A calcio fermo per ovvi motivi, la parola va ai protagonisti del nostro calcio provinciale: ecco a voi l’intervista al super centrale della Cisanese, Andrea Lecchi, ragazzo classe ’95, di scuola Milan.
Andrea, dicci qualcosa su di te.
“Ho 25 anni e mi sono da poco laureato in ingegneria edile. Sono un ragazzo abbastanza tranquillo, mi piace viaggiare, andare a cena con gli amici e passare del tempo con la mia ragazza. Sono un grande appassionato di NBA e serie tv, oltre che ovviamente di calcio”.
In quale squadra hai iniziato la tua carriera e che caratteristica ti ha fatto diventare un calciatore?
“Ho iniziato a giocare all’età di quattro anni nella scuola calcio del mio paese, dopo una breve parentesi alla Tritium, sono stato selezionato dal Milan dove ho passato sei anni facendo tutto il settore giovanile. Lì ho vissuto le mie più grandi emozioni, come la vittoria dello scudetto nei Giovanissimi Nazionali e l’allenamento svolto in prima squadra con gente come Cassano, Thiago Silva, Ambrosini e Nesta, mio idolo da bambino. Dopo questa esperienza ho passato tre anni tra Varese, Renate e MapelloBonate, fino al mio approdo alla Cisanese dove gioco ormai da cinque anni. La caratteristica che più mi contraddistingue è sicuramente la professionalità. Nella mia carriera è capitato spesso di non essere titolare, ma una qualità che mi hanno sempre riconosciuto tutti i mister è il fatto di allenarmi sempre al massimo e farmi trovare pronto quando arriva il mio momento”.
In quale ruolo hai iniziato e in quale ti trovi meglio?
“Fin da piccolo ho sempre fatto il difensore centrale, quindi è in quel ruolo che mi trovo meglio. È capitato in alcune occasioni di essere utilizzato come terzino destro o sinistro, dove comunque mi sono lo stesso preoccupato di più della fase difensiva che di quella offensiva”.
Quale mister ti ha dato di più? Dicci qualcosa su di lui.
“Dal punto di vista umano l’allenatore che mi ha dato sicuramente di più è Tom Astolfi che ho avuto al MapelloBonate in serie D. Una persona vera, senza filtri, che preferiva valorizzare l’uomo prima del calciatore e infatti sapeva ottenere il massimo da tutti i suoi giocatori. Non ho collezionato molte presenze quell’anno ma sono cresciuto tantissimo a livello di personalità e carattere, ho un grande ricordo di lui. Dal punto di vista tecnico e tattico, invece, sicuramente tutta l’esperienza al Milan è quella che più mi ha fatto migliorare, la preparazione che trovi in tutti gli allenatori di un settore giovanile così importante è molto alta”.
Ti manca il calcio in questo periodo? Cosa ne pensi di questa pandemia?
“Parecchio, molte volte ho pensato che se non giocassi a calcio avrei più tempo libero da dedicare ad altro, ma quando hai una passione cosi grande non ci puoi fare niente.
Per quanto riguarda questa pandemia penso non fossimo preparati, sia dal punto di vista ospedaliero sia dal punto di vista politico e sicuramente abbiamo commesso alcuni errori. Penso per esempio al fatto di non isolare in modo immediato, come fatto nel Lodigiano, la zona di Alzano Lombardo e Nembro che ha portato in poco tempo la provincia di Bergamo ad essere in piena emergenza. Adesso la situazione sta migliorando, speriamo di tornare il prima possibile alla normalità”.
Come ti trovi alla Cisanese? Il vostro obiettivo stagionale?
“Molto bene, ho un ottimo rapporto sia con i direttori che con il presidente. E’ una società molto ambiziosa e seria, come dimostra la costruzione del nuovo centro sportivo Cisanello, ultimato da poco. Abbiamo iniziato insieme un percorso cinque anni fa, dopo i primi anni in cui abbiamo raggiunto delle salvezze tranquille, quest’anno volevamo alzare l’asticella provando a raggiungere i playoff. Il girone d’andata non è stato dei migliori perché abbiamo subito parecchi gol, ma con l’arrivo di mister Sala e qualche innesto a dicembre, siamo ripartiti benissimo nel girone di ritorno. Prima dello stop, infatti, eravamo in un periodo di ottima forma e ad un solo punto dalla zona playoff, peccato davvero.
Concludo salutando alla mia famiglia, la mia ragazza Ivonne e tutti i miei compagni di squadra”.
Mattia Locatelli