Ora io tante volte scrivo nella speranza che il mio problema ce l’abbiano un po’ tutti. Perché se mi accorgo che è un dramma generale, mi passa l’ansia e divento molto più tranquillo, Tranzollo, come mi chiama da sempre Riccardo, il bel marito di mia sorella Chiara, due che sono intorno ai cinquant’anni, che ogni domenica vanno a camminare sulle montagne lecchesi e che sono in perfetta forma.
Bene, ieri notte sono tornato a Bergamo dopo una manciata di giorni, sottolineo tragici, a Cattolica, ridente località marina, soprannominata la regina della Riviera. L’idea del mio soggiorno era semplice: sveglia intorno a mezzogiorno, colazione con un paio di Tennents sfogliando la Gazza e il Corriere (solo guardando i titoli e le foto per non affaticarmi troppo), quindi pranzo bello pesantone con piadine, cozze, vongole e vino bianco a volontà, rientro in albergo per il meritato riposo pomeridiano del guerriero della tavola, tirandomi insieme e portando le mie ossa al mare non prima del tramonto, per evitare il solleone, alle sette, perfetto per un lungo aperitivo coi cattolichini giusti, già allertati con largo anticipo del mio imminente arrivo, finendo con loro a giocare a bocce sulla spiaggia come certi pensionati di successo.
Per vivermi la vacanza dei miei sogni, perennemente in costume e ciabatte, nei miei panni preferiti, quelli del Grande Lebowski, mi sono portato al mare tre parenti che fanno parte della top five dei miei famigliari, un gruppetto perennemente rilassato che, pensavo, non mi avrebbe spaccato la minchia per nessun motivo. Così più o meno una settimana fa ho messo in maghina il mio primogenito, Vinicio, 14 anni, gran figo, pallanuotista vegetariano, magro e muscoloso, il mio secondo, Zeno, 12 anni, uno dei 2008 più carini in Italia, un Brad Pitt in miniatura senza un filo di grasso addosso, e mia mamma, Valeria, classe 1951, rossa e riccia, ex donna fatale, che all’alba dei settanta si difende ancora bene perché le piace che gli abitanti del mondo le dicano quanto sia ancora bellina.
Perché ve li descrivo? Semplicemente perché la loro magrezza è il motivo che ha trasformato le mie ferie in un incubo. Appena siamo arrivati a Cattolica, i tre tre hanno notato la mia discreta pancia, quella di un calciatore che non ha giocato a pallone per mesi a causa del covid. Ed hanno iniziato un programma rigidissimo per farmi perdere i miei cinque-sei chili di troppo, umiliandomi di fronte a parenti e amici. “Guardalo Teresa, ormai mio figlio è diventato un ciccione. E’ uguale a Giuliano Ferrara…”, “Sì, papà si è lasciato andare. Avanti così tra una settimana supererà i cento chili. Non si può vedere…”. Poi rivolti a me: “Sei come quello lì”, indicandomi un settantenne di un paio di quintali, che manco riusciva ad alzarsi da un lettino rinforzato, “con te possiamo farci solo dei selfie…”, “guarda quel babbo che ha la tartaruga, devi diventare come lui”, “Matty, non è mangiare e bere poco, tu devi proprio digiunare qualche giorno…”. Mi hanno controllato a tavola, questionando ogni volta sulle mie ordinazioni, mi hanno proibito qualsiasi tipo di birretta, mi hanno fatto pippe su pippe sui miei due amari serali, sono arrivati al punto di chiedere alla mitica Francesca, leggendaria fashion girl locale, di consigliarmi una serie di beveroni in grado di farmi ritrovare il peso forma (ho i nomi su whatsapp).
Mia mamma, Valeria, alle sette di mattina iniziava a tormentarmi, obbligandomi, dopo un’oretta di lotta psicologica, a massacranti passeggiate lungo la spiaggia, nel pomeriggio Vinicio e Zeno mi portavano a fare il bagno, minimo cinque ore nell’acqua, e se alla quarta, ormai stremato, tentavo di uscire, mi bloccavano, “dai, papà, lo stiamo facendo per te. Non vogliamo che ti vergogni…”, “mola mia”, “okkio che ti vediamo…”.
Va beh, solo tre cose, la prima è che un po’ di panzetta è anche bella, fa uomo che non si prende sul serio e d’ora in avanti mi batterò per difendere la mia categoria, la seconda è che sono completamente ustionato per via di tutta quella ginnastica all’aria aperta, la terza è un consiglio ai lettori: non portate mai in vacanza insieme vostra mamma coi vostri figli adolescenti perché si coalizzano e tendono a massacrare il proprio geniore sia fisicamente che psicologicamente.
E adesso mi bevo un paio di birrozze per riprendere il chilo perso a Cattolica, che da oggi sono in redazione e Vinicio, Zeno e Valeria non mi vedono…
Matteo Bonfanti