Atalanta – Udinese 1-1 (0-0)
ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Lovato, Palomino, De Roon; Zappacosta, Freuler (cap.), Pasalic (29′ st Koopmeiners), Pezzella; Ilicic (19′ st Miranchuk), Malinovskyi (41′ st Scalvini); Zapata (19′ st Muriel). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 44 Oliveri, 99 Piccoli. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
Udinese (5-4-1): Silvestri 6; Stryger Larsen 6,5 (31′ st Soppy 6,5), Becao 6,5, Nuytinck (cap.) 6 (37′ st Forestieri sv), Samir 6, Udogie 6; Molina 6 (19′ st Success 6), Walace 5,5, Makengo 6,5 (19′ st Arslan 6), Pussetto 5 (31′ st Samardzic 7); Beto 6. A disp.: 20 Padelli, 65 Carnelos, 2 Nehuen Perez, 87 De Maio, 4 Zeegelar, 8 Jajalo, 30 Nestorovski). All.: Luca Gotti 6,5.
Arbitro: Marinelli di Tivoli 6 (Liberti di Pisa, Di Gioia di Modena; IV Marcenaro di Genova. V.A.R. Orsato di Schio, A.V.A.R. Longo di Paola).
RETI: 11′ st Malinovskyi (A), 49′ st Beto (U).
Note: pomeriggio sereno e soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori paganti 9.951 per un incasso di 194.732 euro. Ammoniti Samir e Pezzella per gioco scorretto, Pussetto e Gasperini (44′ st) per proteste. Espulso Gasperini per proteste al 45′ st. Tiri totali 10-7, nello specchio 5-4, respinti/deviati 3-, parati 4-3, legni 1-1. Corner 6-3, recupero 1′ e 6′.

Bergamo – Malinovskyi apre la via sul quarto assist di fila tra l’Empoli e l’Udinese, Beto gela tutti all’inizio del 4′ di recupero schiacciando in porta l’1-1 sull’ultimo angolo (di Samardzic, da destra, a rientrare) a favore. L’Atalanta di ritorno dalla Champions dimentica che oltre il giropalla, 66 per cento a 34 nel 45 giri pre-pausa di riflessione, per vincere ci vuole di più. E difatti non ci riesce, dopo essere passata sopra anche ai sette assenti (Djimsiti, Gosens, Hateboer, Pessina, Toloi più gli acciaccati-febbricitanti Demiral-Maehle) facendo pure esordire tra i grandi il neanche diciottenne (11 dicembre) Giorgio Scalvini. La squadra è viva ma non punge a sufficienza. E al gong piove gelida la beffa.
Se al settimo Silvestri smanaccia un po’ in affanno il tracciante da destra di Ilicic sullo schema a due della punizione con Malinovskyi, è Pussetto a sganciare la loffia sull’allunghino di Makengo. Ben più pericoloso l’inserimento in gioco aereo di Udogie al 16′, accarezzato dal pallone sempre dell’interno precedente. I nerazzurri combinano pochissimo, Molina per fortuna (23′) giunge in ritardo in spaccata sul diagonale calciato male dal suo centravanti scheggiando il palo esterno. Al 26′ Samir svetta molle sul primo corner friulano di Stryger Larsen dalla destra, spia preoccupante di un gioco più lento che involuto. Per la catena di destra delle Zebrette c’è tutto lo spazio per provarci con la botta in corsa dell’argentino (35′) larga di un metro abbondante, ma è chiaro come il sole accecante sotto la Maresana che qualcosa non funziona tra i reparti scollati e allungati.
Per i Gasp-boys non sposta gli equilibri il paio di tiri dalla bandierina conquistati in scia della folata di Zappacosta, sulla cui infornata è Becao a mettere la pezza impedendo alla deviazione di Zapata di finire nel sacco (37′). Due giretti cronometrici e si pareggia il conto dei legni, con Ilicic a girare svelto il suggerimento dal fondo del suo centrattacco: il muro bianco respinge, Silvestri se la ritrova in mano. Il match s’è comunque acceso e Pasalic (40′) pecca di potenza e precisione nel tentare lo scavino di esterno bloccato dal portiere altrui sull’apertura del fuoriclasse sloveno. Che apre la seconda frazione col sinistro a giro dalla lunetta a lato di un quid suggeritogli dall’accentrato ucraino (3′) e dal mini scarico di Duvan. L’ucraino la sblocca dai venti metri sfruttando la discesa libera di SuperMario: i friulani contestano un fallo precedente, Marinelli dice che c’è stata una rimessa in mezzo e quindi la VAR non può intervenire. Al 33′ Beto perde la sfera in disimpegno entro il vertice sinistro e il rompighiaccio stavolta trova i guantoni dell’ex Hellas; un tris di lancette ed ecco il campanile di Walace che non spaventa nemmeno i piccioni in Curva Nord. Che fifa blu, comunque, a ridosso del novantesimo, quando Musso compie l’unica parata del pomeriggio per schiaffeggiare in fallo di fondo l’imbucata di Becao deviata da Lovato. Un preavviso inascoltato, purtroppo.
S.F.