38a (19a rit.) serie C girone A – Verona, Centro Sportivo “Mario Gavagnin-Sinibaldo Nocini” – venerdì 25 aprile (16.30)
Virtus Verona – AlbinoLeffe 1-1 (0-0)
VIRTUS VERONA (3-5-2): Sibi 7; Lodovici 6,5 (21′ st Ronco 5,5), Toffanin 6,5 (33′ st Rispoli 6), N. Calabrese 6; Amadio 6 (26′ pt Daffara 6), D. Mehic 6,5 (33′ st Juanito Gomez sv), Metlika 6,5, Gatti 6, Manfrin (cap.) 6; Fabbro 5,5 (1′ st Contini 6), De Marchi 7. A disp.: 1 Ficeli, 12 Fortin; 2 Catena, 16 Bassi, 25 Filippi, 29 Saiani, 47 Cuel, 74 Lerco, 75 Cielo, 90 Odogwu. All.: Gigi Fresco 6,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Marietta 7; Borghini (cap.) 6,5, Potop 6, Baroni 6; Gusu 6, Munari 6,5 (34′ st Giannini sv), Astrologo 6,5, Agostinelli 7 (41′ st Mustacchio sv), Ambrosini 6 (26′ st G. Boloca 6,5); Zoma 7, Long 6. A disp.: 1 Facchetti, 12 Taramelli; 2 Barba, 5 Zambelli, 14 Fossati, 18 Parlati, 21 Ricordi, 26 Angeloni, 28 Vinzioli, 46 Sorrentino, 73 Bosia. All.: Giovanni Lopez 6,5.
Arbitro: Restaldo di Ivrea 6,5 (Fanara di Cosenza, Palermo di Pisa; IV Ismail di Rovereto).
RETI: 27′ st Agostinelli (A), 51′ st Contini (V)
Note: pomeriggio soleggiato, spettatori 488 di cui 28 in Curva Ospiti. Ammoniti N. Calabrese, Metlika e Ambrosini per gioco scorretto. Tiri totali 10-15, nello specchio 6-5, parati 5-4, respinti/deviati 0-5. Corner 6-7, recupero 2′ e 6′.
Verona – Record aggiornato a 60 punti nella C a 20 squadre, e pazienza per il sedicesimo clean sheet mancato come la nona vittoria esterna sul primato societario di diciotto. Questo per i numeri. Il resto è in un flash, anzi due. Recupero, conduzione e assist bruciando la fascia destra per la girata del verdellese Mattia Agostinelli, enfant-du-pays (nella foto U.C. AlbinoLeffe-Tommaso Berardi) alla prima gioia da professionista, davanti al secondo palo: il quarto posto, pur non sfuggendo all’AlbinoLeffe, non è corroborato da una vittoria di più solo per la verticale De Marchi-Contini per un 1-1 non proprio iniquo, ma se si può sempre sognare è grazie all’ennesimo guizzo di Mohamed Alì Zoma, un fuori categoria se mai ne è esistito uno, protagonista anche sul campo della Virtus Verona all’ultimo tuffo della regular season. Il prossimo 7 maggio i seriani, che entrano nei playoff saltando il primo turno di girone, riceveranno la peggio classificata tra le duellanti così definite (quinta-decima, sesta-nona, settima-ottava): Renate (pari punti ma sotto negli scontri diretti)-Arzignano Valchiampo, veronesi di Borgo Venezia dalla Giana e Trento con l’Atalanta Under 23.
Se dopo 2′ Sibi deve uscire all’impazzata di piede per anticipare Zoma, a cronometro raddoppiato è Agostinelli a contrastare Mehic sul la di De Marchi dalla destra dell’area. Il burkinabé svetta alto passata la cinquina accompagnato dal tracciante di Astrologo dalla bandierina sinistra, guadagnato dal rimorchio mancato di Gusu per Longo, per poi tiracchiare in mischia facendosi stoppare dall’ex del vivaio Lodovici senza sfruttare bene la catena mancina, mentre è Marietta il primo a doverci mettere la pezza al decimo agitando il piedone addosso all’imbucata di Fabbro agevolata dal rimpallo del succitato compagno di linea sulla diagonale del pendolino rumeno. A un tiretto dal quarto d’ora, il liscio nei pressi del dischetto di Munari che apre troppo la suola sull’imbeccata zomiana dalla sinistra. La replica della mezzala bosniaca di Gussago cresciuta a Zingonia è un’alzata di capo chiamata dallo schema di Gatti dalla trequarti destra (18′). Una sfida a strappi da una a te e l’altra me, non certo sparigliata dal controllo difettoso di Ambrosini sulla rimessa da destra spondata dal lungo catanese dell’attacco bluceleste.
Oltre metà frazione l’ex Daffara, terzo di destra però e non un laterale a tutta fascia, deve sostituire l’infortunato Amadio. Scollinata la mezzora, la gran diagonale di Baroni, match winner del Venerdì Santo con l’Alcione, per spezzare l’asse tra Metlika e Gatti. A tredici dalla pausa, la chance ambrosiniana a piede invertito (dalle sue parti adesso c’è Calabrese) spondata da Munari e rintuzzata dai locali per il secondo angolo seriano. Potop al quarantesimo spazza l’area insieme alla minaccia fabbriana su azione insistita di Calabrese dopo un disimpegno difensivo difficoltoso, ma è ancora Momo a sfiorare il vantaggio di lì a poco dal mezzo corridoio di destra trovando i guantoni di Sibi e travolgendo anche il più anziano dei volti noti altrui prima del tap-in da fuori del regista romano alzato in fallo di fondo.
Il rischio in avvio di ripresa è la sassata di De Marchi che per voler punire un errore in uscita ospite finfe di non vedere il compagno neo entrato Contini (5′) per la scaldata di mani del torinesone tra i pali dei bergamaschi. Due giri di lancetta e ci prova la punta di casa più fresca con la chimera dalla distanza. L’occasione rossoblù e pareggiata dall’occasionissima dell’indisturbato Zoma (9′), che quasi leva la palla a Longo, su un rimpallo da mancato rinvio avversario forse oltre l’ultimo difendente, ma lascia vagamente perplessi anche la schiacciata nell’angolino annullata a Potop sull’angolo susseguente da sinistra a Lodovici già in terra. Baroni, nel terzo tempo su ammollo morbido di Astrologo (13′) sugli sviluppi di una punizione, intendeva forse servire l’accorrente Longo, mentre il sinistro di Munari poco dopo non può certo far male. Al contrario di quello che avrebbe fatto la carambola incredibile Mehic-De Marchi-Borghini sulla punizione di Manfrin (18′) a rientrare dall’out destro, se non fosse stato per il riflesso prodigioso di Marietta che la toglie dalla porta.
La sagra dell’errore prosegue col tagliante Gusu, alle stelle a rimorchio di Zoma al 19′ lungo la transizione del centravanti col 9 sulle spalle. Lo stop con destro girato del bomber al 24′ in una cruna d’ago, invece, è respinto dal bagher dell’ultimo ostacolo. Al minuto 72 il matchball che non si rivelerà esserlo fino in fondo è comunque maturo e, in scia a Boloca e all’assistman, solo le gambe divaricate di Toffanin hanno il potere di dire di no all’aspirante raddoppiatore Munari quando l’orologio s’accinge a segnare la mezzora. A un tris dal novantesimo Marietta chiude alla grande lo specchio ancora a De Marchi in aggiramento a mezza retroguardia sull’appoggio-blocco di Contini, poi Metlika fa la barba all’incrocio (44′) davanti alla lunetta senza chiudere la nuova puntata a destra della catena contestuale, punta di peso inclusa. Altro intervento dell’estremo piemontese oltre il 4′ di recupero per tenere lì il lungolinea di Rispoli in coda, anche se non basta per il bottino pieno. C’è sempre un destro incrociato dietro l’angolo.