E’ un diario di viaggio non particolarmente ricco. In tempi di pandemia bisogna rassegnarsi a quello che passa il convento. Già poter viaggiare è quasi una conquista. Poi tra protocolli, tamponi, permessi, autocertificazioni si rischia di perdersi in un mare di carte e di fogli, alla faccia della tecnologia. E’ un gruppo sparuto quello dei cronisti bergamaschi arrivati in Spagna per Real Madrid-Atalanta. Certo si rimpiangono le migrazioni popolari dei tempi d’oro, quando aerei e pullman venivano riempiti in poco tempo. Adesso solo rinunce per il popolo nerazzurro. prima niente Valencia, quindi stop a Lisbona, Liverpool, Amsterdam e oggi Madrid. Siamo solo noi a rappresentare i fans atalantini. Come si sa non si gioca al Santiago Bernabeu, in fase di ristrutturazione, che ha fatto perdere un po’ di fascino alla sfida con i galacticos, e la partita si disputa allo stadio Alfredo Di Stefano nella Ciudad Real Madrid a Valdebebas, periferia di Madrid, zona Barajas dove pernottiamo.
Dunque, il viaggio. Linate-Madrid in un paio d’ore. Controlli essenziali alla partenza, più rigorosi a Madrid ma tra file e triage poi finalmente si è liberi. Il nostro quartiere generale è a Barajas che è un comune di 43 mila abitanti che fa parte della Comunidad di Madrid, a cerca 40 km dalla capitale. Una cittadina moderna che si è sviluppata nel dopoguerra grazie all’aeroporto, la cui costruzione è cominciata nel 1929, passando da centro rurale e agricolo a centro di comunicazione e residenziale. Non è tempo di movida, non è tempo di baldorie notturne, non è tempo di girovagare tra musei e cattedrali. Lo sconsigliano gli scienziati, lo vietano le autorità dello Stato. Quindi non è il caso di fare nemmeno una capatina a Puerta del Sol, il km zero della Spagna. Ci si rassegna a rimanere in avenida Logrono dove si trova qualche localino aperto che presenta, ad esempio, una succulenta paella. E’ un peccato non accontentarsi. Ci siamo dedicati, per dovere lavorativo, alla conferenza stampa di Gasperini e Pessina, ovviamente via zoom anche se il nostro gruppo distava solo un paio di chilometri ma erano presenti i colleghi rimasti a Bergamo. Dispiaciuti anche loro due di non poter disputare una partita, che per l’Atalanta è storica, nel mitico Bernabeu. Ma siamo sicuri che non mancherà un’altra occasione visto il cammino in campionato dei nerazzurri e del resto lo ha ammesso lo stesso mister: “”Siamo testardi, ci riproveremo”.
da Madrid Giacomo Mayer