Andrea Baretti, direttore generale del Crema, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Mantova. L’8 dicembre, come riportato dal quotidiano in questione, chiamò l’allora consigliere Paolo Loschi per chiedere di fare in modo che anche il padre Giuseppe potesse, uscito dall’ospedale dove si trova, avere modo di dire la sua sul processo elettorale. Loschi ascoltò la richiesta e fece in modo che l’allora presidente avesse un “omaggio” dai suoi collaboratori. Questa è la reale versione, al netto degli insulti giunti a Loschi, di come sono andate le cose.Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni: “Mio padre sta meglio, lentamente sta riprendendo le forze. Chi ha cercato di farlo fuori dai giochi non ha avuto quel riguardo, per la persona che mio padre ha sempre avuto con tutti. Con chi starebbe il 9 gennaio? Per indole, etica e cultura lui è dalla parte di Alberto Pasquali. Non certo dalla parte di Tavecchio, non gli è stato permesso di dirlo”.

SULLE VOTAZIONI. “La Lombardia non avrebbe perso peso politico se avesse votato in deroga, chi dice “è il periodo decisivo per le poltrone a Roma” si deve vergognare. Ora bastano i delegati, se vogliono poltrone vadano da un mobiliere. La Lnd avrebbe dato la deroga alla Lombardia senza problemi. Come ha detto Loschi, sincero al 101% sul nostro colloquio, mio padre considera la discesa di Tavecchio un problema in più e alla fine si sarebbe posto davanti a quel progetto, che è il vero pericolo per chi vuol bene al Crl. In virtù di non so quale dogma nessuno ha mai chiesto a mio padre cosa pensava dell’idea di avere un po’ di tempo in più. I voti per due mandati, la fiducia che mio padre ha sempre raccolto sono la prova del valore del lavoro che ha compiuto al solo servizio dei club, senza indugiare. Mai. Anche dall’ospedale mio padre s’informa. Non fatemi parlare di certi toni urlati, indegni di chi vuole gestire il calcio lombardo”.