di Giacomo Mayer
Con l’Inter non serviranno svolazzi poetici e rime baciate come sul terreno di Marassi. Solo cuore e carattere, quello bergamasco un po’ rude e generoso. Nel calcio, si sa, la banalità è all’ordine del giorno e quindi ci adeguiamo scrivendo che ogni partita fa storia a sé. Questo per affermare che i recenti confronti contro gli interisti che hanno portato alla classifica atalantina punti su punti devono essere dimenticati perché di solito le glorie del passato sono piene di polvere. Dunque, occhio all'”hic et nunc”. Ci sarà da soffrire e vediamo se l’Atalanta ritroverà questa insolita abitudine. Come a dire che la partita di Marassi, sotto l’aspetto tattico, tecnico e emotivo, deve essere dimenticata in fretta e furia. I giocatori interisti, vecchi e nuovi, hanno imparato velocemente le lezioni di calcio di Walter Mazzari. Dopo nove giornate sono al quarto posto, hanno vinto cinque partite, tre pareggi e una sconfitta (con la Roma) e fuori casa hanno giocato quattro partite con due vittorie e altrettanti pareggi. Insomma lontano da San Siro non hanno mai perso. E questo dato sarà bene ricordarlo stasera perché per i nerazzurri di casa nostra sarà una confronto di tanta lotta e di poco governo. Questo non significa che l’Atalanta abbia già perso. Tutt’altro. Di sicuro non serve la mollezza da basso impero romano di sabato sera con la Sampdoria. Aggiungiamo che l’Inter mette in campo l’attacco più prolifico (23 gol) del campionato. E allora vedremo duelli che, sulla carta, sembrano improponibili: la velocità e le accelerazioni di Palacio e Alvarez contro la staticità di Stendardo, Yepes e magari Scaloni. Per fortuna il campo di gioco chiarisce squilibri e prove di forza. Non è tutto oro quello che luccica nemmeno in casa interista perché la difesa non è proprio un bunker indistruttibile, anzi spazi e giochetti li concede facilmente. E nelle file atalantine c’è un maestro come Maxi Moralez nello sfruttare spazi e agevolazioni difensive. Pan per focaccia. Ma sono tante le cose per bene che deve fare l’Atalanta per evitare figuracce. Oltre al discorso sull’attacco interista sarà opportuno tenere d’occhio gli inserimenti laterali di gente come Jonathan e Nagatomo che rispetto allo scorso campionato sembrano marziani e a centrocampo dovrebbe giocare il trio formato da Guarin, Cambiasso e Taider e se contro l’anziano argentino e contro il rampante franco-algerino il confronto con Cigarini e Carmona non svantaggia i nerazzurri di casa nostra per quanto riguarda il colombiano, invece, dovranno impegnarsi non poco Del Grosso e Brienza, se sarà confermato. Insomma proprio lotta continua senza un attimo di tregua. Dopo nove giornate di campionato l’Atalanta incrocia, per la seconda volta, una grande. Con la Fiorentina è andata male ma la nostra beneamata era un’altra squadra. E se è giusto assecondare una tradizione favorevole per i colori nerazzurri nostrani stasera deve scendere in campo l’Atalanta che ha fatto a fette la Lazio. Per battersi alla pari con l’Inter con ci sono altre alternative.
Così in campo martedì 29 dicembre ore 20.45
Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Scaloni, Stendardo, Yepes, Del Grosso; Raimondi, Cigarini, Carmona, Brienza; Moralez; Denis. In panchina: Sportiello, Canini, Kone, Cazzola, De Luca, Migliaccio, Brivio, Baselli, Marilungo, Livaja. All.: Colantuono.
Inter (3-5-1-1): Handanovic; Rolando, Samuel, Juan Jesus; Jonathan, Guarin, Cambiasso, Alvarez, Nagatomo; Kovacic; Palacio. In panchina: Carrizo, Castellazzi, Andreolli, Ranocchia, Wallace, A. Pereira, Kuzmanovic, Mudingayi, Taider, Olsen, Icardi. All.: Mazzarri.
Arbitro: Rizzoli di Bologna.