Pro Vercelli – AlbinoLeffe 1-0 (0-0) 13aR
PRO VERCELLI (3-4-2-1): M. Rizzo 7,5; Auriletto 5,5, Minelli 6, Cristini 6; Bruzzaniti 6 (15′ st L. Gatto 6,5), Emmanuello sv (29′ pt Louati 6,5), Vitale 6, Crialese 7; Della Morte 5,5 (15′ st Iezzi 5,5), Rolando 5,5 (15’st Panico 5,5); Comi (cap.) 6. A disp.: 99 Valentini, 2 Masi, 18 Jocic, 19 Belardinelli, 23 Clemente, 24 L. Rizzo, 28 Macchioni, 30 Secondo. All.: Massimiliano Nardecchia 6 (Franco Lerda squalificato).
ALBINOLEFFE (3-5-2): Pagno 6; Milesi 6,5, J. Gelli 7, Saltarelli 6; Gusu 6 (34′ st Giorgione sv), Piccoli 6,5, Genevier (cap.) 6,5 (29′ st Martignago 6,5), Tomaselli 6,5 (21′ st Poletti 5,5); Ravasio 6 (21′ st Cori 6), Galeandro 6,5 (29′ st Zoma 5,5). A disp.: 12 Rossi, 40 Facchetti, 4 Nichetti, 9 Cori, 15 Michelotti, 18 Doumbia, 21 Poletti, 27 Miculi, 44 Concas. All.: Michele Marcolini 6.
Arbitro: Lovison di Padova 5,5 (Piccichè di Trapani, Tagliaferri di Faenza; IV Poli di Verona).
RETE: 25′ st Comi (PV).
Note: mezza sera serena e fresca, spettatori 456 di cui 401 abbonati. Ammoniti Saltarelli e Louati per gioco scorretto. Tiri totali 10-15, nello specchio 3-7, respinti/deviati 3-0, parati 3-7, legni 0-1. Corner 2-5, recupero 1′ e 4′.

Vercelli – Decimo posto intonso, a 37, più 1 sulla Virtus Verona, ma se non si vince domenica a Zanica col Lecco sono guai. Comi (che spintona via Saltarelli) la mette di zucca ricevendo il vassoietto morbido da Crialese cogliendo lo smanacciante Pagno in controtempo, Martignago (da Gusu) al 79′ e Doumbia (dal primo in asse con Cori) sul filo del novantesimo no. Ipnotizzati dai guantoni nemici. Senza contare le azioni non finalizzate prima di finire sotto e non riemergere più, almeno nel punteggio. Tutta qui la sconfitta di misura dell’AlbinoLeffe sul campo della Pro Vercelli dopo averla dominata senza se e senza ma per l’intero primo tempo, racimolando chances su chances sbattute addosso alla mira storta e alla bravura dell’estremo baluardo altrui.
Scollinato il rischio alla cinquina cronometrica col taglio in gioco aereo di Bruzzaniti a incocciare la palla di Rolando, i seriani, che propongono l’ottimo e proattivo Jacopo Gelli (del Frosinone, via Aglianese) all’esordio da perno per la squalifica di Riva, squillano le trombe con l’assolo di Francesco Gelli in capo a due minuti. La corsa dal dischetto di metà campo fin quasi al limite è vanificata dalla mira un po’ alta, mentre la conversione a U di Galeandro da sinistra al decimo, sull’allungo-recupero del redivivo Genevier, non sorprende Rizzo alla difesa del legno di competenza. A tiro del quarto d’ora il caso da moviola col difensore fiorentino colto in fallo (?) su Bruzzaniti correggendo di testa, murato da Cristini, il calcio franco dello specialista da fermo, tanto da vanificare l’insaccata dal limite di Piccoli. All’orizzonte delle Bianche Casacche in maglia verde si staglia una fifa blu un altro paio di volte, perché i corridoi rimangono senza porte e senza casellanti; Milesi sponda il primo angolo del francese con Auriletto ad allontanare la minaccia, a una corsetta d’orologio dal ventesimo tocca a Gusu sprecare addosso al portiere di casa il ben di Dio dell’iperattiva mezzala destra sotto forma di lancio dopo aver bruciato la diagonale in ritardo del mastino di centrodestra.
Un forcing che non arriva al dunque, perché il livornese lì in mezzo prima coglie l’esterno della rete nella volée servitagli dalla fronte del centralone preso a gennaio sul secondo corner (29′) e quindi Ravasio, a rimorchio del pendolino rumeno lanciato lungo proprio dal numero 23, non incrocia dal limite trovando la manona del guardiano locale. I break vercellesi si sostanziano nell’alzata da fuori da fuoco di paglia di Della Morte su apertura di Louati, di qua invece ne va in fumo un’altra della punta sestese (38′) che coglie il palo di sinistro sganciando di controbalzo in asse con Piccoli e l’ariete dell’Isola. Tomaselli-Ravasio-Gelli è la combinazione in orizzontale a un tris dall’intervallo che chiama ancora Rizzo alla pezza. Tutte conclusioni col problemino di dover essere prese al riparo dall’area affollata, quindi a bassa percentuale di realizzazione.
Idem in avvio di ripresa, dove a provarci è lo stesso a frazioni invertite, nuovamente col piede d’appoggio con cui chiude maluccio. Lo imita il pretenzioso figlio d’arte dell’ex Chievo che la tenta perfino di tacco in scia con Crialese: no stress per Pagno. Intorno al diciassette botta e risposta Coni-Galeandro, sbucata in elevazione sulla punizione crossata di Gatto da mancina e legnata alle stelle in corsa sul lancio del labronico. Manca poco alla beffa, figlia anche del rituale e preoccupante calo a remi penzolanti sugli scalmi, poi altre due puntate feline che non richiedono miracoli.