AlbinoLeffe – Piacenza 2-3 (1-2)
ALBINOLEFFE (3-5-2): Rossi 6; Gusu 5,5, Marchetti 5,5, Saltarelli 5,5; Poletti 6 (14′ st Tomaselli 6), Giorgione (cap.) 6,5, Nichetti 6, Piccoli 5,5 (32′ st Zoma 6), Petrungaro 6,5 (41′ st Angeloni sv); Galeandro 6,5, Ravasio 7. A disp.: 40 Facchetti, 15 Michelotti, 18 Doumbia, 41 Muzio, 42 De Felice, 43 Freri, 44 Concas. All.: Michele Marcolini 6.
PIACENZA (3-5-2): Pratelli 7; Armini 6 (37′ st Tafa sv), Nava 6, Marchi (cap.) 6,5; Parisi 6,5, Suljic 6, Marino 6,5 (20′ st Bobb 6), Corbari 7, Gonzi 6,5; Raicevic 7 (37′ st Gissi sv), Rabbi 7,5 (39′ st Simonetti sv). A disp.: 12 Libertazzi, 6 Angileri, 7 Lamesta, 9 Dubickas, 11 Burgio, 14 Codromaz, 21 Giordano, 27 De Grazia. All.: Cristiano Scazzola 6,5.
Arbitro: Longo di Cuneo 6,5 (Dell’Arciprete di Vasto, Barbiero di Campobasso; IV Okret di Gradisca d’Isonzo).
RETI: 8′ pt Ravasio (A), 18′ pt Gonzi (P), 23′ pt Rabbi (P), 17′ st Galeandro (A), 31′ st Corbari (P).
Note: pomeriggio soleggiato, terreno in condizioni passabili. Spettatori paganti 161 per un incasso di 518 euro. Ammoniti Marchetti e Petrungaro per gioco scorretto, Nava per ritardata rimessa in gioco. Tiri totali 13-7, nello specchio 6-3, respinti/deviati 3-1, parati 4-0, legni 0-1. Corner 7-4, recupero 0′ e 4′.

Gorgonzola (Milano) – Subito davanti e sotto in un attimo, il sogno di tenere il pareggio col Piacenza, per un AlbinoLeffe orfano di 11 uomini, dura solo 14 minuti nel posticipo del lunedì della sedicesima del girone A di serie C. A riportare i seriani coi piedi per terra, nel terzo 3-2 del campionato, il secondo fatale dopo quello pure in casa col Renate mentre s’è vinto così a Trieste, i due rintocchi in quattro minuti dell’ex Juri Gonzi e di Rabbi su punizione autoprocurata al terzo colpo stagionale battuto da Mario Ravasio, a segno invano come il compagno d’attacco. Per chiudere il girone d’andata, ora, due sabati di fila a Verona (ore 15) e contro il Legnago Salus prima di salire a Trento nel prenatalizio. Sta di fatto che il mal di Gorgonzola ormai è un fatto acclarato, visti i soli 6 punti su 22 (sesto posto, ma vincendo si sarebbero scavalcati gli alabardati) tra le mura amiche, prevalendo soltanto col Mantova il 19 settembre scorso col rigore di Sacha Cori, uno dei grandi assenti.
In attesa di rompere il ghiaccio bisogna solo guardarsi dalle palle inattive, ma Marchi, disturbato dalla diagonale Saltarelli, non può correggere in porta di esterno il tracciante dalla bandierina sinistra. Mancano due giri di lancetta alla seconda rimessa laterale di fila conquistata ed eseguita da Petrungaro per lo spunto verso il fondo di Giorgione che innesca di esterno la stessa porzione della suola sottoporta del centravanti, lestissimo a tagliare davanti al primo palo per insaccare verso l’altro. Un altro tris ed è la mira a impedire all’inserimento in spaccata di Corbari di firmare il pari con un sinistro alto favorito dalla sponda della torre Raicevic sull’ammollo dall’altro out di Parisi.
I rischi si spalancano sotto i piedi quando li si usano male. Se l’apripista ci riprova dalla lunga (13′) facendo impennare il destro appoggiato da una mini mischia di Piccoli, infatti, a tiro del quarto d’ora è l’autore dell’altrui chance precedente a optare per il passaggio in mezzo anziché la conclusione in linea col borseggio a Gusu della boa emiliana. A difesa schierata ma troppo bassa, ecco il ribaltamento subitaneo, per mano del russo di Siena, smarcato dall’apertura di Marini dalla trequarti e senza opposizione nella corsetta con sfera infilata sotto la traversa, e della seconda punta che tende un tranello al centrale sinistro seriano per gabbare Rossi un metro sotto l’incrocio alla sua sinistra dai 18 metri.
Comincia un’altra partita, in cui la resilienza alla furibonda reazione ospite è la parola d’ordine. Il problema è che i blandi tentativi di casa s’intersecano ad annotazioni a taccuino di segno negativo: al calcio franco da destra del capitano, allontanato da Pratelli a pugni serrati, e alla botta di seconda di Nichetti (cross di Poletti) murata da Nava fanno da contraltare il montante del lungagnone nemico sbucato per il pallonetto lungo la catena di destra e dall’altra parte il collo esterno del mezzosinistro alla mezzora e oltre. In chiusura di tempo, il possibile 2-2 sfiorato due volte: a 3′ dalla pausa le tre teste di Saltarelli-Ravasio-Galeandro su una spazzata emiliana valgono il bolide al volo del fin lì unico marcatore bluceleste staccato dal sette dal baluardo coi guanti, quindi il recupero prodigioso di Marchi sull’assolo del sannita. L’avvio di ripresa è da fuochi d’artificio. Tra 2′ e 4′, la solita mezzala manca l’impatto a rimorchio di Raicevic, il buon Carmine telefona al portiere nemico in asse con l’assist di fronte di Nichetti e la sempiterna combinazione centrattacco-mezzosinistro difetta di mira. Lo schema da fermo del beneventano dal centrosinistra, conquistato dall’esterno sinistro romano, caricato da Armini, innesca il terzo tempo spalle alla porta della seconda punta sestese per riacciuffare momentaneamente il punteggio. Pia illusione. Al 26′ il recente suggeritore sgancia il tiro-cross centrale sugli sviluppi del quinto angolo, ma il nuovo svantaggio è dietro quello destro dell’area piccola col firmatario del bis a pescare Corbari per il comodo piattone. Allo start del recupero Tomaselli ci prova dai 25 metri al culmine del ping pong piede-testa sul settimo corner, da sinistra: l’attrezzo rimbalza e si spegne sui tabelloni.
Simone Fornoni