Virtus Verona – AlbinoLeffe 1-1 (0-0)
VIRTUS VERONA (3-5-2):
Sibi 6; Cabianca 7, Mazzolo 6,5 (17′ st Manfrin 6,5), Ntube 6; Amadio 6,5 (32′ st Vesentini 6), Zarpellon 6,5, Metlika 6,5, Begheldo 6 (16′ st Danti 6,5), Daffara (cap.) 6; Ceter 6 (39′ st Zigoni sv), Menato 6 (16′ st Gomez Taleb 5,5). A disp.: 1 Zecchin, 12 Voltan; 23 Toffanin, 34 Ronco, 42 Lodovici, 70 Demirovic, 97 Ambrosi. All.: Luigi Fresco 6,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Marietta 6,5; Borghini (cap.) 6,5, Milesi 6,5, Gatti 6; Munari 7, Agostinelli 6 (16′ st Saltarelli 6), Brentan 6,5, Doumbia 5,5 (1′ st Zanini 6,5), Piccoli 6; Muzio 5,5 (1′ st Longo 6,5), Zoma 6,5 (39′ st Arrighini sv). A disp.: 1 Pratelli, 72 Moleri; 16 Gusu, 19 Angeloni, 30 Baroni, 42 Allieri. All.: Giovanni Lopez 6,5.
Arbitro: Gandino di Alessandria 6 (El Filali di Alessandria, Cardinali di Perugia; IV Casali di Cesena).
RETI: 21′ st Munari (A), 27′ st Cabianca (V).
Note: minuto di silenzio per i morti e i feriti del cantiere di Firenze. Pomeriggio leggermente coperto, spettatori 328. Ammoniti Mazzolo, Agostinelli e Gatti per gioco scorretto, Lopez (all. A,) al 30′ st per proteste. Espulso Lopez (all. A.) per reiterate proteste al 31′ st. Occasioni da gol 11-4, tiri totali 14-6, parati 6-1, respinti/deviati 2-1. Corner 8-2, recupero 0′ e 4′.

Verona – Le illusioni, quando durano sei giri di lancetta scarsi, fanno male fino a un certo punto. Perché con sei-sette assenti a turno è tutta manna, specie nella tana di avversari che in classifica ti guardano dall’alto in basso e in campo non è che ce la facciano così facilmente. La catena di destra Borghini-Zoma con velo di Longo sgancia in fronte alla Virtus Verona l’anello diamantato di un Munari (di giustezza, a fil di palo, portiere immobile) spostato sul centrosinistra e in vena di primizie, ma il chiavistello di stanza al “Gavagnin-Nocini” angolo-testa a mezz’altezza a palombella Manfrin-Cabianca a sua volta chiude all’AlbinoLeffe la strada della quinta vittoria esterna che avrebbe fatto dieci totali. L’anticipo dell’ottava di ritorno, giocato discretamente e con concentrazione nella ripresa salvo la palla inattiva da pari e patta, fa salire la Bluceleste a 34 punti in coda al doppio ko con Legnago e Atalanta Under 23, privando la prossima sfida tra le mura amiche dello squalificato Gatti. I playoff meglio considerarli un sogno da accantonare in attesa di tempi migliori, leggi coperta un po’ meno corta dell’attuale (Gusu in panchina, Marchetti, Giorno e Carletti ko, Genevier e Toma stagione finita): il verdetto recita 1 lunghezza in più dello stessa tranche del girone d’andata (9 a 8), segno che il passo si sta riaccorciando.
Se il mese si chiude dalla pericolante Alessandria (sabato 24, 18.30), fino a metà marzo ecco la vera prova del nove con un pokerino calato in due settimane: Giana-Arzignano-Novara-Padova (venerdì 1, 20.45; sabato 5, 18.30; domenica 10, 18.30; venerdì 15, 20.45), in rigida alternanza casa-trasferta. A quel punto la classifica e le prospettive dovrebbero essere ben delineate, mancando 8 turni al gong della stagione regolare. Prima occasione firmata Doumbia al quinto, anche se gliela confeziona Zoma in combutta col mediano che perde palla e il perno che la rinvia a favore di sinistro alto della mezzala in rosso-giallo. Entro il tris d’orologio, invece, seppur un bel segnale, non si può definire letale la svettata a campanile servita da Munari nello schema a due da rimessa laterale con Agostinelli, anche perché Sibi deve scomodarsi per non dover rinviare dal fondo. Se il primo pericolo molto relativo dei padroni di casa è la palla dentro di Zarpellon contesa a Menta da Borghini poco dopo l’avvio, il secondo suona l’allarme rosso in corsia, perché dal rimpallo del pendolino ospite con Daffara, ex al pari di Ntube e del panchinaro Danti, scaturisce la corsa di Ceter con botta sopra la traversa pressoché incontrastata verso il limite.
Siamo al quarto d’ora e un pokerino più tardi la chiamata di Brentan dalla zolla ferma innesca la sponda di schiena di Gatti per il doppio “mani” Daffara-Zoma con offside chiamato alla punta bergamasca. Quindi, per provare a vincere la relativa noia, l’angolo da sinistra di Metlika smanacciato da Marietta oltre il ventesimo. Fa sicuramente di più la squadra di casa, ma solo perché i Lopez-boys hanno il manico scivoloso. Vedi lo stesso Momo che a destra la regala a Begheldo che asseconda il taglio con destro secco di Zarpellon, rintuzzato in due tempi dall’ultimo ostacolo giusto perché è da poco meno di venti metri e verso il palo di competenza. L’ex alessandrino tra i legni è imbattibile due volte di più, al 34′ e oltre, quando dimostra riflessi felini per tenere gli occhiali inforcati sia sulla sulla rovesciata di Menato chiamata da Amadio che sul tap-in di piattone mancino di controbalzo de tiratore precedente, intervenuto sulla sua stessa smanacciata per allontanare l’ennesimo corner a rientrare. A 6′ dalla pausa, però, è Piccoli, il match winner dell’andata, a non bissare la prodezza a campi invertiti, causa controllo difficoltoso e tiro a corpo sbilanciato all’indietro vanificando dall’area il lavoro da destra di Zoma che aveva messo la freccia.
Inizia la ripresa e subito Begheldo libera al destro Mazzolo da calcio d’angolo, ma il tiro è da dimenticare allargandosi su un rimbalzo di troppo (3′). L’affanno seriano rischia di superare i livelli di guardia: al decimo, con la difesa locale ribaltata totalmente, il cross di Cabianca dal centrosinistra costringe il risolutore di Zanica a rifugiarsi dalla bandierina per evitare il tiro aperto di Mazzolo e Ceter, libero di librarsi in aria e in aerea, colpisce con la sommità del capo. Scollinato il quarto d’ora, la chance mancata dalla new entry Longo in tuffo sul pallone tagliato di Munari, merito anche della diagonale efficace di Daffara, invertitosi con Amadio, per chiudergli la via. Prove generali, col senno del poi, visto che a rivoluzione tecnico-tattica consumata si consuma anche il vantaggio con lo spostamento del capitano a tutta fascia e del goleador di giornata a mezzala sinistra con licenza di uccidere. Tanto che Daffara, virato a braccetto destro per le opposte strategie di Fresco, cade letteralmente ai piedi del marcatore bergamasco. Se lo sbuffo caccia-pari di Manfrin da fuori su lavorìo di Metlika è una telefonata (23′), il sinistro in caduta proprio dell’ex con la fascia al braccio fa quantomeno volare Marietta (25′) sul la dell’altro volto noto Danti. Basta il settimo corner e c’è da ricominciare daccapo, magari non come Piccoli che rientra sul destro per sganciarla ai dirigibili convergendo dal vertice sprecando l’apertura di Momo (29′).
Mister Lopez ne dice una in eccesso al direttore di gara, l’ex mezzapunta ballata una sola stagione (2015/16) sbaglia il gol del sorpasso per suggerire in seguito l’ascensore a Gomez (fuori centro), cosa che riesce a Zarpellon a una decina dal novantesimo nel senso che almeno vede la porta. Sipario e tutto sommato va bene così.