Si è spento all’età di 73 anni Gerard Houllier, uno dei più importanti allenatori del panorama offerto dal calcio francese. Salito alla ribalta negli Anni Ottanta con il titolo conquistato dal PSG, il primo conquistato in campionato dal club parigino, ha poi vissuto un’importante parentesi con la Nazionale dei “Galletti”, mancando clamorosamente la qualificazione ai Mondiali del ’94. Poi il riscatto, con l’epopea costruita Oltremanica. Dal 1998 assume la guida tecnica del Liverpool e con i Reds, agli albori del nuovo millennio, infila un portentoso “Cup Treble”: a stretto giro, infatti, arrivano Coppa di Lega, F.A. Cup e Coppa Uefa. Particolarmente thrilling l’epilogo riguardante quest’ultima competizione, infarcita di campionissimi, per l’epoca, eppur capace di regalare infinte sorprese. Ne sanno qualcosa le italiane, tanto per cambiare le favorite di allora, eppur via via surclassate da spagnole e inglesi. In particolare, Inter e Roma abdicano dinanzi alle future finaliste. L’Inter di Marco Tardelli viene eliminata, dopo una drammatica sconfitta a San Siro, dal Deportivo Alaves, mentre la Roma di Capello, da lì a breve Campione d’Italia, lascia strada ai ragazzi di Houllier, trascinati nella gara d’andata dell’”Olimpico” dalla doppietta dello “Wonder Boy”, per antonomasia, del calcio inglese, Micheal Owen. Nel ritorno saranno i giallorossi a espugnare Anfield (gol-partita dell’uruguaiano Guigou) – in un episodio riportato recentemente in auge, grazie al capolavoro Dea firmato sul campo dei Reds in Champions League – ma nel computo complessivo ai capitolini non basta. Gli inglesi, un mix perfetto di esperienza e di freschezza giovanile, arrivano a sbarazzarsi in semifinale del Barcellona, fino alla finalissima di Dortmund contro l’Alaves di Jordi Cruijff, figlio del grande Johan, e dei due futuri milanisti Cosmin Contra e Javi Moreno. Succede di tutto di più, la squadra basca rimonta in ben due circostanze, passando dall’1-3 al 3-3 e dal 3-4 al 4-4, arrendendosi soltanto davanti a un’autorete scaturita, nei tempi supplementari, dalla punizione dello scozzese McAllister: finisce 5-4 per i Reds, al settimo cielo per merito di un golden (auto)gol. Ma per il Liverpool di Houllier non è finita perché nell’agosto del 2001 arrivano anche Charity Shield – vittoria per 2-1 nel derby a tinte Reds con il Manchester United – e Supercoppa Europea, conquistata a spese del Bayern Monaco. Cinque trofei, per un filotto semplicemente sbalorditivo. Più recentemente, mentre montavano i problemi di salute legati alle precarie condizioni del cuore, il ritorno in Francia, condito dai due titoli vinti in Ligue 1 con il Lione; un nuovo passaggio Oltremanica con l’Aston Villa e infine l’incarico di coordinatore assunto per conto del gruppo Red Bull. Un pezzettino del miracolo Lipsia e del ritorno in grande stile del Salisburgo è anche suo.
Nik