di Daniele Mayer
30 settembre 2009. L’Inter di Mourinho ha pareggiato il giorno precedente 1-1 col Rubin Kazan in Russia. A fine primo tempo Mario Balotelli, ammonito, viene avvisato dal suo allenatore di stare attento a non prendersi un altro giallo: la sua presenza in campo è fondamentale. Al 15’ del secondo tempo Mario fa un fallo veniale ed evitabile, si becca un altro cartellino e viene espulso. Mario, quel 30 settembre di cinque anni fa, ha 19 anni. Un errore che a un ragazzo di 19 anni, titolare nella squadra futura vincitrice della Champions, si può tranquillamente perdonare. Risuonano però come un macigno sulle spalle del numero 9 della Nazionale, le parole del tecnico portoghese a fine gara: ”L’espulsione di Balotelli? E’ stato un errore di inesperienza? Non fatemi rispondere. Altrimenti tra 5 anni parleremo ancora dell’inesperienza di Balotelli. Immaturo? Basta con questi discorsi, parlerà il campo”. Cinque anni sono quasi passati, e oggi parliamo ancora dell’inesperienza di Mario Balotelli. A 19 anni certe cose si possono perdonare, a 24 è un attimo più difficile se sei l’attaccante della nazionale Italiana. E come 5 anni fa, ciò che accade è simile: Balotelli già ammonito a fine primo tempo, richiamato da Prandelli, che però non si fida, e invece di mandarlo in campo come fece Mourinho, lo lascia negli spogliatoi. Balotelli serviva. Balotelli era essenziale. A calcio, lo sappiamo tutti, si gioca in 11 e non è certo colpa di (Super) Mario se l’Italia è stata eliminata, ma di certo un calciatore che calca i palcoscenici internazionali da 6 anni, da quando ne aveva 18, che a 20 anni ha vinto una Champions League, che a 21 ha vinto una Premier League seppur da comprimario ma con colpi di classe eccellenti, che a 22 anni ha trascinato la sua Nazionale con un super gol alla finale dell’Europeo, che a 23 anni è andato a giocare nella sua squadra del cuore e ha segnato 12 reti in 13 presenze, che in 1 anno e mezzo ha segnato 31 gol in 54 partite…
Ecco, da tutto questo popò di giocatore si può pretendere più di un solo gol, a mio avviso abbastanza semplice, in 3 presenze e con due prestazioni da assente in campo? La risposta la lascio a chi legge, io voglio solo dire che di Balotelli si parla di più di quello che fa fuori dal campo che di quello che fa in campo. Frase detta e ridetta, ma che continua a non cambiare. Sono 6 anni che si dice che Balotelli è potenzialmente uno degli attaccanti più forti del mondo. In 6 anni purtroppo sembra cambiato poco o nulla, sembra ancora che Balotelli abbia 18 anni e gli si possa perdonare tutto. Non è così. A 24 anni è tempo di prendersi le proprie responsabilità (e stiamo parlando solo di calcio signori miei!), è tempo di capire che se un intero paese parla di te da oltre 5 anni un motivo c’è, e se spesso si parla solo di quello che si fa fuori dal campo, due domande bisogna farsele. Balotelli, calcisticamente parlando, mi piace molto. In campo è imprevedibile, gli può uscire la giocata in qualsiasi momento, il super gol da qualsiasi posizione del campo. In più è duttilissimo, forte fisicamente, è anche veloce, può giocare esterno (ai tempi dell’Inter e del City giocava a sinistra, perché non riproporlo ancora?), prima punta e anche seconda punta. Ma ha un grosso, grossissimo difetto. E sopratutto se giochi in attacco non puoi averlo. Si innervosisce come niente. E quando Balotelli si innervosisce, viene espulso o sparisce dalla partita. Per capirci, in carriera Mario Balotelli ha all’attivo 85 cartellini gialli, 7 espulsioni e 101 reti in 255 partite tra club e Nazionale. Quasi più cartellini che gol, e stiamo parlando di un attaccante di 24 anni. Ormai sul buon Mario è stato detto e ridetto di tutto. Va lasciato in pace, il suo talento va coltivato e non criticato. Uno come Balotelli capita una volta ogni 30 anni secondo me, uno come Balotelli va tenuto stretto. E quando sento dire che non lo si vuole più in Nazionale mi sento male. Ha 24 anni e ora quasi tutta l’Italia ce l’ha con lui. Ma su una cosa nel calcio si può star certi: per cambiare giudizi bastano 5 minuti. Mario Balotelli tra 4 anni, a 28 anni, avrà l’ultima occasione per dimostrare chi è. In questi quattro anni ha un Europeo, 4 campionati e qualche Champions League a disposizione per far tacere chi continua a parlare. Il ragazzo è dovuto crescere in fretta, a 17 anni era famoso come nessuno mai alla sua età. Ora che secondo molti ha fallito, lasciatelo in pace nel suo fallimento. Io però ci credo e vi chiedo: ”Why always him?”.