Coppa Italia, abbiamo un dilemma. Sempre uguale. Nel primo tempo col Torino, Robin Gosens dirottato a destra e Matteo Ruggeri schierato a sinistra. Nel secondo, Rafael Toloi alzato a laterale e il tedesco tornato nella posizione naturale. Capita, quando non si ha un esterno sano che non sia un mancino di piede. Il problema è che col Napoli, a meno di novità della vigilia, saranno fuori sempre gli stessi, ovvero il titolare Hans Hateboer (quinto metatarso del piede sinistro), la sua riserva Joakim Maehle (6 punti di sutura al piede destro, eredità di un pestone di Koulibaly all’andata) e una delle altre possibili alternative da riciclaggio puro, il difensore croato (caviglia destra) Bosko Sutalo.

I tre, infatti, si sono allenati a parte alla ripresa pomeridiana del lunedì al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia. Per mantenere l’assetto difensivo a tre l’allenatore Gian Piero Gasperini, stavolta, difficilmente potrebbe adattare di nuovo l’oriundo italobrasiliano, perché manca un giocatore di reparto, lo squalificato Cristian Romero. A meno di non rispolverare Mattia Caldara, uscito dalla rotazione nonostante sia pienamente recuperato: il centrale di Scanzorosciate ha all’attivo soltanto un quarto d’ora tra il Milan e il doppio confronto coppa-campionato con la Lazio. Il perno sarebbe lui, nel caso.

Gli unici altri disponibili sono Berat Djimsiti e José Palomino, appiedato dal giudice sportivo nella semifinale di andata. Domanda: vista la priorità assoluta assegnata dallo stesso mister alla conquista della finalissima, perché non la difesa a quattro invece di snaturare i singoli in uno snodo cruciale della stagione? Ovviamente allargando Toloi e abbassando Gosens. Del resto anche Rino Gattuso a campi invertiti era passato a specchio difendendo a tre come l’Atalanta. Staremo a vedere.