di mister e di genitori con più serenità. Cari mister Gianni e Ale mi piace augurarvi di continuare a distribuire a molti altri ragazzini e ai loro genitori questo vostro modo di essere uomini, amici, papà e mister.
Un grande abbraccio e molti auguri.
G. S.