L’ultimo disperato assalto, figlio della rabbia più cieca, determinata un po’ dallo svantaggio e un po’ dalla clamorosa traversa colpita pochi attimi prima. La mischia si accende e al dunque, sul più bello, la capocciata vincente che corregge in rete la traiettoria, consegnando alla Brembillese un punto che vale oro. E con la particolarità suggerita dal gol di un portiere, ecco il filo rosso rappresentato dal calcio bergamasco, quale fucina prediletta per un evento che merita, nella sua rarità, di essere sempre raccontato e approfondito. In origine, fu il febbraio 1992. Non si tratta certo di dilettantismo, ma di mezzo c’era pur sempre lo Stadio “Azzurri d’Italia” di Bergamo, teatro di quell’Atalanta-Cremonese che passò alla storia per il gol del pareggio grigiorosso siglato, in pieno recupero, da Michelangelo Rampulla. Poi toccò a Massimo Taibi, salire in cattedra, o per meglio dire al cielo, nel 2001, in occasione di Reggina-Udinese. L’ex portiere nerazzurro consegnò ai calabresi un punto d’oro, costringendo alla divisione della posta i bianconeri allora allenati da Luciano Spalletti. Più recentemente, sul finire di un Benevento-Milan destinato a rappresentare l’ennesimo k.o. per la compagine campana, ecco Alberto Brignoli svettare su tutti, incornando a rete il 2-2 definitivo. Era il 3 dicembre 2017, Brignoli, cresciuto calcisticamente tra Sarnico e Grumellese, batté Donnarumma e consegnò ai sanniti il primo storico punto conquistato nella massima serie. Il gol di domenica in Mozzo-Brembillese, terminata 2-2 nel segno dell’uno-due ospite sancito nei minuti finali, riporta i fari sull’epopea dei Gherardi in Valle Brembana. Si badi però bene che Giacomo Gherardi non ha nulla di ché spartire con il blasonato terzetto di fratelli, tutti rigorosamente portieri, intento a far faville ai quattro angoli della provincia e del dilettantismo. L’uno, Roberto, estremo nonché capitano del Real Calepina, in Serie D. L’altro, Riccardo, pilastro del Lemine Almenno, in Eccellenza. Infine, Filippo, il più giovane, impegnato in Terza categoria nel Valserina. Dunque, menzione a parte per Giacomo, classe ’95, originario di Zogno. Non sarà della stirpe, ma dal canto suo, da tempi non sospetti, rappresenta uno dei punti fermi della Brembillese; uno di quei totem, tanto silenziosi quanto irrinunciabili che, per esperienza e senso di appartenenza, è da ritenersi tra le chiavi del successo di una matricola, quale quella allenata da Stelio Chiesa, non nuova a rimonte ottenute in extremis. Benché manchi ancora un’eternità per certificare, con il conforto dell’aritmetica, l’obiettivo di una stagione, vale a dire la salvezza in Prima categoria, la Brembillese può pensare in positivo. Del resto, con Giacomo Gherardi tra i pali, ma anche fuori, tutto diventa possibile.
Nik
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