Zanica“È stata una chiamata inattesa: vengo da una scottatura destabilizzante, dovevo allenare in B all’Avellino e poi è saltato tutto. L’AlbinoLeffe risponde al mio modo di intendere il calcio: ambiente serio e professionale, gente capace che ama il proprio posto di lavoro”.
Sono le prime parole da allenatore bluceleste dell’ex giocatore atalantino Michele Marcolini, ai tempi mancino di centrocampo col vizio del gol, ufficializzato martedì al posto di Massimiliano Alvini, il tecnico dell’ultimo biennio da playoff esonerato all’indomani della sconfitta casalinga col Ravenna che ha significato penultimo posto (10 punti) a braccetto con la Virtus Verona. “È un amico, abbiamo fatto insieme due corsi a Coverciano. Subentrargli mi dà una strana sensazione – rimarca il neo mister -. Si vede che la squadra è allenata bene e ha un’identità: il problema è la posizione in classifica inaspettata. Chiaramente darò il mio contributo, ognuno ha le sue peculiarità. Intendo prendere di petto la situazione”.
L’ABBRACCIO BIS A BERGAMO. “Qui ho trascorso tre anni all’Atalanta, i miei più belli da calciatore. Il fascino di Bergamo e i ricordi che mi legano a questa città hanno avuto un peso nella mia scelta – ha proseguito Marcolini, al secondo allenamento al centro sportivo di Zanica -. Sapevo bene dove sarei andato a parare dopo la delusione cocente di Avellino. Sono stato benissimo ad Alessandria, dove ho vinto la Coppa Italia di categoria, ma questo ovviamente assomiglia a un ritorno a casa. Tra l’altro il presidente Gianfranco Andreoletti da avversario mi ha sempre stimato e fatto i complimenti, è uno che ama la sua creatura”.
LA TATTICA E L’ATTEGGIAMENTO. “Le mie squadre sono sempre state equilibrate, non penso che schierare quattro attaccanti ci porterebbe a segnare di più – precisa l’ex tutto-sinistro al fosforo, riguardo al reparto offensivo meno produttivo del girone B di serie C, 6 gol in 13 match -. La classifica è corta, spesso l’episodio può determinare il risultato. Sabato a Fermo sarà il primo banco di prova: ripeto, prendiamolo di petto. Siamo in salute e mediamente giovani, c’è un momento difficile da gestire”.
PAROLA AL DIESSE. “Il cambio della guida tecnica è stata una scelta avvenuta in fretta ma con decisione e convinzione. Lunedì mattina mi sono adoperato per sondare la disponibilità di Marcolini ed è stato subito accordo – precisa il direttore sportivo Simone Giacchetta -. È un giovane con diverse esperienze alle spalle. Ha capacità adeguate e le conosciamo da avversario: siamo certi che col gruppo a disposizione potremo lasciarci il momento difficile alle spalle”.
LO STAFF. Dell’entourage alviniano sono rimasti il preparatore dei portieri Giuseppe Benatelli e l’addetto al recupero infortunati Andrea Mossali. I nuovi sono il vice allenatore Stefano Bettella (al posto di Renato Montagnolo, out anche il collaboratore Andrea Cupi) e il preparatore atletico Marco Greco (succede a Stefano Valentini).
DAL VIZIO DEL GOL ALLA PANCHINA. Nato a Savona il 2 ottobre 1975, Marcolini è figlio (di Antonio, tragicamente scomparso il 14 novembre scorso) e nipote (di Roberto Longoni) d’arte. Cresciuto tra Vado, Quiliano, Pegliese e Torino, da professionista ha segnato 58 gol in 575 partite, di cui 13 in 117 con la maglia dell’Atalanta dal 2003 al 2006 (due promozioni in A, sotto la guida di Andrea Mandorlini e Stefano Colantuono). Gli altri club dove ha giocato sono Sora, Bari, Vicenza, Chievo, Padova e Lumezzane, inizio della sua vicenda in panchina proseguita con Real Vicenza, Pavia, Santarcangelo e Alessandria. Il 15 giugno scorso l’assunzione ad Avellino in B, prima dell’esclusione degli irpini dai campionati pro e lo svincolo automatico.
SF