Il sogno di arrivare a giocare nei professionisti costituisce l’ambizione di ogni comune mortale calciatore. L’obiettivo principale è quello di calcare i campi dove giocano i professionisti ed è quello che sta cercando di fare Andrea Delcarro, centrocampista bergamasco classe 1993 con il vizio del gol. Lo scorso anno nella Calvina (serie D girone D) ha realizzato ben 12 reti in 23 presenze. Lunga l’esperienza in serie D con le maglie di Rudianese, Caravaggio, Levico, Clodiense, Adriese e Calvina.
Ciao Andrea, raccontaci la tua storia nel mondo del calcio.
“Con la Rudianese ho esordito in prima squadra in serie D, in Toscana, nel 2010-2011 e, durante il secondo anno, ho segnato il gol che è valso la salvezza. Dopo la salvezza la Rudianese è fallita, quindi mi sono dovuto spostare a Caravaggio, sempre con mio fratello Francesco, dove sono stato 4 anni e mezzo. Successivamente, per una scelta di vita, ho voluto fare una nuova esperienza e poiché ho sempre avuto l’ambizione di fare il calciatore, ho lasciato il lavoro e sono andato a giocare a Levico Terme in Trentino. Da li ho iniziato a girare un po’ perché l’esperienza di stare lontano dal paese in cui sono cresciuto mi è piaciuta e grazie a quella sono cresciuto.
Dopo l’esperienza di Levico Terme mi sono trasferito a Chioggia, dove ho conosciuto la mia attuale compagna e nella stagione successiva sono passato all’Adriese con l’ambizione di vincere il campionato anche se purtroppo l’abbiamo perso nel finale. In quell’anno in cui abbiamo sfiorato il professionismo sono andato alla Calvina dove ho trovato un ambiente stimolante per me e grazie a quella stagione ho avuto l’opportunità di andare a giocare nei professionisti nella Virtus Verona”.
Nella Rudianese e nel Caravaggio hai giocato con tuo fratello gemello Francesco, che ora milita nella Virtus Bergamo Ciserano. Come vi trovavate in campo, in un futuro ti piacerebbe giocare ancora con lui?
“Abbiamo giocato diciannove anni insieme e l’affiatamento è tanto, giocare insieme è sempre un pensiero reciproco. Speriamo che mi raggiunga in serie C perché sarebbe una bella esperienza per tutti e due. Siamo partiti dal basso, attraverso strade faticose e in qualche modo stiamo cercando di farci trovare all’altezza della situazione”.
Fino ad ora qual è l’emozione più bella che ti ha regalato il calcio? E la delusione più grande?
“Il mio percorso è stato difficile perché ci sono stati anni in cui le cose non giravano come dovevano girare e ho sofferto tanto. L’emozione più grande è stato sicuramente, per ora, l’esordio tra i professionisti anche se spero di averne altre da raccontare nel mio futuro”.
Cosa hai pensato quando hai ricevuto la chiamata della Virtus Verona?
“Finché non ho firmato non ci credevo. Quando ho firmato è stata la realizzazione di un percorso faticoso fatto di sacrifici e di un sogno che si è reso realtà dopo tanto tempo”.
Cosa ti aspetti da questa stagione?
“Sarà un’esperienza importante, cercherò di fare del mio meglio e cercherò di giocare bene le mie carte. È un nuovo inizio nel calcio che conta”.
Come hai vissuto il salto di categoria? Quali sono le differenze tra le due categorie?
“È un calcio più tecnico e agonistico, vivi le situazioni con tanta professionalità e sicuramente le strutture sportive e gli ambienti sono differenti”.
Vanessa Testa