Fabrizio Carcano

Una corsa senza sosta, senza un istante per riprendere fiato. Da adesso si gioca due volte alla settimana. Quella di Genova sarà la prima di sette partite in ventidue giorni: un tour de force massacrante che inizierà domenica a Marassi. Per tre settimane non ci sarà pausa, finita una gara bisognerà subito pensare ad un’altra, alla successiva. Con continui spostamenti e traslochi e pochissimi allenamenti o tempi di recupero. Perché in sette partite l’Atalanta giocherà in sette città diverse e in sette stadi diversi. Riepilogando: si comincia domenica a pranzo con la visita al Genoa, a precedere la trasferta a Zagabria contro la Dinamo, quindi la gara casalinga a Parma con la Fiorentina, a seguire la doppia trasferta all’Olimpico dalla Roma e a Reggio Emilia dal Sassuolo. Poi la prima settimana di ottobre con il debutto casalingo in Champions League, a San Siro, contro lo Shakthar e quello a Bergamo contro il Lecce. Ricordandosi che la Dea avrà tre gare casalinghe in tre diversi stadi e tre diverse città.
In questa giostra impazzita di viaggi, trasferimenti e partite diventa necessario il turn over. Giocheranno tutti, dal nuovo acquisto Kjaer a Barrow e Ibanez.
Allacciate le cinture, iniziamo a ballare.