HO APPENA FINITO IL CAPITOLO SU MIA MAMMA DEL LIBRO CHE STO SCRIVENDO, MIRABILI VITE DI PERSONE ILLUSTRI, TRENTA PAGINE SULLA VALE. PUBBLICO LA PRIMA, SAPERE OGNI COSA DI LEI E’ STATA UN’ESPERIENZA MERAVIGLIOSA
Mamma mia, Valeria, bellissima, uguale a Bella Ciao, rossa di capelli e generosa, l’arcobaleno e la speranza, il sorriso e il pianto, la via Emilia, tutte le mie canzoni, ogni mia tradizione, il sogno e la realtà, Gesù in cielo accanto a Che Guevara che si fanno una pausa dalla mano di briscola chiamata per fare un paio di miracoli anche minimi, tipo farmi trovare un lavoro decente grazie a una decina di preghiere di quelle giuste, le sue, dico quelle della Vale, che ha un rapporto stretto stretto con la Madonna, “ascoltami, Maria, che adesso ho davvero bisogno, lascia stare il cielo e concentrati quell’attimo”. Il sacro, perché con un euro di cero e un rosario al collo, persino detto in fretta e furia, si passano almeno tre esami all’università, il profano, che “Matteo, va meglio se hai studiato e ti consiglio un paio di dozzine di libri, Luigi Pirandello, Cesare Pavese, Garcia Marquez, Ignazio Silone, ma anche Natale Perego che è importante che tu sappia cosa capitava nella tua città a quei tempi là”. E poi l’amore smisurato per la sua stirpe, soprattutto per me, suo figlio, per la sua primogenita, Chiara, per i suoi nipoti, Pietro, Anita, Vinicio e Zeno, per la sua nuora, Costanza, il suo miracolino, per sua mamma, la Pina, per Bologna nelle sere di maggio, per certe albe che illuminano l’Adda, per le bimbe, le sue sorelle, la Tella e la Cri, per le sue amiche, le giottine, per i suoi cinquantamila e passa alunni, per il suo ex marito, Marco, per quello attuale, Ernesto, e per suo padre, Cesarino.
Matteo Bonfanti