Straziato dalla notizia trovò, con un filo di voce, la forza di affermare: “… se ne va un pezzo della mia vita…”. Con queste parole il belga Eddy Merkx, indimenticato campione del ciclismo accolse la notizia della prematura scomparsa di Felice Gimondi, nella calda estate del 2019.
Questa frase riassume la “cifra” dell’umanità del nostro campione delle due ruote, sempre leale anche contro l’avversario più ostico e difficile da superare.
Per celebrare Felice da Almè arriva in questi giorni un grande tributo al Suo illustre cittadino. Dopo un anno di preparativi (rallentati dal lockdown) l’Associazione Culturalmente ed il Circolo Filatelico Bergamasco hanno coinvolto 60 ragazzi della scuola secondaria di 1° Grado di Almè, realizzando, nell’ambito del progetto Filatelia e Scuola, delle opere ispirate al grande campione con l’iniziativa “Disegna il tuo francobollo”. Un’attività che ha visto la partecipazione entusiasta dei giovani “bozzettisti” , grazie ai quali sono state poi realizzate tre splendide cartoline postali che saranno storicizzate sabato 19 giugno con l’apposizione di un annullo filatelico speciale grazie alla presenza di Poste Italiane (sabato dalle 13,30 alle 18,30).

Grazie alla partecipazione della stampa specializzata (Vaccarinews) la manifestazione, che si terrà presso la Chiesa Vecchia di Almè, sarà corredata anche da una mostra sul ciclismo sempre opera dei soci del Circolo cittadino. Ulteriore “chicca” la preziosa collaborazione di Enzo Piccolin, noto realizzatore di “francobolli speciali” molto apprezzati nel mondo dei collezionisti, che ha realizzato anch’esso un’apposita cartolina dedicata a Felice.

La scomparsa di Felice fu un momento di tristezza perché quest’uomo buono e onesto aveva incarnato il vero spirito bergamasco. La sua vita fu improntata al sacrificio e, sulle due ruote, all’eterna rincorsa ad un campione inarrivabile per quell’epoca: Eddy Merckx. Sarebbe ingeneroso limitare tutto a questo dualismo ma su questo si è incentrata la storia sportiva di Felice. Fu grande atleta nonostante la presenza ingombrante dello squalo belga e la vittoria nelle tre grandi classiche, Giro, Tour e Vuelta (oltre ad un Mondiale in linea) gli permisero di ritagliarsi quelle soddisfazioni che l’uomo Felice meritava. Tra le sue vittorie, quella “del cuore” fu la tappa di Bergamo nel Giro del 1976 quando superò allo sprint proprio Merckx. Mai sopra le righe, si portò sulle spalle con dignità il soprannome di “eterno secondo”, un’etichetta che Felice non meritava ma che si limitava ad un mero conteggio delle vittorie del suo avversario più diretto.
Bellissimo dunque il messaggio che arriva da Almè, dove le giovani generazioni hanno avuto la possibilità di scoprire il fascino di una vita spesa sulle due ruote e ne assorbiranno sicuramente il grande insegnamento di vita che Felice non si stancò mai di incarnare.

Giuseppe De Carli