Inter – Atalanta 3-2 (2-1)
INTER (3-5-2): Onana 6,5; D’Ambrosio 6 (38′ st Darmian sv), Acerbi 7, Bastoni 7 (36′ st De Vrij sv); Dumfries 6,5, Barella 7 (36′ st Asllani sv), Brozovic 6,5, Calhanoglu 6,5, Dimarco 6,5 (25′ st Gosens 6,5); Lukaku 8 (36′ st Dzeko sv), Lautaro 7. A disp.: 1 Handanovic, 21 Cordaz, 12 Bellanova, 50 A. Stankovic, 43 Akinsanmiro, 42 Curatolo. All.: Simone Inzaghi 7.
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello; Toloi, Djimsiti, Scalvini; Maehle (41′ st Okoli), De Roon, Pasalic (16′ st Lookman), Zappacosta; Koopmeiners, Ederson (24′ st Muriel); Hojlund. A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 28 Demiral, 43 Bernasconi, 40 Colombo, 49 Falleni. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Orsato di Schio 7 (Giallatini di Roma 2, Berti di Prato; IV Colombo di Como. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Abisso di Palermo).
RETI: 1′ pt Lukaku (I), 3′ pt Barella (I), 37′ pt Pasalic (A), 32′ st Lautaro (I), 47′ st aut. Onana (A).
Note: serata uggiosa, spettatori 72.192. Ammonito Toloi per gioco scorretto. Tiri totali 20-11, nello specchio 11-3, parati 8-1, respinti/deviati 3-3, legni 0-1. Var: 2. Corner 9-7, recupero 2′ e 4′.

Bergamo – Sembrava strapersa senza averla nemmeno cominciata. E peccato per la sveglia tardiva di Muriel. La si è persa soltanto dopo i cambi nella ripresa, privi di impatto sostanziale anche perché limitati a livello di soluzioni. L’Atalanta saluta le residue speranze di agganciare la qualificazione alla Champions League partendo male a difesa alta all’eccesso, al cospetto di un’Inter dedita al training in direzione Istanbul. La LuLa colpisce col gigante d’ebano in 39 secondi, Barella piazza il tap-in dopo nemmeno tre giri di lancetta e finché Pasalic non la dimezza in mischia pareva scivolare sulla china della goleada, salvo ritorno di fiamma in extremis. Ora il sorpasso della Juventus è possibile, anche se alla peggio la squadra di Gasperini arriverà sesta all’ultimo atto casalingo contro il Monza dell’allievo del mister, Palladino.
Pronti via, su un rilancio di Bastoni è Lukaku di spalle a chiamare lo scambio al compagno di linea che lo lancia il corridoio per il punto del vantaggio in aggiramento su Sportiello. Segue la dormita numero due col guardiano residente a Urgnano a dire di no due volte a Dimarco, rispettivamente su apertura e scarico in avanti del futuro autore del tris, ovvero come servirla su un piattino alla mezzala sarda in spaccata alta acrobatica a fil d’incrocio. Al 9′ solo l’offside nega il tris alla Beneamata, dopo la sortita del perno ex Sassuolo, Milan e Lazio smorzata malaccio da De Roon proprio a favore di volée del turco. Calhanoglu devia in angolo la botta di Ederson a decina già scollinata, ma il lavoraccio tocca quasi sempre al prossimo milanista tra i legni che al 14′ alza in angolo la traiettoria da fermo del mancino a tutta corsia altrui dal centrodestra, generata dallo sgambetto di Scalvini a Romelu appena a lato del vertice. Una sofferenza inaudita, perché la finalista della coppa dalle grandi orecchie vuole imbustarla lì, eppure mica ci riesce a dispetto di un forcing forsennato.
Al quarto d’ora il secondo corner dell’ottomano invoglia Bastoni, peraltro ottimo nelle diagonali difensive, alla sponda pericolosa allontanata da Djimsiti; a un tiretto dal ventesimo l’apripista se la sistema sul piede prefrito ai venti metri cibattando senza troppa angolazione e tantomeno potenza. La Dea comincia lì. Due giri di lancetta e Zappacosta, raggiunto dalla scodellata di Maehle, si fa rimpallare dall’autore del bis assistito da Dumfries, anche se per vedere una conclusione bergamasca nello specchio tocca attendere la sbucata di Hojlund a metà frazione su imbeccata di Pasalic, senza scomporre Onana che respinge restando impassibile. La forza del terminale ex Sturm Graz c’è, meno da Koopmeiners (29′) che se la vede spostare all’ultimo da Acerbi. Ederson, oltre a essere nullo sulla trequarti, spiana la strada allo schema a due Dimarco (tacco)-Calhanoglu che spara a poche decine di centimetri dal primo palo, mentre a una sporca dozzina dalla pausa si assiste al doppio arrembaggio RoboKoop-Scalvini, piede (il portiere locale la stacca dal sette) di controbalzo dal limite dettato dall’apertura da mancina del danesino e svettata da battuta a rientrare dalla bandierina destra. Sulla quarta a favore, invece, sempre da quella zolla, il flipper testa-piede dei due terzi dalla difesa (perno e braccetto sinistro) con quella di Inzaghino (Acerbi la rinvia corta, unico errore di una gran serata) genera la sbucciata dal danesone corretta in porta in caduta dal jolly di centrocampo che riapre la pratica da centro area. Nessun esito dalla regìa per le contestazioni di D’Ambrosio, nell’occasione mancata diga insieme al belga, che dopo aver alzato l’inutile muretto a secco ci mette il piede quando il marcatore atalantino ha appena colpito la sfera.
Se a un poker dalla pausa il rammarico è per la torre del difensore classe 2003, che toglie di fatto l’occasione in gioco aereo al brasiliano e al croato prendendolo in controtempo sul crossetto del vatreno, in avvio di secondo tempo il palazzolese sbaglia l’appoggio (6′) per il suo centravanti in asse col laterale di Sora e sul ribaltamento Toloi deve allungare la gamba per evitare guai dal Toro di Bahia Blanca, ridestatosi dal lungo sonno al culmine della ripartenza di Barella rifinita dal partner d’attacco molto defilato. Lampi interisti, adesso. Calha-Bastoni per il puntero mancino, a mezza via (9′) tra l’allungo comunque sbagliato al bomber argentino (27 stagionali, 20 in A) e il diagonale con l’estremità giusta. Le avvisaglie di tiro al piccione si stagliano all’orizzonte di nuovo sotto forma di stop e tiro ancora del centrocampista ex Milan (11′), palmi aperti di uno Sportiello inizialmente fuori posizione. Purtroppo per Gasp il buon Rasmus stasera dorme (palla persa al 27′, spalle all’area, su contropiede Scalvini-Lookman). Maehle evita il corner sulla sortita di Gosens, ma De Roon la regala a Barella che per fortuna mastica alla mezzora. A ruota, il più grosso là davanti agevola il tracciante innocuo di Lautaro (31′), prove generali di 3-1 con tante grazie a Brozovic che gliela porge a porta ormai sguarnita, anche se buona parte dei meriti spetta al centrattacco col filtrante lungo da autostrada spalancata per il gioco a due. Asllani non chiude il sinistro generosamente innescatogli dallo scivolone del capitano in bianco sul traversone basso di uno degli ex di turno, il tedesco con l’8 sulle spalle all’ottantacinquesimo. Sulla palla del nigeriano da destra (42′) non c’e anima viva, Lucho però riserva al recupero (92′) i colpo a effetto riprendendo la muraglia Dzeko-De Vrij sul suo stesso calcio franco: la traversa e la manona del camerunese lo aiutano, ma che botta da fuori! La Lega Calcio sentenzia: è autorete. Pazienza. E se l’olandese non salvasse sul gioco a due dove il campo finisce tra il sovrapposto Okoli e ‘Mola spazzando in fallo di fondo in anticipo sull’abulico vichingo, chissà, un punticino ci stava.