Il Direttore Sportivo dell’ACOS Treviglio Enrico Viganò si è soffermato sull’impossibilità di rimettere in moto la macchina calcio, sottolineando, oltre ai rischi sul fronte salute, anche una situazione economica difficilmente sostenibile per tutte le squadre, quantomeno dall’Eccellenza in giù: “Lo stop è giusto. Allenarsi senza alcun tipo di obiettivo non ha senso e diventa soltanto pericoloso. Se poi ci si deve allenare a distanza, con tutte le procedure del caso, non ne vale veramente la pena. Il futuro dei campionati?  Bel dilemma… Spero ci sia la possibilità di riprendere a settembre. Non sarà facile ripartire dopo questo lunghissimo stop. Servirà almeno un mese e mezzo di preparazione per ritrovare una parvenza di buona condizione fisica, di conseguenza portare a termine la stagione corrente mi sembra abbastanza utopistico. Anche se si ripartisse a marzo con gli allenamenti, significherebbe che le squadre entrerebbero in condizione per l’inizio di aprile. E poi? Con tredici partite da giocare si andrebbe a finire a luglio inoltrato, a meno che si giochi ogni tre giorni. In ogni caso rimangono comunque delle strade difficilmente percorribili, dato che non siamo professionisti e quindi ci sono problematiche ulteriori di cui tenere conto. La ripresa della D e della Juniores Nazionale? E’ una situazione che non ci riguarda da vicino. Bisogna capire che se si vuole giocare a calcio in questo momento, bisogna sostenere parecchi costi tra tamponi e sierologici. Parliamo di qualcosa come 50 euro a giocatore e a membro dello staff. Calcolando che in una squadra ci sono venti persone più, ipotizziamo, cinque membri dello staff, parliamo di 1250 euro con il rischio di dover ripetere questa procedura (e sborsare questa cifra) ogni settimana o ogni due. Sono dei costi insostenibili. Inaccessibili anche per le società di Eccellenza, eccetto quelle tre o quattro che puntano a salire in Serie D“.

Michael Di Chiaro