Se l’Atalanta è questa, con i polmoni a mille e l’anima che lotta su ogni pallone, e l’Atalanta è da anni che ha questa precisa identità calcistica, e il Real Madrid è questo, molto possesso, ma poche idee e rarissimi lampi, penso che il discorso qualificazione sia ancora aperto.
Intanto i primi minuti, i diciotto prima della scellerata decisione dell’arbitro Stieler, quella di cacciare Freuler, con i nerazzurri che non avevano rischiato nulla, rispondendo colpo su colpo, vincendo gran parte dei duelli individuali, tema calcistico su cui stava vivendo la partita. Poi l’erroraccio del direttore di gara, a rovinare i piani del Gasp, giustamente incazzato nero a fine gara, quindi, non da meno, l’infortunio a Zapata, perché con lui in campo, a tenere alta la squadra, la sfida era ancora leggermente a favore della Dea, che poteva ripartire grazie alla straordinaria forma fisica degli uomini che formano la sua spina dorsale, parlo soprattutto di Pessina, diventato in queste settimane uno straordinario tuttocampista.
Il 16 marzo sarà battaglia, sperando in una direzione imparziale, perché quello è stato il vero problema di ieri, un fischietto che ha usato due pesi e due misure. Se Freuler viene cacciato, con una fiscalità che rasenta la follia, lo stesso metro bisogna usarlo per Casemiro, anche lui da buttare fuori per simulazione dopo essere già stato ammonito.
Quel che rimane, comunque, è che il divario con la squadra di Zidane non c’è, ci sono due progetti calcistici molto diversi, uno basato sul possesso a oltranza, quello del Real, che ha due grandi palleggiatori, Kroos e Modric, l’altro, quello atalantino, è legato invece al dinamismo, alla fisicità, ai duelli in campo aperto, ai passaggi di prima, alla velocità e all’istinto, insomma al cuore. E poi in casa Dea c’è lo stato di forma eccezionale dei tre difensori, Romero, Djimsiti e Toloi, e di chi sta in mediana, De Roon, Pessina, Gosens e Freuler, che, purtroppo, al ritorno non ci sarà sempre per via dell’erroraccio di Stieler.
Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, resta che quello che fa più incazzare è che in undici contro undici avremmo assistito a una partita bellissima, giocata alla pari da due grandi d’Europa, l’arbitro l’ha sfalsata completamente. Ma se guardiamo a ieri il bicchiere è mezzo pieno. Bisogna crederci. E battere il Real in Spagna sarà ancora più esaltante.
Matteo Bonfanti