All we need is love, love is all we need. Che per noi, che non abbiamo Sky, è portare Gabri, i suoi capelli biondi e i suoi occhi marroni e dolcissimi che hanno pianto tanto, a vedere Atalanta-Liverpool ora che i bar devono restare chiusi. Così partiamo, e alla fine siamo in tanti, la mia famiglia e i suoi meravigliosi congiunti, Gabriele, ma pure Stepan e Diego, quattordicenni lunghi e bellissimi, da magnare di abbracci. Andiamo a Bondo Petello. Ci aspetta Martina, ha acceso il fuoco, comperato le pizze, il gelato e lo spumante. Ci vede, sorride, è felice, si occupa per tre ore di noi, finiamo pure a fare due passi di ballo. Ridiamo come pazzi, nonostante il ko dei nerazzurri, e vorremmo che il coprifuoco non arrivasse mai.
All we need is love, love is all we need. Sono fuori sul terrazzo, l’ultima birretta e due chiacchiere con Costanza prima della lunghissima diretta per capire se il presidente degli States sia ancora Trump. Mi parla del suo meraviglioso cuore, mi dice: “Matti, solo io vorrei che ogni ragazzo stesse bene, a far casino ogni pomeriggio come i nostri”. Che all’improvviso escono e ci fanno un agguato, Vini branca me, si mette tutto addosso, sulle spalle, mi spacca la schiena, grande e altone com’è, Zeno simula un mal di pancia istantaneo per avere un bacio da sua mamma. E stiamo bene bene. E davvero non c’è niente che non va.
All we need is love, love is all we need. Un mio amico è nel casino del trasloco nel caos del covid. Lo sento da lontano, ci penso un attimo, faccio la lista delle poche persone che conosco che girano col camion. Mi viene in mente il Peso, lui, il migliore al mondo, l’ex campione della Tritium, un extraterrestre della tenerezza, uno che ha un cuore che è grande il doppio rispetto a quello di noi altri. Lo chiamo: “Ciao, bello…”. Mi risponde: “Ciao, figone, devo passare a comperare il tuo libro e a darti un lungo bacio a distanza…”. Dieci minuti tra una dolce cazzata e un’altra, poi gli chiedo il favore del furgone. “Certo, Matte-stordito, passo domani alle nove. E poi ti compero il Vestaglietta”.
All we need is love, love is all we need. Anna, una scrittrice brava brava. Mi manda per posta il suo romanzo, si chiama Sclera Ebbasta, lo ricevo, è un regalo bellissimo, la dedica è sentirsi accanto, solidali, liberi: “Al mio caro Vestaglietta, che bello il tuo libro, variopinto come la tua vita e la tua anima con i ricci rossi. Speriamo che arrivi lontano”. Lo sfoglio, mi chiama Melo, che è Canali, il pres della Gandinese, che ha pagato una pubblicità che non è uscita perché i rossoneri e pure tutti gli altri non giocano più: “Del resto, Matte, non è colpa vostra, ma di questa brutta malattia. Ti aspetto domani al campo che ce la raccontiamo un po’”. Quindi mia mamma, la Vale, “Ti penso, ciccino mio”, quindi Gibo, “Matte, che bello il tuo articolo sull’adolescenza”, quindi Andre, che è Guariglia, altro ragazzo eccezionale del pallone, della stirpe del Peso, “Teo, sono a caccia del tuo libro…”, quindi Omar della Fiorente, quindi Paolo della Falco, ognuno con un’indimenticabile carezza tra le parole.
All we need is love, love is all we need. Ma se fosse questo il segreto, ma se tutti ci provassimo sempre a rendercela migliore? Ma se fosse l’amore, non quello che strappa i capelli, ma quello che ci si dà una mano? Io sto così bene questa sera in redazione…
 
Matteo Bonfanti